Informazioni personali

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Bologna, Italy
Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!

martedì 21 dicembre 2010

Tanti auguri a voi e ai vostri commercialisti!!!

Ma non ho il commercialista più tesoro del mondo?
Ci ha mandato una cartolina di auguri definendoci "Fam.", cioè famiglia!
Passate buone feste e ricordatevi di fare una chiamata al vostro commercialista perché, sotto i calcoli e al di là delle tasse, anche lui ha un cuore che batte.
Magari cassa, ma batte...

lunedì 20 dicembre 2010

Reportage del lunedì # 84 (come lo Stock...)

Buon lunedì. Siete già nel pieno dello spirito natalizio? Vi siete già inghirlandati il perineo? Avete già spompinato un paio di elfi e provato il vostro vestito da Babbo Natale pedofilo? Io ho passato un weekend molto tranquillo, troppo per essere quello pre festivo ma il freddo che c'è non mi mette certo il pepe al culo...

Venerdì cena con un nuovo amico (e lettore del blog) conosciuto in sauna. Siccome che mi ha detto che avrebbe aspettato il lunedì per vedere come giudicavo l'incontro e siccome che però voglio sentirmi libero di esprimere una opinione libera a riguardo, facciamo che ne scrivo in codice così che se passa da qua non capisce una mazza: èfe stafatafa ufunafa befellafa seferafatafa afanchefe sefe ifincofontrafarefe ufunafa pefersofonafa efe pafarlafarcifi dofopofo afaveferglifi cofontafatofo ifi mofolafarifi cofon lafa lifinguafa, mifi fafa ufunofo strafanofo efeffefettofo... Difitefemifi pufurefe chefe sofonofo ofottofocefentefescofo mafa sofonofo fafattofo cofosìsì...

Sabato, uscita con la solita banda per una mangiata in trattoria. Il freddo però mi ha ibernato pure l'umorismo e non credo di essere stato di gran compagnia. Dopo cena io e Marco abbiamo preferito tornarcene al calduccio a casa e cominciare a preparare una parte dei manicaretti che mi sarebbero serviti il giorno dopo per farmi bello con gli invitati a un pranzo in puro stile campano che meditavo da un pezzo.

Domenica ci siam messi tutti a tavola e per quasi cinque ore non s'è capito più un cazzo. Gli ospiti bolognesi erano sconvolti per quello che mia madre considererebbe il minimo sindacale per un pranzo domenicale: crostini con salsiccia e friarielli, paccheri rigati con ragù napoletano (cotto 3 ore e mezza...), costicine e braciole (involtini per voialtri), friggitelli, parmigiana di melanzane, struffoli e limoncello.
Se è vero che a tavola non si invecchia, io devo essere diventato un frugoletto con questo fine settimana.
Benjamin Button, suca!!!

giovedì 16 dicembre 2010

Cristalli

Fa un freddo becco, da due minuti ha iniziato a nevicare e mi si ghiaccia pure il pre-cum!
Voglia di uscire a sottozero, come le temperature ma, per fortuna, quando le cose belle non puoi andartele a cercare, puoi sempre fartele recapitare a casa.
Ieri è arrivato il falegname a mettermi su (guarda te che sentieri tortuosi deve prendere il mio racconto per evitare di scrivere montarmi e far partire la giostra delle battutine sceme...) la nuova libreria.
Realizzata su disegno dal mio bel e bravo moroso, se ne sta lì nel corridoio avida di sapere in tomi.
Finora c'era solo la libreria in camera da letto ma da sola non ce la poteva fare a dare accoglienza dignitosa a tutti i libri che ho comprato o ricevuto in regalo. Così la stoica scaffalata ci ha chiesto se poteva avere una sorellina e...voilà!
Riprendendo in mano ogni polverosissimo volume per trasportarlo da una parte all'altra della casa è stranissimo vedere quanti pensieri rallentano il mio lavoro.
Ogni opera richiama alla mente flash illuminanti, quasi sempre piacevoli. Più che un trasloco me pare de fa' na TAC...
Ho libri con dedica del donante, con promesse d'amicizia eterna, che se ci incontriamo per sbaglio per strada manco ci riconosciamo; libri autografati dall'autore, che mi ricordano l'emozione di parlare con Sciltian Gastaldi e Aldo Busi, tant'è che sotto il loro nome c'è un'ombra di sudore non trattenuto dalle mie mani; e poi i libri in lista di attesa, quelli che non adranno mai oltre il buon proposito di lettura, quelli che mi hanno deluso come un amante raffazzonato e quelli che mi hanno fatto godere tra le ore più belle della mia vita. Quelli che mi son dovuto comprare da solo perchè nessuno si decideva a donarmeli, come "Ricordi e Ricette" di Sophia Loren...
Strano e potente il potere evocativo dei libri. Riprendono una paccottiglia di ricordi che credevi persa nello spazio siderale dell'amnesia e ti mostrano che ciò che di importante hai vissuto non è stato inghiottito da un buco nero ma si è solo cristallizzato nella tua memoria.
Un ricordo importante, quando viene frantumato sotto il peso del tempo che passa e va, esplode in mille schegge che ti si conficcano ovunque.
Un libro è per me il modo migliore per captare le tracce residue di quello che sono stato.

