Ebbene sì, questo è il Reportage numero 46, numero carmico per eccellenza perchè se diviso per sè stesso dà, come per magia, 1 ma se lo dividete per 0 dà ERROR e se lo dividete per 3, cioè per i sacri elementi (Acqua, Aria e Chanel n° 5) meno Terra che fa polvere, dà 15,33333333333333333333333333333333333333333333333333 (e potrei continuare all'infinito con tutti 'sti 3, credetemi!), ma soprattutto è il post numero 100! Tanti auguri a me!!!
Chiusa la parentesi di numerologia, che vi ha regalato una quantità di suggermenti per poter giocare al Lotto, vi auguro buon inizio settimana, as usual.
Che ho fatto io nel weekend? Eh, datemi un paio di minuti e ve lo racconto:
Venerdì cena nella mia magione con tanti mangioni: in 6 ci siamo spazzati via una teglia a due piazze di lasagne che, non lo dico per tirarmela, ma per come le faccio io potrei portarle al Festival di San Remo e vincerci il premio Nobel del Muretto di Cannes. Pure Luca, l'unico bolognese assiso al desco, ha apprezzato la variante napoletana di questa pasta al forno che prevede l'impiego di un bel pò di uovo sodo tra gli ingredienti. Gran finale con doppia torta: alle carote e al limone, perchè qualcosa di chic e leggero nel finale ci stava...
Sabato iniziato nel migliore dei modi e avete fantasia a sufficienza per capire come... Dopo il sesso ho evitato di rifare la doccia dato che mi ero lavato appena 7 ore prima e poi mi piace avere addosso certe fragranze e durante la giornata, in palestra e in bus, ho avuto per l'ennesima volta la riprova di un fenomeno notato in precedenza: le persone sono più gentili e cortesi, si avvicinano affabili e micesche quando so di scopata fresca. E' mai capitato anche a voi? Possibile che certi feromoni vadano a colpire l'olfatto di chi ci sta vicino rendendolo più disponibile? E' un interessante esperimento sull'animalità umana che mi fa venire voglia di continuare questi miei studi. Solo che l'effetto indesiderato potrebbe essere una totale mancanza di igiene personale, devo cercare di non abusarne...
Domenica con un sole e un cielo terso come non si vedevano da mesi e mesi s'è deciso di celebrare con una romantica pazzia: la passeggiata al mare! Passare a Febbraio lì dove espongo il culo bianco da Maggio in avanti, rivedere quelle dune, testimoni di tante prodezze erotiche di centinaia di bagnanti estivi, così desertiche e piene di rami portati dalle mareggiate e migliaia di uccelli per una volta in aria e non all'aria mi ha fatto sentire speranzoso che il peggio è, almeno meteorologicamente, passato e tra un pò si tornerà a godere.
(Nella foto principale: un concorrente cerca di fare il botto con la ruota di Ok il prezzo è giusto;
nella foto secondaria: Iva Zanicchi cerca di farsi dare una botta ma il prezzo è sempre troppo alto)
ATTENZIONE! Prima di cimentarti nella lettura di questo blog, leggi il prospetto informativo.
Informazioni personali
- Massi
- Bologna, Italy
- Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!
lunedì 22 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
Ma che razza di studio...
Un docente dell'Università dell'Ulster di Coleraine (Irlanda, ma quella del Nord) che, se ti capita di incontrarlo per strada e gli urli dal marciapiede opposto "PROFESSOR RICHARD LYNN!!!", lui si gira, sta facendo molto parlare di sè negli ambienti accademici per i risultati di una sua ricerca secondo la quale in media gli italiani del nord sono gli unici ad avere un quoziente intellettivo pari a quello dei popoli nord-europei mentre quelli del sud ce l'hanno inferiore.
Ora, io la sua ricerca me la sono letta e non mi pare un metodo molto scientifico far derivare la conclusione di un QI più basso dalle minori entrate economiche, scolarizzazione, statura, qualità dei cibi ingeriti (evidentemente non ha mai ordinato una pasta con la crema in un bar di Bologna...), ecc. dei meridionali.
Lo studio è fallace anche perchè molto autocentrato: nelle note e nella bibliografia di riferimento il Prof. Lynn fa ampio rimando ad altre sue precedenti pubblicazioni, come quella che qualche anno fa già gli regalò la notorietà per aver sostenuto che in estremo oriente sono più intelligenti che da questa parte del globo e che i neri sono più perspicaci quanto più chiaro è la colorazione della pelle...
Fermo restando quindi che non riconosco un vero valore scientifico alla sua ricerca, dico anche che trovo eccessive certe reazioni di fronte a studi del genere. Mi spiego meglio (almeno ci provo, sennò già sento che qualcuno mi mangia la faccia..): a me interessano certe investigazioni sui caratteri nazionali perchè credo ci sia un fondo di verità quando si dice che i giapponesi sono tecnologici, gli statunitensi pragmatici, gli spagnoli passionali (questa poi, più e più volte assodata cari mei!). Basta aver presente che mentre lo si sta dicendo è a una media che ci si sta riferendo e che ovviamente si fa di tutta l'erba un fascio: ovvio che ci sono ANCHE giapponesi senza forno a microonde, ANCHE americani che si perdono in un bicchier d'acqua e ANCHE spagnoli dall'eros narcotizzato (fortuna che ancora ne devo beccare uno...).
Per lo stesso motivo credo che anche alcuni caratteri non in positivo possano essere investigati e rilevati a patto che si proceda alla ricerca con metodo scientifico.
Ma perchè urlare al tentativo di diffusione di teorie razziste e propagandistiche ogni volta che qualcuno ci prova?
Questo studio ho già detto che secondo me fa cagare ma solleva un'interessante questione: perchè ci si scandalizza sempre se uno si cimenta in certi campi di ricerca? Perchè ci si dovrebbe sentire offesi a morte se qualcuno un giorno dovesse rivelare, dati alla mano, che il quoziente delle facoltà intellettive è mediamente più basso tra le popolazioni del sud Italia? Uno studio è una ricchezza a prescindere nel momento in cui fa luce su un qualcosa di ancora inesplorato.
Il problema semmai sarebbe di sfruttamento per altri fini dei suoi risultati (per sostenere la superiorità di qualcuno su qualcun'altro, per giustificare misfatti, persecuzioni, ecc.), ma la scienza non deve avere le ali legate dalla possibilità di svilimento degli esiti delle sue ricerche. E' ovvio che io posso pubblicare un interessantissimo studio sui 100 modi esistenti per far bollire più velocemente l'acqua ma se poi qualcuno usa l'acqua bollente per ustionarci la gente per strada invece che per farci la pasta, la colpa non è mia che ho solo cercato di essere utile con la mia scoperta dell'acqua calda!