lunedì 13 dicembre 2010

Reportage del lunedì # 83

Buon lunedì e che Santa Lucia vi conservi la vista, masturbatori compulsivi che non siete altro.
Spero abbiate passato un weekend soddisfacente almeno la metà del mio, perchè sennò sembra sempre che sto a lamentarmi e invece ci vuole così poco per farmi contento: un assalto barbarico, un paio di free drink card, dello shopping immorale e un nuovo governo. In attesa di quest'ultimo, vi racconto gli altri e anche di più.

Venerdì sera, con più di un'ora di anticipo, arrivo col moroso al Paladozza dove si terrà la serata di informazione e show ribattezzata con notevole cattivo gusto "Il dittatore del bunga bunga". Nonostante la cena ingurgitata controvoglia alle 18 e le corse a piedi e in bus per arrivare fuori il palazzetto il più presto possibile, il carattere gratuito dello spettacolo e la presenza di ospiti amati come Travaglio, Di Pietro e Vauro, hanno richiamato l'universo mondo e troviamo migliaia di persone assembrate di fuori.
Smadonno un paio di volte e, ripresomi dallo choc, metto in azione il radar da imbucato di cui mi servo quando tengo davvero a entrare in un posto. Individuo subito l'entrata peggio controllata e, scavalcando un muretto seguito da una decina di persone, mi metto lì fuori a fare lo gnorri. Intanto quelli dell'organizzazione escono più e più volte a urlare di tornarcene a casa per seguire la serata in internet o in radio visto che il Paladozza è già pienissimo (hanno già fatto entrare, 'sti stronzi!). All'ennesimo tizio che esce a ripetere la filastrocca del tutto esaurito, provo l'azzardo: quando se ne rientra dentro, blocco la porta antipanico che si è tirato dietro tenendola aperta di un solo millimetro. Aspetto che si allontani e si rilassi credendola chiusa, poi mi rivolgo ai pochi fortunatissimi che mi stanno alle spalle e in due minuti organizzo la mia banda. Conto fino a 3, poi spalanco le porte e carichiamo tutti assieme! Sono il primo ad entrare e il primo ad essere inseguito dal servizio d'ordine ma, sorprendentemente, i miei riflessi sono ancora quelli del bimbo che 25 anni fa giocava a palla avvelenata (per la cronaca, nessuno è mai riuscito a pallonarmi, MAI!) e scattando felino mi dileguo dentro il palazzetto rendendomi inacciuffabile. Ultrà del Bologna aspettatemi che vengo a farvi da capobanda!
Posti esauriti 'sta minchia! Recuperato Marco, anche lui indenne, riusciamo ad accomodarci in quarta fila e a goderci uno spettacolo bellissimo, ricco di interventi eterogenei e interessantissimi, con denunce sociali, bella musica, esempi di quel raro giornalismo vero che ancora residua in Italia e altro ancora.
Brava Italia dei Valori...prossimo voto, restato orfano dei Radicali, lo do a loro.

Sabato giornata di appagamento personale a tutto tondo perchè anche il lato vanesio va coccolato ogni tanto. Spese non pazze ma almeno psicopatiche: ho preso un paio di scarpe, un maglione, un pantalone di tuta e un borsello e, almeno per stavolta, pare starmi tutto bene e non come se mi avesse vestito la mia punkabestia di fiducia.
Serata in disco. Mi sa che si è riaperto il vaso di Pandora... Spero di saltare sabato prossimo sennò diventa routine. Il gogo boy è sempre un caro ragazzo e ormai ogni volta mi molla 'sti omaggi per bevute. Li tira fuori dallo striminzito short che indossa e me li allunga, così odorosi e caldi caldi che non so mai se correre al cesso a farmi una sega o farci un brindisi alla sua salute...
All'uscita ho trovato 50 euro in terra. Mi piaceva dirlo per fare un pò di invidia.
Finito.

Domenica anche se fuori c'era un tempo magnifico che invitava a fare tutt'altro, decido di sprecare la giornata in sauna. Ora, per chi di voi non frequenta certi postriboli, riuscirà molto poco a capire il mio senso di sgomento ogni volta che qualcuno mi presenta un suo amico col quale mi son congiunto, almeno oralmente e una ventina di volte, col favore delle tenebre del bago turco e questi risponde "No, non ci conosciamo..." con un sorriso largo così. Ecco, la sauna è la perfetta fucina dove episodi del genere trovano origine. E' qui che, per quanto mi riguarda, avvengono quegli indefinibili incontri ravvicinati del quarto tipo dopo che ti sei scopato i precedenti tre, di solito appena una settimana prima che ti vengano presentati come l'amico di o il fidanzato di o il parroco di.
Ora, c'è un tizio m'ha mangiato il cazzo più volte di quante non abbia detto "mamma" e mai che ci siamo fermati a scambiare due chiacchiere dopo. Ma il giorno in cui me lo presenteranno (che tanto arriva, e 'ndo scappi?) se farà finta di non conoscermi, parlerò, ah se parlerò!!!

lunedì 6 dicembre 2010

Reportage del lunedì # 82

Siccome che sono una personcina educata comincio con un "Buon lunedì a tutti/e!" anche se qui c'è una notte sempiterna in cui si alterna pioggia a brinate a nebbioni che pare tanto de sta' in Transilvania, maledetto tempaccio brutto!

Venerdì ho acquistato il mio primo smartphone, una cosa da nulla, niente di paragonabile a quelli famosissimi che comprano i bonazzi solo per farsi le foto zozze e mandarle in rete ma devo dire che tanto smart a me sto coso non sembra...
Prima di tutto è così pieno di applicazioni e cazzi vari che il fare una telefonata è diventato l'optional e, quando ci provo, lo schermo sembra guardarmi con schifata sufficienza e pare dirmi "Solo 'na telefonata? Ma sei sicuro?!? Guarda che se me butti dentro una terrina con un paio d'uova e un goccio di marsala ti faccio un Vov che neanche Suor Germana quando se vole 'mbriacà!".
E seconda di tutto io, al contrario dei bonazzi sopra (ec)citati, le mie foto osè le vorrei tenere per me solo e invece non mi dà la possibilità di nasconderle o proteggerle con una password, così che le mie nudità son sempre la prima cosa che ti butta fuori anche se vuoi solo guardare l'ora... Mah, studierò meglio le istruzioni.
Serata simpaticissima al bowling a fare i teenagers americani etero degli anni '80.
Peccato che dopo il gioco sembra un bollettino di guerra con feriti e doloranti che solo per pietà non umilierò menzionandone il nome...

Sabato altra giornata con la tecnologia contro...e che palle! Il digitale non viene captato bene dall'antenna in cucina e vedo tutto a quadretti. Non avete idea di quanto la Hunziker spixellata assomigli a Nicoletta Paciaroni e di quanto la Barbara D'Urso sembri invece...no, lei resta sempre Barbara D'Urso...
Finalmente, dopo più d'un mese e mezzo, siamo riusciti a tornare in disco e dimostrare, prima a noi stessi, che le anche ancora ci reggono, se dopati con un paio di Gin-Lemon.
Giretto in dark per fini scientifici: avevamo avvistato un nanerottolo in pista con sguardo da squaglio e fare deciso che a un certo punto si butta nei sotterranei buii. Lo seguiamo con la curiosità di verificare la regola della L su un esemplare così tascabile di nanosessuale e...che dire? C'è un motivo per cui la saggezza popolare dura nei secoli dei secoli e, pure in fatto di grossi calibri, ne sapevano più le nostre bisnonne di noi.

Domenica mi sono svegliato e sono andato a dormire a notte fonda senza mai essermi tolto il pigiama e aver messo la testa fuori dell'uscio. Che bello poltrire e sfaccendare come solo a Voghera le casalinghe sanno fare mentre fuori il freddo gela pure il guano dei piccioni.













(Nella foto principale: un uomo alto 1 metro e 51;
nella seconda foto: Nicoletta Paciaroni e/o Noemi Letizia. E se non guardate tutti i video, siete solo "degli idioti che vedono le gambe e il culo a mandolino di Nicoletta Paciaroni"! )

mercoledì 1 dicembre 2010

Maledetti criminali

Gli emissari di sacra romana chiesa hanno colpito ancora: calpestando ogni volontà espressa a riguardo da Monicelli durante la sua vita, il parroco del quartiere Monti, don Francesco, che possa presto ricongiungersi al suo stramaledetto dio di merda, ha comunque suonato le campane costringendo anche una salma inerme all'aggressione più vile e presuntuosa che si possa immaginare.

E intanto a Piergiorgio Welby Ruini&Tonini negarono i funerali religiosi, richiesti in quel caso...