Possibile poi che più si vada avanti più venga fuori quanto siamo geneticamente programmati dal nostro DNA che pare sapere tutto di noi, dal colore della pelle e dell'iride a quanto lungo ci verrà il cazzo, dall'età in cui cominceremo a perdere i capelli alle nostre tendenze sessuali ma il cervello no, quello non si può sostenere che sia differente a seconda del singolo patrimonio e delle peculiarità razziali? Se non c'è nessuna difficoltà a riconoscere che mediamente a letto con un sorco di colore godi di più che con un cinese, che mediamente gli svedesi sono più alti che i sardi allora perchè attitudini, talenti, predisposizioni e incapacità devono essere tenuti fuori da ogni rilevazione? Possibile che in nome di un finto politically correct dobbiamo concludere che il cervello e le sue potenzialità devono essere uguali per tutti in tutto il mondo?
Tanto, e lo ripeto, è di una media che si parla.
Alla fin fine, quando il risultato di uno studio non ci dovesse soddisfare perchè non ci sentiamo rappresentati dal suo risultato, potremmo sempre chiamarcene fuori, ma bloccare la ricerca scientifica non mi pare positivo mai. Riconosco che il terreno su cui ci muoviamo è accidentato, ma solo per questo rinunciamo a farci una passeggiata?
(Nella foto: uno scozzese mostra la superiorità del suo QI nord-europeo.)
Ora, io la sua ricerca me la sono letta e non mi pare un metodo molto scientifico far derivare la conclusione di un QI più basso dalle minori entrate economiche, scolarizzazione, statura, qualità dei cibi ingeriti (evidentemente non ha mai ordinato una pasta con la crema in un bar di Bologna...), ecc. dei meridionali.
Lo studio è fallace anche perchè molto autocentrato: nelle note e nella bibliografia di riferimento il Prof. Lynn fa ampio rimando ad altre sue precedenti pubblicazioni, come quella che qualche anno fa già gli regalò la notorietà per aver sostenuto che in estremo oriente sono più intelligenti che da questa parte del globo e che i neri sono più perspicaci quanto più chiaro è la colorazione della pelle...
Fermo restando quindi che non riconosco un vero valore scientifico alla sua ricerca, dico anche che trovo eccessive certe reazioni di fronte a studi del genere. Mi spiego meglio (almeno ci provo, sennò già sento che qualcuno mi mangia la faccia..): a me interessano certe investigazioni sui caratteri nazionali perchè credo ci sia un fondo di verità quando si dice che i giapponesi sono tecnologici, gli statunitensi pragmatici, gli spagnoli passionali (questa poi, più e più volte assodata cari mei!). Basta aver presente che mentre lo si sta dicendo è a una media che ci si sta riferendo e che ovviamente si fa di tutta l'erba un fascio: ovvio che ci sono ANCHE giapponesi senza forno a microonde, ANCHE americani che si perdono in un bicchier d'acqua e ANCHE spagnoli dall'eros narcotizzato (fortuna che ancora ne devo beccare uno...).
Per lo stesso motivo credo che anche alcuni caratteri non in positivo possano essere investigati e rilevati a patto che si proceda alla ricerca con metodo scientifico.
Ma perchè urlare al tentativo di diffusione di teorie razziste e propagandistiche ogni volta che qualcuno ci prova?
Questo studio ho già detto che secondo me fa cagare ma solleva un'interessante questione: perchè ci si scandalizza sempre se uno si cimenta in certi campi di ricerca? Perchè ci si dovrebbe sentire offesi a morte se qualcuno un giorno dovesse rivelare, dati alla mano, che il quoziente delle facoltà intellettive è mediamente più basso tra le popolazioni del sud Italia? Uno studio è una ricchezza a prescindere nel momento in cui fa luce su un qualcosa di ancora inesplorato.
Il problema semmai sarebbe di sfruttamento per altri fini dei suoi risultati (per sostenere la superiorità di qualcuno su qualcun'altro, per giustificare misfatti, persecuzioni, ecc.), ma la scienza non deve avere le ali legate dalla possibilità di svilimento degli esiti delle sue ricerche. E' ovvio che io posso pubblicare un interessantissimo studio sui 100 modi esistenti per far bollire più velocemente l'acqua ma se poi qualcuno usa l'acqua bollente per ustionarci la gente per strada invece che per farci la pasta, la colpa non è mia che ho solo cercato di essere utile con la mia scoperta dell'acqua calda!
Possibile poi che più si vada avanti più venga fuori quanto siamo geneticamente programmati dal nostro DNA che pare sapere tutto di noi, dal colore della pelle e dell'iride a quanto lungo ci verrà il cazzo, dall'età in cui cominceremo a perdere i capelli alle nostre tendenze sessuali ma il cervello no, quello non si può sostenere che sia differente a seconda del singolo patrimonio e delle peculiarità razziali? Se non c'è nessuna difficoltà a riconoscere che mediamente a letto con un sorco di colore godi di più che con un cinese, che mediamente gli svedesi sono più alti che i sardi allora perchè attitudini, talenti, predisposizioni e incapacità devono essere tenuti fuori da ogni rilevazione? Possibile che in nome di un finto politically correct dobbiamo concludere che il cervello e le sue potenzialità devono essere uguali per tutti in tutto il mondo?
Tanto, e lo ripeto, è di una media che si parla.
Alla fin fine, quando il risultato di uno studio non ci dovesse soddisfare perchè non ci sentiamo rappresentati dal suo risultato, potremmo sempre chiamarcene fuori, ma bloccare la ricerca scientifica non mi pare positivo mai. Riconosco che il terreno su cui ci muoviamo è accidentato, ma solo per questo rinunciamo a farci una passeggiata?
(Nella foto: uno scozzese mostra la superiorità del suo QI nord-europeo.)
giovedì 18 febbraio 2010
L'amore più banale
Nel recente fine settimana giù dai miei, tra chiacchiere, grandi abbuffate e ninnenanne ai nipotini ho avuto anche il tempo di pensare molto alla morte.
Non mi sono annoiato così tanto da accarezzare l'idea di un suicidio rapido e indolore, questo è successo le altre volte magari...
Stavolta no: sono stato bene nel vecchio nido e per qualche giorno smanie e idiosincrasie se ne sono state buone in qualche recesso del mio animo.
Il periodo è quello che è e la mia mamma mi ha coinvolto nella preparazione di un pò di dolci di carnevale calandomi in un'atmosfera rarefatta di zucchero a velo, latte, semola, uva sultanina e domande sciocche.
Nel laboratorio degli affetti familiari, tra le fiale di essenza di fiori d'arancio e la farina sparsa ovunque, abbiamo scoperto un pò di più su di noi e sfogliato vecchie formule magiche di prodigi da forno.