Bella merda veste in abito talare.

lunedì 29 novembre 2010

Reportage del lunedì # 81

Questo fine settimana ha fatto la sua comparsa la (da me tanto detestata) neve e oggi è tutto un abbaglio, col sole che batte sui tetti e riflette sul candore bruciandoti una diottria per ogni sguardo che le dedichi.
La cosa peggiore al di là del fango che si forma, del pericolo per il mio osso sacro dato il precario equilibrio che trovo sul ghiaccio e di quel colorito verde e violaceo che la mia cute si ostina ad assumere ogni qualvolta la temperatura esterna scende sotto i 7 gradi rendendomi più simile a una carogna di pantegana mummificata al bordo di una statale che a un essere umano, è il dover sopportare gli urletti estasiati di chi non è "dei nostri", non è un ONC, un Odiatore di Nevischio Certificato dal nostro Club esclusivo.
E così oggi in ufficio è tutto un "Ma che bella la neve sui tetti!", "Peccato che non ce n'era abbastanza per il primo pupazzo" e "Beh se quest'anno continua così avremo un Natale coi fiocchi in tutti i sensi...". Grrrr! E brrrr!

Venerdì sera cena a casa di Pablo col gruppo in crescendo: prima io, Pablo, Laura e Francesca, poi si è aggiunta Alice, poi anche Marco, infine Fede, Luca e ha chiuso la lista Daniele poco prima che il solaio cominciasse a cedere... Tante chiacchiere e colpi di genio, come sempre quando un cotanto trust di cervelli si riunisce. Il premio per la meglio intuizione va però, con unanimità di giudizio, ad Alice e la sua "Ma perchè l'evoluzione non ci ha portati ad essere più vicini agli orsi? Cioè, il letargo è una figata: mangi tantissimo e ingrassi come ti pare. Vai a letto obeso e ti svegli magrissimo. Per di più è la stagione  degli amori e non fai che scopare...e con chiunque perchè sono tutti nelle tue condizioni! Poi quando hai finito, ricominci a mangiare...". Clap, clap, clap!

Sabato giornata di passione a tu per tu con buchi da trapanare, allargare e poi riempire: ho montato i pensili nuovi nel bagno.
L'operazione mi ha portato via molto più tempo del previsto e abbiamo dovuto rinunciare all'idea di tornare in disco così come ci ripromettiamo da un mese ormai senza riuscire... E qual'è l'alternativa a un sabato sera di balli estremi sul dancefloor, alcool a fiumi e giri perversi in darkroom? Esatto: tortellini in brodo col lesso per secondo... La mia capacità di passare da un estremo all'altro mi sorprende ogni volta...

Domenica giornata di passione a tu per tu con buchi da trapanare, allargare e poi riempire: sono andato in sauna.
Ma è una mia impressione o non ci sono più i passivi di una volta? Quelli professionisti e professionali intendo, non quelli improvvisati alla cazzo di cane. Ultimamente non ne becco uno che sia almeno capace quanto capiente. Ieri becchiamo questo newyorkese che vive a Firenze da 15 anni e ha imparato l'italiano corretto ma senza C e con TH ovunque al posto delle T sole. Conversiamo del più e del meno nella jacuzzi mentre sotto il pelo dell'acqua lo fisto con 4 dita. Tutti gli astanti avevano così una immagine carfagnana di noi tre, persone perbene all'apparenza ma sotto sotto... Dopo un paio di giri di lingua e una visita prostatica subacquea, decidiamo di appartarci in camerino per concludere. Chiudiamo la porta alle nostre spalle e comincia una lenta ma inesorabile trasformazione del camerino in camera a gas. Sin dal primo...approccio allo sfintere statunitense, si diffonde nell'aria l'inconfondibile olezzo, prima sotto forma di odore di sesso, per dirla alla Ligabue, poi sempre più virante verso il cambio di pannolino a un neonato.
Per poi finire nell'eau de fognature vera e propria...
E con questa sono 4 esperienze del genere di fila che mi capitano... Ma che è? Dove sono finiti i passivi dal sedere autopulente come uno Sfornatutto della mia giovinezza?
La decadenza dei tempi moderni si deduce anche da questo... 