Mi manca la mia mamma.
Due mesi di attesa cominciano a essere troppi per una mia visita: i suoi capelli non aspettano più me per ingrigirsi e ogni volta scopro una nuova ruga nella sua collezione.
Amo la mia mamma, lo scrivevo nei pensierini delle elementari e sono felice che il tempo certe cose non possa modificarle.
Quando sto così bene non riesco a non pensare alla fine, a come sarà il dopo, a come starò senza.
Non ho fatto una top ten delle perdite che mi addolorerebbero di più ma quale fine sarebbe un pò anche la mia? Questo sì, me lo sono domandato. La risposta è di una ovvietà pazzesca, quasi mi vergogno di tanta banalità. Quasi, appunto: se il destino risparmierà a lei quello che comunemente viene indicato come il peggior incubo di un genitore, sopravvivere al figlio, vorrà dire che il mio sarà invece stato atroce.
Altrettanto spesso mi sto chiedendo se sono felice o meglio, se sono consapevole di essere felice.
Da questo fine settimana so che lo sarò davvero finche potrò gridare almeno dentro una cornetta la prima parola che ho imparato e ricevere in cambio un "Sì? Eccomi, tesoro!".
Non mi sono annoiato così tanto da accarezzare l'idea di un suicidio rapido e indolore, questo è successo le altre volte magari...
Stavolta no: sono stato bene nel vecchio nido e per qualche giorno smanie e idiosincrasie se ne sono state buone in qualche recesso del mio animo.
Il periodo è quello che è e la mia mamma mi ha coinvolto nella preparazione di un pò di dolci di carnevale calandomi in un'atmosfera rarefatta di zucchero a velo, latte, semola, uva sultanina e domande sciocche.
Nel laboratorio degli affetti familiari, tra le fiale di essenza di fiori d'arancio e la farina sparsa ovunque, abbiamo scoperto un pò di più su di noi e sfogliato vecchie formule magiche di prodigi da forno.
Mi manca la mia mamma.
Due mesi di attesa cominciano a essere troppi per una mia visita: i suoi capelli non aspettano più me per ingrigirsi e ogni volta scopro una nuova ruga nella sua collezione.
Amo la mia mamma, lo scrivevo nei pensierini delle elementari e sono felice che il tempo certe cose non possa modificarle.
Quando sto così bene non riesco a non pensare alla fine, a come sarà il dopo, a come starò senza.
Non ho fatto una top ten delle perdite che mi addolorerebbero di più ma quale fine sarebbe un pò anche la mia? Questo sì, me lo sono domandato. La risposta è di una ovvietà pazzesca, quasi mi vergogno di tanta banalità. Quasi, appunto: se il destino risparmierà a lei quello che comunemente viene indicato come il peggior incubo di un genitore, sopravvivere al figlio, vorrà dire che il mio sarà invece stato atroce.
Altrettanto spesso mi sto chiedendo se sono felice o meglio, se sono consapevole di essere felice.
Da questo fine settimana so che lo sarò davvero finche potrò gridare almeno dentro una cornetta la prima parola che ho imparato e ricevere in cambio un "Sì? Eccomi, tesoro!".
martedì 16 febbraio 2010
Reportage del lunedì # 45 (edizione speciale del martedì...essù che era un pezzo che non scrivevo in ritardo!)
Non so se Trenitalia fornisca a tutti, compreso nel prezzo del biglietto, un catalogo umano di casi da studio analitico ma a me, ogni volta che scendo dai miei, ne succedono di ogni.
I viaggi in treno su Intercity che portano verso il versante partenopeo dell'italico meridione hanno questa caratteristica: quelli di andata peggiorano tappa dopo tappa, quelli del ritorno non migliorano stazione dopo stazione. E non parlo solo della spiacevole compagnia con cui ti trovi forzatamente a condividere pensieri, parole e pareri sulla (di loro) frittata di maccheroni ma di tutti i servizi offerti.
Andata: Man mano che incede verso la sua meta, il treno si popola di venditori abusivi di generi alimentari, ciechi che elemosinano e storpi che disegnano coi piedi e scambiano il treno per una galleria d'arte su cui piazzare i propri capolavori, venditori di calzini multicolore "Tezzenìs, Adidàs e Iammamà (credo intendesse Yamamay..) origgginali!".
Peggiora pure il carrellino portavivande di Trenitalia che, chissà perchè, risulta molto più sfornito e ammaccato e con le ruote traballanti di quello passato quando ancora eravamo a Firenze...misteri ferroviari!
Il comunicato sparato ogni 20 minuti assume poi i toni tragicomici quando annuncia stentoreo che "Si avvisano i signori viaggiatori che al bar situato al centro del treno i signori passeggeri che desiderano consumare, potrete trovare una vasta gamma di prodottti dolci e salati tra cui le nostre famose torte al taglio, panini, pizze e snack" e nessuno dei miei compagni di scompartimento, opportunamente interrogati con il mio miglior sguardo di riprovazione-che-cerca-un-appoggio è mai sembrato minimamente turbato dall'eccidio della grammatica filodiffuso.
I sedili erano di quell'originalissimo blu cangiante nel marrone, una nuance che solo a bordo di certi treni è possibile rinvenire e che il Pantone dei colori sta pensando di ribattezzare come "Azzurrato merda", codice cromatico 00-0Y08.
Accanto a me una catarrosa spargeva germi a colpi di tosse insistiti, come se non fosse nata che per quello, dedicando anima e adenoidi al compito. Un altro stava al cellulare urlando a un amico che "...devi farmi un favore! Entra nella mia posta elettronica, utente Tuonodinotte81, la password è forzanola e vedi che c'è l'ultima mail della banca con il resoconto...dimmi se quando arrivo a Roma posso fare un bancomàt!"...Inutile che proviate con Hotmail, Yahoo e Gmail, ho già tentato io, ma se qualcuno scopre con quale account ha la posta questo tizio mi faccia sapere!!!
Ritorno: illudersi di aver visto il peggio è l'errore più madornale che il perfetto viaggiatore deve evitare quando si affida alla linea Napoli-Milano.
In una rapida rassegna delle mostruosità incontrate devo citare il vesuviano che parlava in napoletano a una tedesca e di fronte ai di lei "Spritz-wurstel, fist ein zwei polizei" (scusate ma non conosco mezza parola di tedesco, però più o meno ha detto così...) ha ripetuto tre volte "A Napule se fa tutt' ampressa!" urlando sempre più, come se straniera fosse un sinonimo di sorda.
E poi loro, la coppia d'oro delle ferrovie: una diciottenne che ha studiato trucco alla scuola di morigeratezza di Anna Tatangelo e che, così conciata con gli occhi alla Cleopatra, ne dimostrava 50 e un vecchiaccio dall'età indefinibile da cui pure Berlusconi avrebbe mooolto da imparare! Questo qui ha ascoltato una telefonata della squinzia che si lamentava con la mamma di avere mal di testa e, appena ha messo giù, l'ha tartassata con le sue offerte di aiuto in quanto terapista del dolore noto in quel di Nocera Inferiore col nome d'arte di Zi' Santo'... Lei all'inizio ha cercato di farsi aiutare dagli altri per cavarsi dalla situazione imbarazzante, lanciando sguardi che imploravano soccorso ma nessuno ha colto. Neanche io, che ho finto di dormire pensando che se una va in giro così truzza, volgare come la presidentessa delle meretrici associate e con l'ombelico in fuori il 15 di febbraio e beh, allora tieniti il lumacone santone! Lui ha iniziato a mettere in atto la sua tecnica ipnotica con una sapienza incredibile: prima l'ha massaggiata nei polsi, poi le ha fatto chiudere gli occhi (immaginatevi il tutto nello scomparto di un treno, non al Fatebenefratelli!), dato dei colpetti sulle spalle, fatta respirare profondamente, preso le mani e le ha comandato di dire ad alta voce i suoi problemi perchè secondo lui così se ne vanno per metà. "Quando studio e leggo troppo spesso mi fa male la testa!" ha cominciato lei, mentre io non sapevo se chiamare un esorcista o chiudermi nel cesso... Gli altri fingevano di leggere o dormire, come se tutto fosse normale. In cinque minuti tutto il treno era stato messo al corrente della stanchezza cronica di questa tamarra, che spesso le si blocca il tendine del pollice destro e che se corre le fa male il costato per ore e ore. Chissà perchè qualunque problema lei declarasse era tutto riconducibile a problemi all'intestino e posturali della zona lombare che, tradotto in parole povere, significa che fino all'arrivo nella capitale questo marpione l'ha massaggiata appena sopra la figa e il culo, lì davanti a tutti e non potendo, grazie a questo stratagemma del fare tutto alla luce del sole, essere accusato di un bel niente!
Prossima volta che becco un militare 20enne che si lamenta dello zaino troppo pesante, salto in piedi e gli dico "Chissà quanti problemi posturali!!! Smutandati che ci penso io!"
(Nelle foto: gli ultimi tre modelli di Eurostar in circolazione. Sconsiglio il primo tipo: non va da nessuna parte...in pratica un'inculata pazzesca.)
I viaggi in treno su Intercity che portano verso il versante partenopeo dell'italico meridione hanno questa caratteristica: quelli di andata peggiorano tappa dopo tappa, quelli del ritorno non migliorano stazione dopo stazione. E non parlo solo della spiacevole compagnia con cui ti trovi forzatamente a condividere pensieri, parole e pareri sulla (di loro) frittata di maccheroni ma di tutti i servizi offerti.
Andata: Man mano che incede verso la sua meta, il treno si popola di venditori abusivi di generi alimentari, ciechi che elemosinano e storpi che disegnano coi piedi e scambiano il treno per una galleria d'arte su cui piazzare i propri capolavori, venditori di calzini multicolore "Tezzenìs, Adidàs e Iammamà (credo intendesse Yamamay..) origgginali!".
Peggiora pure il carrellino portavivande di Trenitalia che, chissà perchè, risulta molto più sfornito e ammaccato e con le ruote traballanti di quello passato quando ancora eravamo a Firenze...misteri ferroviari!
Il comunicato sparato ogni 20 minuti assume poi i toni tragicomici quando annuncia stentoreo che "Si avvisano i signori viaggiatori che al bar situato al centro del treno i signori passeggeri che desiderano consumare, potrete trovare una vasta gamma di prodottti dolci e salati tra cui le nostre famose torte al taglio, panini, pizze e snack" e nessuno dei miei compagni di scompartimento, opportunamente interrogati con il mio miglior sguardo di riprovazione-che-cerca-un-appoggio è mai sembrato minimamente turbato dall'eccidio della grammatica filodiffuso.
I sedili erano di quell'originalissimo blu cangiante nel marrone, una nuance che solo a bordo di certi treni è possibile rinvenire e che il Pantone dei colori sta pensando di ribattezzare come "Azzurrato merda", codice cromatico 00-0Y08.
Accanto a me una catarrosa spargeva germi a colpi di tosse insistiti, come se non fosse nata che per quello, dedicando anima e adenoidi al compito. Un altro stava al cellulare urlando a un amico che "...devi farmi un favore! Entra nella mia posta elettronica, utente Tuonodinotte81, la password è forzanola e vedi che c'è l'ultima mail della banca con il resoconto...dimmi se quando arrivo a Roma posso fare un bancomàt!"...Inutile che proviate con Hotmail, Yahoo e Gmail, ho già tentato io, ma se qualcuno scopre con quale account ha la posta questo tizio mi faccia sapere!!!
Ritorno: illudersi di aver visto il peggio è l'errore più madornale che il perfetto viaggiatore deve evitare quando si affida alla linea Napoli-Milano.
In una rapida rassegna delle mostruosità incontrate devo citare il vesuviano che parlava in napoletano a una tedesca e di fronte ai di lei "Spritz-wurstel, fist ein zwei polizei" (scusate ma non conosco mezza parola di tedesco, però più o meno ha detto così...) ha ripetuto tre volte "A Napule se fa tutt' ampressa!" urlando sempre più, come se straniera fosse un sinonimo di sorda.