venerdì 26 novembre 2010

Disillusione politica

Ieri sera "Comizi d'amore" con Nichi Vendola ha attirato un casino di persone al cinema Nosadella.
Sono andato anche io per vedere di che pasta è fatto e come se la cava nell'orazione pubblica, se risulta soporifero come gli altri politici di centro-sinistra, pochissimi esclusi.
Non la tirerò per le lunghe, l'argomento è già troppo serio per un post di venerdì: una delusione pressochè totale.
Prima di Vendola hanno preso la parola un'avvocato lesbica con un ruolo importante nel coordinamento di SEeL bolognese (s'è scordata di parlare di diritti civili, di dire che è lesbica anche se tutto in lei lo urlava e ha voluto un applauso per la recente scomparsa di una sconosciuta ai più Marcella Di Folco. Aggiungere che era la battaglierissima capitana dei trans le pesava così tanto?) e la candidata al posto di sindaco, tale Amelia Frascaroli.
Non l'avevo mai sentita neanche nominare prima ma pare che qui sia una star, con l'intero cinema pronto a scattare in una standing ovation alla sua comparsa. Leggo la sua autobiografia spiccia che ci hanno distribuito all'entrata per colmare la lacuna. Rabbrividisco: impegnata "con le diverse realtà locali che aspiravano ad una maggiore apertura politica del mondo cattolico", "dal 1991 al 2007 la Caritas Diocesana le ha affidato il coordinamento del Settore Formazione", "Nel 2005 è stata nominata membro del cda dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi" e poi Vice Presidente, "Nel 2007 viene eletta nelle liste di Democratici Davvero di Rosy Bindi"...
Quando posso finalmente vederla bene è come avere un calcio di mulo nelle palle: 56 anni portati come fossero duemilaseicento, un giro di perle e una maglia regimentale come la migliore Tatcher, sembra la gemella separata alla nascita della Binetti.
Le sue parole confermano le cattive impressioni appena lette ed osservate: parla solo e soltanto di radicate convinzioni religiose, delle sue amicizie con preti, del parroco che le affitta la casa al mare d'agosto, del suo orgoglio di "cattolica rossa" e via di quest'incensiere fino a che i miei coglioni hanno cominciato, quelli sì, a fumare per davvero.
Poi tocca a Vendola. Nomina filosofi che nessuno conosce, usa termini ipercattedratici, non pronuncia manco per sbaglio la parola gay, fosse anche Mattiolo, nulla sul riconoscimento dei diritti all'elettorato omosessuale. E quello che manca del suo discorso si fa sentire di più del tanto che dice (e anche bene, a essere sincero).
Tutto ciò è orribile...questa è l'avanguardia politica che ci viene proposta a Bologna e per il Paese, questo il nuovo che avanza.
Non c'è speranza, non ne sta restando manco una.

martedì 23 novembre 2010

Reportage del lunedì # 80 (sempre più chic...)

Buongiorno vajasse mie! Come state? Passato un bel weekend o pure voi tra un Bocchino e l'altro avete deciso che non ne potete più di ingurgitare certi bocconi amari e siete pronti a gesti estremi?
A me è toccato scendere dai miei approfittando del fortuito rinvenimento sul sito di Trenitalia di un biglietto scontato del 30%. Non che non mi faccia piacere ritrovarmi coccolato dalla mamma, ma col Natale a uno sputo mi sarei volentieri risparmiato questo ennesimo viaggio nell'incredibile Universo dello Scompartimento. Ma tant'è: la nostalgia è spesso la matrice di molte cazzate.
Come una Dorothy moderna (appena appena più mestruata... Qualche anno in più di lei ce l'ho...), devo aver battuto i tacchi delle scarpine qualche volta di troppo perchè mi sono ritrovato incastrato nell'orrido mondo di Az: streghe a volontà, un vagone sgarrupato come la casina del Kansas dopo il tornado e uno spaventapassere di tossicodipendente sono stati il mio terrificante paesaggio per ore e ore.
Nei dettagli: parto da Bologna e sistemo il culo al mio posto in un vecchio scomparto a 6. La compagnia è di quelle asociali e con la puzzetta sotto il naso, l'ideale per potermi dedicare alla lettura della mia bella copia de Il Fatto Quotidiano in laica pace.
Dopo un bel pò di ore di ping pong tra giornale ed mp3 son però stufo di tanto silenzio e mi auguro che alla fermata di Roma, dove mi pare di aver capito che scendono tutti, il ricambio dei passeggeri sia fortunato (dio quanto tempo che non mi capita uno che mi chieda di leccarmi le ascelle nel corridoio! Bei tempi andati...).
Prossima volta che partorisco una speranza del genere, faccio una isterectomia alla mia immaginazione!
A Roma, come previsto, scendono tutti i miei compagni di viaggio e, al loro posto, arriva tutta la scala B di una delle Vele di Scampia: 5 ributtanti donne che coprono, con le loro età, ogni fase della crescita, dalla prima fanciullezza alla maturità inoltrata e, con i loro girovita, ogni specie mammifera acquatica, dal lamantino all'orca assassina.
Sedersi e cominciare a mangiare è stato un tutt'uno: non hanno smesso di azionare le ganasce per due ore intervallando il lauto pasto con chiacchiere strillate in un napoletano così stretto che il 40% delle bestemmie mi è sfuggito. Ogni panino era prontamente offerto anche al sottoscritto, ai controllori, ai vicini di scomparto e ai fortuiti passanti. Proprio in uno di questi ipercalorici slanci di generosità, quella che ho capito essere la boss del quintetto, offre un panino con la frittata di maccheroni a uno talmente butterato in viso che io manco per il calco della maschera di Halloween avrei avuto il coraggio di chiamare. Inaspettatamente questo tizio squallido non se lo fa ripetere due volte e, rilanciando, aggiunge "lo piglio solo se c'avete pure un po' di succo 'e frutta, si no m'affogo...". Quando si dice le affinità elettive...
Comincia da qui l'ora più atroce per me: il tizio mi si para in piedi tra le ginocchia rendendomi impossibile proseguire nella lettura del mio quotidiano; i due besti, aiutati dalle altre decerebrate, cominciano a disquisire degli argomenti più terra terra del mondo arrivando lì dove neanche i lombrichi osano.
E' tutto un fiorire di vanti sull'acqua che rende il caffè migliore a Napoli che a Milano ("il segreto sarà la diossina?" mi viene da chiedere) sul fatto che al Nord "nisciuno è bbuono" (rivolto a qualunque maschio non le violenti dopo cinque minuti che passeggiano. Sinonimo: ricchioni tutti), sul fatto che uno delle tizie ha 28 anni ma è sposata da 11 e ha 3 figli così che potrà coronare il suo sogno di fare 5 bambini entro i 32 al massimo e poi crescere con loro (frase di una poesia immensa se si tiene conto che all'unica figlia presente di circa 7 anni consiglia di pulirsi le mani unte con le tende del treno visto che ha scordato i tovaglioli...), ecc. ecc.
Il tizio con la faccia da postumi del vaiolo si sente in dovere di ricambiare la gentilezza del panino e del succo di frutta con complimenti osceni e sgrammaticati e sottolinea almeno due volte che sono proprio "belle femmene". In un crescendo di lodi sperticate a cotanta lardosa bellezza, arriva a essere fin troppo spinto e insistente con la 28enne supermamma perché vadano a chiudersi nel cesso per farsi una fumata.
Ci sono inviti che pure una camorrista riesce a rifiutare e questo insiste, va, poi torna e riinsiste.
Sotto Latina le cinque del clan approfittano dell'assenza di lui e della mia dormita (facevo a finta, ovvio) per un rapido consulto tra donne e le sento accordarsi per un piano di salvezza: se il tipo continuerà a importunarle, mi chiederanno quando mi sveglio di intervenire (!!!).
Faccio una fatica enorme a non spalancare gli occhi e ruttargli addosso il mio disprezzo per tutte loro, nessuna esclusa ma, come insegnano i tassi, fare finta di essere morti è spesso prezioso per la propria sopravvivenza. Fortuna vuole che a Formia sale così tanta gente che il corridoio tra noi e lo scompartimento dello sfregiato è impraticabile e non lo vedremo più.
In compenso la bimba, che pure fino a quel momento aveva parlato un italiano neanche troppo schifoso se si esclude tutti i "se dovrei", "se direi" e via congiuntivando, comincia a respirare l'aria di casa in avvicinamento e il suo vocabolario ne risente parecchio. Almeno tanto quanto il suo intestino... Giuro su budda che avrà detto almeno 20 volte "Maaa', aggia cacààà!", insistendo ogni volta di più sulle note lamentose della sua vocina fastidiosa di fronte ai rifiuti di mamma e zie ad accompagnarla perché il corridoio era zeppo.
Mancava solo la invitassero a defecare nella busta delle vivande ormai vuota perché il viaggio fosse definitivamente una merda.