E poi loro, la coppia d'oro delle ferrovie: una diciottenne che ha studiato trucco alla scuola di morigeratezza di Anna Tatangelo e che, così conciata con gli occhi alla Cleopatra, ne dimostrava 50 e un vecchiaccio dall'età indefinibile da cui pure Berlusconi avrebbe mooolto da imparare! Questo qui ha ascoltato una telefonata della squinzia che si lamentava con la mamma di avere mal di testa e, appena ha messo giù, l'ha tartassata con le sue offerte di aiuto in quanto terapista del dolore noto in quel di Nocera Inferiore col nome d'arte di Zi' Santo'... Lei all'inizio ha cercato di farsi aiutare dagli altri per cavarsi dalla situazione imbarazzante, lanciando sguardi che imploravano soccorso ma nessuno ha colto. Neanche io, che ho finto di dormire pensando che se una va in giro così truzza, volgare come la presidentessa delle meretrici associate e con l'ombelico in fuori il 15 di febbraio e beh, allora tieniti il lumacone santone! Lui ha iniziato a mettere in atto la sua tecnica ipnotica con una sapienza incredibile: prima l'ha massaggiata nei polsi, poi le ha fatto chiudere gli occhi (immaginatevi il tutto nello scomparto di un treno, non al Fatebenefratelli!), dato dei colpetti sulle spalle, fatta respirare profondamente, preso le mani e le ha comandato di dire ad alta voce i suoi problemi perchè secondo lui così se ne vanno per metà. "Quando studio e leggo troppo spesso mi fa male la testa!" ha cominciato lei, mentre io non sapevo se chiamare un esorcista o chiudermi nel cesso... Gli altri fingevano di leggere o dormire, come se tutto fosse normale. In cinque minuti tutto il treno era stato messo al corrente della stanchezza cronica di questa tamarra, che spesso le si blocca il tendine del pollice destro e che se corre le fa male il costato per ore e ore. Chissà perchè qualunque problema lei declarasse era tutto riconducibile a problemi all'intestino e posturali della zona lombare che, tradotto in parole povere, significa che fino all'arrivo nella capitale questo marpione l'ha massaggiata appena sopra la figa e il culo, lì davanti a tutti e non potendo, grazie a questo stratagemma del fare tutto alla luce del sole, essere accusato di un bel niente!
Prossima volta che becco un militare 20enne che si lamenta dello zaino troppo pesante, salto in piedi e gli dico "Chissà quanti problemi posturali!!! Smutandati che ci penso io!"
(Nelle foto: gli ultimi tre modelli di Eurostar in circolazione. Sconsiglio il primo tipo: non va da nessuna parte...in pratica un'inculata pazzesca.)
lunedì 8 febbraio 2010
Reportage del lunedì # 44
Sono stanco morto, ho gli occhi come le palline di ping pong (o di Ping Ping o un altro cinese nanerottolo a caso) e con due fessurine suscettibili alla luce che mi danno un'aria tormentata e cattiva. Stamattina una mia collega, vedendomi in questo stato, ha commentato che se mi sforzo e mi ingobbisco ancora un pò, visto che siamo a carnevale, posso travestirmi da Igor di Frankenstein jr. risparmiando un botto su costumi e trucco... Una serpe in seno sarebbe meno velenosa, oltre che più divertente...
Sabato ho dato la libera uscita a due di quei tratti della mia personalità che mi caratterizzano di più: di giorno la colf che è in me ha potuto godere del riassetto della cucina, ha gioito di fronte a promozioni inattese al banco salumi e sfiorato un orgasmo a risucchiare vecchi gatti di polvere sotto il letto col bidone aspiratutto. Al tramonto però, dopo una giornata a farmi il culo quadrato tra spazzole e ramazze, la trasformazione licantropica ha preso il sopravvento e lo spirito di Tony Manero ha liquidato la rumena con una pacca sul sedere e una strizzata d'occhio...era chiaro che d'ora in avanti avrebbe guidato lui la serata.
Arrivo al Red Club carico come un coniglietto Duracell e, anche se la pista è ancora vuota, le ginocchia non riescono a stare ferme e ballicchio da fermo tutto quello che il dj mette sul piatto. Ho sempre sognato fin da ragazzino di finire come in uno di quei film primi anni '90 in cui c'è quello superbravo che apre le danze buttandosi al centro della pista e liberando a colpi d'anca la voglia degli altri di cominciare la serata. Non l'ho mai fatto ma il mio senso del ridicolo va assottigliandosi con l'età quindi non è mai detto...
Al contrario delle altre volte sono comunicativissimo, saluto tutti, dai semplici conoscenti alle drag queens che hanno appena finito di ballare Lady Marmalade. A quella che si è conciata come Cristina Aguilera nel video dico "Ciao Cristina! Che gnocca che sei!" e lei "Oh menomale! Pensavo mi chiamassi pure te Lady Gaga, ti sarei passato col tacco 12 sui calli!".
Poi vedo un tizio, sembra uno di gayromeo con cui chatto da mesi senza mai esserci decisi a prendere un caffè, ma qualcosa non torna: è più basso che nella sua descrizione, è più bruttino che nelle foto e più grassottello di quando in cam ha spalancato l'accappatoio dopo la doccia. Eppure... Vado lì armato del coraggio del secondo drink e gli chiedo se è proprio lui. Stava ancora sibilanso la S della sua conferma che già gli ho fatto il cucchiaio tra le gambe: dovevo verificare che almeno i 25 cm di palo dichiarati nel profilo non fossero una bugia. E' divertito, mi lascia fare. Ma non avevo il tempo di aspettare a lungo e arrivato a 23 tolgo la mano...una roba da sturbo, almeno su quello era stato sincero!
Il resto della serata l'ho passato col moroso ed Enrique, un cubano che ci ha tramortiti con tutta la passionalità del caribe. Ho bevuto troppo però e sono stato a trattenere conati dalle 4 in avanti...
Domenica, con l'acidità di stomaco d'ordinanza in questi casi, son rimasto a letto il più possibile. Nel pomeriggio giusto per sentirmi ancora capace di deambulare, sono andato in centro per Art First, una rassegna d'arte periodica...in certi periodi piazzano in giro per la città cose artistiche...con tanti artisti...del periodo, ovvio...
Io non so cosa mi spinga ad andare a vedere mostre d'arte moderna, di certo non me lo prescrive il dottore. Forse per vedere se c'è un limite alla capacità di certa gente di declinare in modi sempre nuovi la sconfinata inutilità della propria esistenza.
Quest'anno son rimasto particolarmente basito di fronte a una installazione di un'artista dal nome impronunciabile e comunque di nessuna importanza: un video a ripetizione su una donna (forse lei stessa?) che viene inquadrata in primissimo piano mentre qualcuno fuori dalla scena la bombarda con lanci di crostini che lei cerca di afferrare al volo con la bocca; le briciole le finiscono ovunque, nei capelli, sugli occhi nelle narici e lei continua a spalancare la bocca e a farsi ricoprire il viso di smozzichi di pane: un bukkake per esperti fornai.
Ad ogni modo, se ancora non riesco a comprendere la differenza tra un Artista e un artista, comincio a cogliere quella tra un artista e una persona normale: quando gli scappa l'impellenza di partorire una cagata simile, l'artista corre nel suo laboratorio invece che al cesso.
Sabato ho dato la libera uscita a due di quei tratti della mia personalità che mi caratterizzano di più: di giorno la colf che è in me ha potuto godere del riassetto della cucina, ha gioito di fronte a promozioni inattese al banco salumi e sfiorato un orgasmo a risucchiare vecchi gatti di polvere sotto il letto col bidone aspiratutto. Al tramonto però, dopo una giornata a farmi il culo quadrato tra spazzole e ramazze, la trasformazione licantropica ha preso il sopravvento e lo spirito di Tony Manero ha liquidato la rumena con una pacca sul sedere e una strizzata d'occhio...era chiaro che d'ora in avanti avrebbe guidato lui la serata.