martedì 16 novembre 2010

Reportage del lunedì # 79 (in un elegante ritardo...)

Fine settimana, scientemente progettato in un certo modo: a due, liberi da programmi, obblighi e diete (inutili quanto fastidiose).
Soli e grassi come due betoniere che rigirano il calcestruzzo, ne abbiamo approfittato per cementare il rapporto di coppia e ci siamo goduti una quasi perfetta asocialità. E' andata più che bene, ci siamo strapazzati e annusati il didietro come due cagnetti appena incontrati e la magia di riuscire a farlo dopo sette anni è qualcosa di inesplicabile. Non abbiamo fatto altro che amarci, mangiare e stare con noi. Fanculo mondo!

Venerdì, spesa serale alla Coop. Una delle idee più sfigate che potessero venirci: l'assalto ai decoder (ci siamo quasi, lo switch-off per l'Emilia Romagna è prossimo) è qualcosa di impressionante, centinaia di coglioni teledipendenti si stanno riversando nei centri commerciali come si faceva durante le guerre per accaparrarsi le derrate alimentari. E le file son diventate così lunghe che tiro giù tutte le Madonne ogni volta. Che voglia di prendere le parruccone ottuagenarie davanti a me e maltrattarle come meriterebbero: "Signore, voi dovete solo correre a casa a spappolarvi quel poco di cervello residuato alla menopausa davanti a quell'imbecille di Gerry Scotti, MA A ME MI SI SCONGELA IL MINESTRONE, PERMESSOOO?!?!"