Arrivo al Red Club carico come un coniglietto Duracell e, anche se la pista è ancora vuota, le ginocchia non riescono a stare ferme e ballicchio da fermo tutto quello che il dj mette sul piatto. Ho sempre sognato fin da ragazzino di finire come in uno di quei film primi anni '90 in cui c'è quello superbravo che apre le danze buttandosi al centro della pista e liberando a colpi d'anca la voglia degli altri di cominciare la serata. Non l'ho mai fatto ma il mio senso del ridicolo va assottigliandosi con l'età quindi non è mai detto...
Al contrario delle altre volte sono comunicativissimo, saluto tutti, dai semplici conoscenti alle drag queens che hanno appena finito di ballare Lady Marmalade. A quella che si è conciata come Cristina Aguilera nel video dico "Ciao Cristina! Che gnocca che sei!" e lei "Oh menomale! Pensavo mi chiamassi pure te Lady Gaga, ti sarei passato col tacco 12 sui calli!".
Poi vedo un tizio, sembra uno di gayromeo con cui chatto da mesi senza mai esserci decisi a prendere un caffè, ma qualcosa non torna: è più basso che nella sua descrizione, è più bruttino che nelle foto e più grassottello di quando in cam ha spalancato l'accappatoio dopo la doccia. Eppure... Vado lì armato del coraggio del secondo drink e gli chiedo se è proprio lui. Stava ancora sibilanso la S della sua conferma che già gli ho fatto il cucchiaio tra le gambe: dovevo verificare che almeno i 25 cm di palo dichiarati nel profilo non fossero una bugia. E' divertito, mi lascia fare. Ma non avevo il tempo di aspettare a lungo e arrivato a 23 tolgo la mano...una roba da sturbo, almeno su quello era stato sincero!
Il resto della serata l'ho passato col moroso ed Enrique, un cubano che ci ha tramortiti con tutta la passionalità del caribe. Ho bevuto troppo però e sono stato a trattenere conati dalle 4 in avanti...
Domenica, con l'acidità di stomaco d'ordinanza in questi casi, son rimasto a letto il più possibile. Nel pomeriggio giusto per sentirmi ancora capace di deambulare, sono andato in centro per Art First, una rassegna d'arte periodica...in certi periodi piazzano in giro per la città cose artistiche...con tanti artisti...del periodo, ovvio...
Io non so cosa mi spinga ad andare a vedere mostre d'arte moderna, di certo non me lo prescrive il dottore. Forse per vedere se c'è un limite alla capacità di certa gente di declinare in modi sempre nuovi la sconfinata inutilità della propria esistenza.
Quest'anno son rimasto particolarmente basito di fronte a una installazione di un'artista dal nome impronunciabile e comunque di nessuna importanza: un video a ripetizione su una donna (forse lei stessa?) che viene inquadrata in primissimo piano mentre qualcuno fuori dalla scena la bombarda con lanci di crostini che lei cerca di afferrare al volo con la bocca; le briciole le finiscono ovunque, nei capelli, sugli occhi nelle narici e lei continua a spalancare la bocca e a farsi ricoprire il viso di smozzichi di pane: un bukkake per esperti fornai.
Ad ogni modo, se ancora non riesco a comprendere la differenza tra un Artista e un artista, comincio a cogliere quella tra un artista e una persona normale: quando gli scappa l'impellenza di partorire una cagata simile, l'artista corre nel suo laboratorio invece che al cesso.
mercoledì 3 febbraio 2010
Va' dove ti porta il bus
Non possedendo un'auto, mi muovo in città solo a piedi e coi mezzi pubblici.
Per andare al lavoro la scelta è tra farmi una passeggiata di 32 minuti senza guardare le vetrine (40 in caso contrario) o saltare sul bus e mettercene 12-15 a seconda del traffico e della sfiga ai semafori. Una situazione invidiabile per moltissimi lavoratori, specie se si pensa che passeggiare per Bologna ha un indiscutibile fascino.
Epperò sono pigro e al mattino faccio fatica a carburare, per cui la scelta del bus, almeno all'andata, è quasi sempre la preferita.
Monto su e comincio a svegliarmi sul serio. L'effetto che n'è il moroso, nè il caffè della colazione sono riusciti a procurarmi me lo dà quella dozzina di minuti in cui me ne sto dritto e accorto come un lemure pronto a buttarmi di sotto alla prima fermata nel caso di...visita del controllore! Sì perchè....io non pago il biglietto. Quasi mai almeno. Le cose stanno così: applico per me stesso una zona franca della coscienza in cui i sensi di colpa per quello che faccio non scattano. Questa spacie di franchigia etica ricomprende vari casi: quando il bus tarda un tempo tale per cui da cartellone avrebbero dovuto passarne almeno tre, quando le condizioni interne del mezzo sono indegne dell'Atc dello Swaziland, quando è talmente zeppo di studenti brufolosi e vecchiette artritiche che già respirare diventa attività ardua, figurarsi farsi spazio fino all'emettitrice e, infine, quando il viaggio dura meno di 4 fermate.
Nonostante tutte le giustificazioni che do a me stesso per la mia mancanza, non vado certo fiero di quello che faccio. Infatti non faccio proselitismo su questa cosa e se lo racconto qui è solo perchè credo che il blog sia anche un pò un confessionale. E come tutti quelli che vanno a confessarsi, dichiaro il mio peccato per goderne una seconda volta, anche oralmente...
Il fatto è che ho vissuto fino ai 19 anni in una di quelle realtà bucoliche del sud Italia dal sapore antico: famigliona allargatissima, tutti i parenti e gli amici nel raggio di mezzo chilometro e, in assenza del servizio pubblico di trasporto, per andare dal punto A al punto B, piuttosto andavo con l'Ape o sul trattore accompagnato da uno dei miei 250 zii... Il bus, il tram e compagnia bella li vedevo solo ad Agosto quando si andava a passare quache settimana a Roma dai "cugini metropolitani". Insomma mi è mancata quella fase di trasgressione che deriva dal fare il portoghese che gli adolescenti vivono all'età giusta e che ora cerco di recuperare in qualche modo.
A dirla tutta però, uno che non paga sempre sempre il biglietto secondo me fa bene (lo so, ho appena scritto che su questa cosa non faccio proselitismo ma adesso, ragionando, mi vengono certe riflessioni...).
Innanzi tutto perchè, quando nel corso del 2008-2009 il prezzo del carburante è sceso ad un livello più basso di una barzelletta di Berlusconi, nessuno si è premurato di abbassare il costo del biglietto o di allungare la durata della validità dello stesso, preferendo intascarsi tutto il surplus dei guadagni senza dar nulla in cambio. Seconda considerazione: la storiella secondo la quale con 1 euro puoi riuscire a fare, nei 60 minuti di durata del biglietto, sia il viaggio di andata che quello di ritorno non mi convince per nulla. La gente prende il bus per andare a lavoro, pagare bollette, fare la spesa o recarsi a scuola, col cavolo che riesci a fare due viaggi in un'ora. Se davvero volessero favorire il verificarsi di questa cosa, allora perchè non fanno biglietti di 50 centesimi l'uno che durino 30 minuti? Apparentemente non cambia nulla. Appunto....apparentemente! Bologna non è Roma o Milano, con 30 minuti a tua disposizione arrivi ovunque, è inutile che mi allunghi la durata de 'sto cazzo di biglietto solo per giustificare l'aumento di prezzo, tanto si sa che un viaggio tipo dura 20 minuti al massimo e il resto è a tutti gli effetti tempo perso ma profumatamente pagato.
(Nelle foto: il Bait Bus... Hai voglia ad aspettarlo, non passa mai...)
Per andare al lavoro la scelta è tra farmi una passeggiata di 32 minuti senza guardare le vetrine (40 in caso contrario) o saltare sul bus e mettercene 12-15 a seconda del traffico e della sfiga ai semafori. Una situazione invidiabile per moltissimi lavoratori, specie se si pensa che passeggiare per Bologna ha un indiscutibile fascino.
Epperò sono pigro e al mattino faccio fatica a carburare, per cui la scelta del bus, almeno all'andata, è quasi sempre la preferita.
Monto su e comincio a svegliarmi sul serio. L'effetto che n'è il moroso, nè il caffè della colazione sono riusciti a procurarmi me lo dà quella dozzina di minuti in cui me ne sto dritto e accorto come un lemure pronto a buttarmi di sotto alla prima fermata nel caso di...visita del controllore! Sì perchè....io non pago il biglietto. Quasi mai almeno. Le cose stanno così: applico per me stesso una zona franca della coscienza in cui i sensi di colpa per quello che faccio non scattano. Questa spacie di franchigia etica ricomprende vari casi: quando il bus tarda un tempo tale per cui da cartellone avrebbero dovuto passarne almeno tre, quando le condizioni interne del mezzo sono indegne dell'Atc dello Swaziland, quando è talmente zeppo di studenti brufolosi e vecchiette artritiche che già respirare diventa attività ardua, figurarsi farsi spazio fino all'emettitrice e, infine, quando il viaggio dura meno di 4 fermate.
Nonostante tutte le giustificazioni che do a me stesso per la mia mancanza, non vado certo fiero di quello che faccio. Infatti non faccio proselitismo su questa cosa e se lo racconto qui è solo perchè credo che il blog sia anche un pò un confessionale. E come tutti quelli che vanno a confessarsi, dichiaro il mio peccato per goderne una seconda volta, anche oralmente...
Il fatto è che ho vissuto fino ai 19 anni in una di quelle realtà bucoliche del sud Italia dal sapore antico: famigliona allargatissima, tutti i parenti e gli amici nel raggio di mezzo chilometro e, in assenza del servizio pubblico di trasporto, per andare dal punto A al punto B, piuttosto andavo con l'Ape o sul trattore accompagnato da uno dei miei 250 zii... Il bus, il tram e compagnia bella li vedevo solo ad Agosto quando si andava a passare quache settimana a Roma dai "cugini metropolitani". Insomma mi è mancata quella fase di trasgressione che deriva dal fare il portoghese che gli adolescenti vivono all'età giusta e che ora cerco di recuperare in qualche modo.
A dirla tutta però, uno che non paga sempre sempre il biglietto secondo me fa bene (lo so, ho appena scritto che su questa cosa non faccio proselitismo ma adesso, ragionando, mi vengono certe riflessioni...).
Innanzi tutto perchè, quando nel corso del 2008-2009 il prezzo del carburante è sceso ad un livello più basso di una barzelletta di Berlusconi, nessuno si è premurato di abbassare il costo del biglietto o di allungare la durata della validità dello stesso, preferendo intascarsi tutto il surplus dei guadagni senza dar nulla in cambio. Seconda considerazione: la storiella secondo la quale con 1 euro puoi riuscire a fare, nei 60 minuti di durata del biglietto, sia il viaggio di andata che quello di ritorno non mi convince per nulla. La gente prende il bus per andare a lavoro, pagare bollette, fare la spesa o recarsi a scuola, col cavolo che riesci a fare due viaggi in un'ora. Se davvero volessero favorire il verificarsi di questa cosa, allora perchè non fanno biglietti di 50 centesimi l'uno che durino 30 minuti? Apparentemente non cambia nulla. Appunto....apparentemente! Bologna non è Roma o Milano, con 30 minuti a tua disposizione arrivi ovunque, è inutile che mi allunghi la durata de 'sto cazzo di biglietto solo per giustificare l'aumento di prezzo, tanto si sa che un viaggio tipo dura 20 minuti al massimo e il resto è a tutti gli effetti tempo perso ma profumatamente pagato.
(Nelle foto: il Bait Bus... Hai voglia ad aspettarlo, non passa mai...)
lunedì 1 febbraio 2010
Reportage del lunedì # 43 (+ tana libera tutti!)
E una rottura ce la siamo tolta dai coglioni... No, non parlo della Binetti, ma del primo mese dell'anno!
Buon Febbraio a tutti! Come state? Io come se fossi una foca che fa il bagno in topless nelle acque appena a nord della Groenlandia: mi sento davvero a disagio con tutto questo freddo micidiale e sto modificando il mio aspetto fisico per reazione. Il freddo mi deprime, la depressione mi fa crescere la barba incolta, l'aspetto trascurato tiene la gente lontana e la solitudine mi fa affogare nel cibo il dispiacere. Questo per dire che ho preso due chili non propriamente definibili muscoli e, se ci incontrassimo oggi, mi scambiereste per Bruce Willis. Sì ma sotto cortisone e dopo una brutta malattia.
Venerdì giornata dedicata al disbrigo di fondamentali questioni logistiche (metto il copripiumone coi delfini in camera mia o in quella degli ospiti?) e cena eterofriendly a casa di Fede e Ale. Era infatti presente una donna e per di più non estimatrice delle labbra verticali di cui il suo genere è dotato... Durante la serata è cominciata a sforforare un pò di neve e quando siamo usciti dalla casa dei nostri amici l'auto era appena appena imbiancata. Giusto il tempo di dare uno strappo agli altri ragazzi e la tormenta ha cominciato a...tormentarci, appunto sennò che tormenta è?! Non s'era ancora sciolta quella di settimana scorsa e non si sentiva francamente il bisogno di altro gelo in formato spray...ormai non ho più parole e se sento qualcuno parlare ancora di riscaldamento globale gli ficco un intero pupazzo dove so io, carota al posto del naso compresa.