Sabato giornata straordinaria in gita a Firenze: bel tempo, poca gente a giro e la magia di una città unica. Dio quanto la detestavo quando ci stavo... Adesso mi manca da morire. E' sempre così, devi perdere le cose per apprezzarne il valore.
In piazza della Repubblica mercatini bio-alimentari a profusione. Che budda li stramaledica! Mandano in giro certi profumini che levati (tranne quando ho chiesto tre volte al moroso se avesse scoreggiato prima di accorgermi che eravamo accanto al banco del tartufo...) e poi ti avvicinavi e riuscivi solo a urlare per i prezzi da rapina e a intossicarti la passeggiata. Però dove c'era da assaggiare gratis noi presenziavamo e la pancia non è mai stata vuota.
Da H&M vendevano cravattini sottili rossi per fare i fighi durante le feste a 9,90 e mi sono fiondato dentro. Poi la situazione è sfuggita di mano e si è trasformata in una shopping session a tutti gli effetti. Quanto mi odio quando non riesco a intonarmi al clima di crisi che c'è in giro... Però c'è chi fa peggio: una signora si è presentata alle casse con 275 euro di vestiti da 14,90 l'uno paralizzando la fila per un pezzo... Spero le facciano i pallini di lana pure le mutande e le si infeltrisca il culo!
Fiorentina da 500 grammi per cena, patate fritte, focaccia al rosmarino e ottimo vino rosso. Maremma maiala, che mangiata!

Domenica, ancora satolli, ci è toccato andare a pranzo da una mia collega bolognese doc. Patita per la cucina casalinga di una volta, ci ha riempiti assieme al marito di ogni bontà autunnale: tigelle, squacquerone, mortadella, salsiccia, tortellini in brodo, bollito misto con mostarda, strudel di mele con lamponi sciroppati e sua nonna in carriola... Ci siamo alzati da tavola con le smagliature sulla pancia e un senso di nausea indescrivibile. Quando siamo scesi dal palazzo e ho trovato davanti a me una bimba che ciucciava orgogliosa il suo lecca lecca, ho davvero temuto di farle uno shampoo a pezzettoni...

giovedì 11 novembre 2010

A te

A te, che sei reietto senza colpa, a te che sfuggi gli sguardi e intuisci e ti arrovelli, a te che vivi beato nell'ignoranza, a te che se pure fosse, faresti una pazzia, una strage o una risata, a te che sei sempre l'ultimo a sapere, a te che è tutta colpa tua in fondo, a te che è mancata la capacità di staccare la spina quando era già tutto bell'e finito, a te che "e che sarà mai...", a te che non lo saprai mai.
Qualunque sia il tuo modo di portare le corna, oggi è la tua festa, tanti auguri!

'E ccorne

Ognuno 'e nuie nasce cu nu destino:
'a malasciorta, 'e 'vvote, va..., po' torna;
chi nasce c' 'o scartiello arreto 'e rine,
chi nasce c' 'o destino 'e purtà 'e ccorne.

Io, per esempio, nun mme metto scuorno:
che nce aggio 'a fa' si tarde ll'aggio appreso?
Penzavo: sì, aggio avuto quacche cuorno,
ma no a tal punto da sentirme offeso.

E stato aiere 'o juorno, 'a chiromante,
liggénneme cu 'a lente mmiezo 'a mano,
mm'ha ditto: «Siete stato un triste amante,
vedete questa linea comme è strana?

Questa se chiamma 'a linea del cuore,
arriva mmiezo 'o palmo e po' ritorna.
Che v'aggia di', carissimo signore;
cu chesta linea vuie tenite 'e ccorne.

Guardate st'atu segno fatto a uncino,
stu segno ormai da tutti è risaputo
ca 'o porta mmiezo 'a mano San Martino:
'o Santo prutettore d' 'e cornute ».

Sentenno sti pparole 'int' 'o cerviello
accuminciaie a ffa' mille penziere.
Mo vaco 'a casa e faccio nu maciello,
pe Ddio, aggia fà correre 'e pumpiere.

« Ma no... Chi t' 'o ffa fa'? » (na voce interna
mme suggerette). «Lieve ll'occasione.
'E ccorne ormai songhe na cosa eterna,
nun c'è che ffa', è 'a solita canzone.

'O stesso Adamo steva mparaviso,
eppure donna Eva ll'ha traduto.
Ncoppa a sti ccorne fatte 'nu surriso,
ca pure Napulione era cornuto! ».

Antonio De Curtis (Totò)

lunedì 8 novembre 2010

Reportage del lunedì # 78

Un bacio a tutti come se stesse per passare la papamobile a un metro!
Come state? Passato un bel weekend? Spero di sì.
Intanto vi racconto il mio, poi fate lo stesso nei commenti. Se vi va.

Venerdì pomeriggio sono andato alla libreria Ambasciatori per assistere alla presentazione di Aaa! nell'ambito della rassegna Gender Bender. Aldo Busi ha dato spettacolo per più di un'ora riversando sul foltissimo pubblico uno tsunami di parole e pensieri di estremismo anticonformistico com'è nel suo stile. Non è stato perfetto come nel passato, la sua esposizione comincia a risentire di troppe autosuggestioni ma resta, almeno per me, un maestro di pensiero laico. Questo per far capire quanto ero pietrificato quando sono andato da lui per farmi dedicare la mia copia del libro. Per fortuna non mi ha tramortito con altri fiumi di parole come coi primi fan che gli si sono avvicinati e vedendomi ha solo detto "Uè...ma salve!". Posso rivelarvi che me lo farei? Vabbè l'ho scritto.