Sabato spesa alimentare folle approfittando delle offerte coop. Mi sono concesso beni voluttuari a cui di solito resto insensibile come le nuove chioccioline Bauli ripiene di cacao, il prosciutto in vaschetta per non fare la fila al banco e i cannelloni di Viva la Mamma! Ora io non so che razza di genitrice abbia avuto il signor Beretta, ma vi assicuro che se la mia mi avesse dato da mangiare certa robaccia sarei andato via di casa molto prima dei 27 anni... Per la serie ma anche no, grazie! Serata casalinga forzata dalla neve caduta tutto il giorno e dal freddo polare. Avevamo un mezzo invito di Pablo e Laura per vedersi in centro ma quando l'alternativa è una tisana calda, delle coccole sotto il plaid e due episodi di Desperate Housewives, difficile schiodarci di casa di questi tempi... Ci faremo perdonare ragazzi...sempre che Laura torni da queste parti non prima del 15 giugno però!
Domenica mattina in palestra per arginare la catastrofe fisica e sfogare i miei bulimici sensi di colpa. Pomeriggio in sauna fino a sera tardi, trattenuto come al solito. Stavolta trattenuto è proprio la parola giusta visto che uno non mi restituiva un dito intrappolato dentro il suo culo. Una prensilità nuova, mai sospettata prima...non si finisce mai di scoprire nuovi talenti in certi postacci, mi sento un pò la Mara Maionchi dei postriboli. Per fortuna stavolta non c'era il vocalist del Muccassassina di cui ho parlato nei miei recenti post, forse impossibilitato a raggiungere Bologna perchè le uniche catene che ha le usa per esplorare le nuove frontiere del sadomaso. Leggevo su Spetteguless il resoconto disgustoso della serata Dildo e del repertorio volgare di cui questo tizio (col suo compare, si fanno chiamare Belli e Gemelli o qualcosa di simile) si fa vanto durante le serate e adesso lo schifo per davvero. Prossima volta che mi afferra il cazzo e ci batte sopra un dito urlando "Prova microfono! 1, 2, 3 PROVAAAA!" gliene canto io quattro!
TANA LIBERA TUTTI!
Proclamo tutti vincitori a pari merito i pochi coraggiosi partecipanti al TrombiContest # 3! Bravi ragazzi, sono orgoglioso di voi come un padre voyeur può esserlo della figlia adolescente che lascia sempre la porta aperta mentre si cambia i collant!
Buon Febbraio a tutti! Come state? Io come se fossi una foca che fa il bagno in topless nelle acque appena a nord della Groenlandia: mi sento davvero a disagio con tutto questo freddo micidiale e sto modificando il mio aspetto fisico per reazione. Il freddo mi deprime, la depressione mi fa crescere la barba incolta, l'aspetto trascurato tiene la gente lontana e la solitudine mi fa affogare nel cibo il dispiacere. Questo per dire che ho preso due chili non propriamente definibili muscoli e, se ci incontrassimo oggi, mi scambiereste per Bruce Willis. Sì ma sotto cortisone e dopo una brutta malattia.
Venerdì giornata dedicata al disbrigo di fondamentali questioni logistiche (metto il copripiumone coi delfini in camera mia o in quella degli ospiti?) e cena eterofriendly a casa di Fede e Ale. Era infatti presente una donna e per di più non estimatrice delle labbra verticali di cui il suo genere è dotato... Durante la serata è cominciata a sforforare un pò di neve e quando siamo usciti dalla casa dei nostri amici l'auto era appena appena imbiancata. Giusto il tempo di dare uno strappo agli altri ragazzi e la tormenta ha cominciato a...tormentarci, appunto sennò che tormenta è?! Non s'era ancora sciolta quella di settimana scorsa e non si sentiva francamente il bisogno di altro gelo in formato spray...ormai non ho più parole e se sento qualcuno parlare ancora di riscaldamento globale gli ficco un intero pupazzo dove so io, carota al posto del naso compresa.
Sabato spesa alimentare folle approfittando delle offerte coop. Mi sono concesso beni voluttuari a cui di solito resto insensibile come le nuove chioccioline Bauli ripiene di cacao, il prosciutto in vaschetta per non fare la fila al banco e i cannelloni di Viva la Mamma! Ora io non so che razza di genitrice abbia avuto il signor Beretta, ma vi assicuro che se la mia mi avesse dato da mangiare certa robaccia sarei andato via di casa molto prima dei 27 anni... Per la serie ma anche no, grazie! Serata casalinga forzata dalla neve caduta tutto il giorno e dal freddo polare. Avevamo un mezzo invito di Pablo e Laura per vedersi in centro ma quando l'alternativa è una tisana calda, delle coccole sotto il plaid e due episodi di Desperate Housewives, difficile schiodarci di casa di questi tempi... Ci faremo perdonare ragazzi...sempre che Laura torni da queste parti non prima del 15 giugno però!
Domenica mattina in palestra per arginare la catastrofe fisica e sfogare i miei bulimici sensi di colpa. Pomeriggio in sauna fino a sera tardi, trattenuto come al solito. Stavolta trattenuto è proprio la parola giusta visto che uno non mi restituiva un dito intrappolato dentro il suo culo. Una prensilità nuova, mai sospettata prima...non si finisce mai di scoprire nuovi talenti in certi postacci, mi sento un pò la Mara Maionchi dei postriboli. Per fortuna stavolta non c'era il vocalist del Muccassassina di cui ho parlato nei miei recenti post, forse impossibilitato a raggiungere Bologna perchè le uniche catene che ha le usa per esplorare le nuove frontiere del sadomaso. Leggevo su Spetteguless il resoconto disgustoso della serata Dildo e del repertorio volgare di cui questo tizio (col suo compare, si fanno chiamare Belli e Gemelli o qualcosa di simile) si fa vanto durante le serate e adesso lo schifo per davvero. Prossima volta che mi afferra il cazzo e ci batte sopra un dito urlando "Prova microfono! 1, 2, 3 PROVAAAA!" gliene canto io quattro!
TANA LIBERA TUTTI!
Proclamo tutti vincitori a pari merito i pochi coraggiosi partecipanti al TrombiContest # 3! Bravi ragazzi, sono orgoglioso di voi come un padre voyeur può esserlo della figlia adolescente che lascia sempre la porta aperta mentre si cambia i collant!
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