Sabato giornata passata a fare pulizie e scodellare cibo per i graditi ospiti che mi avrebbero raggiunto a cena. Prossima volta, prima di invitare gente, mi informo sui palinsesti televisivi però. A causa della teledipendenza di quelcuno, ho dovuto sorbirmi la mia prima, e spero vivamente ultima, puntata di X Factor. C'è da dire che la tv per me è quell'inutile scatola da cui a volte cicciano fuori Annozero e i Simpson e che, per il resto del tempo, arreda casa col suo bellissimo schermo nero che metti con tutto. Ma se qualcuno mi spiega la ragion d'essere di reality, talent show e compagnia cantando, gli dedico una delle mie prossime seghe. E poi scusate ma abbiamo davvero tutti diritto di vivere quando al mondo ci sono Facchinetti, Lorella Cuccarini, la Tatangelo, la coppia gaya, Nevruz, il tipo balbuziente strabico e tutta sta galleria di casi umani che si fanno usare solo per far sentire il pubblico migliore perchè non ti prende a calci quando storpi una canzone? Pessimismo, schifo e fastidio. Per fortuna poi la serata è virata su "La sposa cadavere" e le orecchie hanno smesso di sanguinare per far posto a qualcosa di musicalmente più valido di "Sugar sugar".

Domenica mattinata rilassante e pomeriggio in sauna. Anche stavolta le intenzioni erano di starsene a mollo il più possibile ed entrare in sintonia con le bolle della jacuzzi. Nulla di più.
Però...
A un certo punto un piedino curioso comincia a titillare, poi a carezzare spudoratamente il mio. Alzo una palpebra riemergendo dal torpore, valuto suppergiù il proprietario dell'arto e sussurro al mio moroso che il tipo di fronte ci sta provando. Valuta anche lui e decidiamo che non ne vale la pena, il ragazzo non incontra i nostri gusti. Poi chissà come, chissà quando, ci rivolge la parola in inglese e cominciamo a chiacchierare dimostrandosi, come vuole il noto adagio che vuole i racchi piacevoli, mooolto simpatico. La nostra esterofilia va completamente in brodo di giuggiole quando ci rivela essere di Madrid e che gradisce fare pompini in pubblico (vabbè, solo per la prima cosa ovviamente). Vediamo improvvisamente il tipo sotto una nuova luce e per più di un'ora diamo spettacolo con intrecci di lingue, spudorate suzioni, esibizionistiche manovre grandi e piccole. Il pubblico entusiasta plaude, più di uno si unisce, piovono proposte di personaggi noti delle notti gaie romane. Ma infervorati e dediti come siamo, non vogliamo che il madrileno, siamo ormai irrimediabilmente suoi in un allegorica promessa dei nostri corpi alla Spagna intera tramite il suo, grassottello e scialbo a dire la verdad.
Usciamo dalla sauna insieme, scambiamo numeri di cellulare e promesse di ritrovarsi presto.
"A Madrid, entonces!" gli grido euforico e volenteroso di mostrargli che la lingua sono bravissimo anche a parlarla.
Non so come si dica catastrofe in spagnolo, ma di sicuro ora so cosa prova re Juan Carlos quando gli capita una grossa disillusione: il tipo se ne esce chiarendo che è di Madrid nel senso che è nato a Madrid ma che vive a Valencia, non proprio Valencia ma un piccolissimo paesello a 20 km e che a Valencia ci lavora in un albergo a 5 stelle e che se lo andiamo a trovare può farci avere uno sconto nel super hotel del 10%...
Ben ci sta, lo so. Abbiamo provato a usarlo per avere una conoscenza giusta e ci ha fregati alla grande.
Però che brutto che non ci sia il lubrificante giusto per certe inculate...

mercoledì 3 novembre 2010

Vergogna nazionale

Di quanto sta accadendo qui da noi è stato già detto tutto, commentati i fatti e i commenti. Persino i commenti sui commenti sono stati già commentati. Lo sdegno è stato declinato in ogni possibile locuzione e pare abbia prodotto una formazione cutanea volgarmente definita "pelle da gallina" anche presso un paio di esponenti del PD, pensa un pò.
Eppure, a rischio di essere superfluo come un intervento della Santanchè, anche io porto una brevissima testimonianza del discredito che sta gettando sul Paese quell'infermo mentale che è Silvio Berlusconi.
Preparavo la cena sul presto, saranno state le 7 meno 20, appena una manciata di ore dalla boutade più indecorosa che possa uscire dalla bocca di un carica istituzionale di un paese civilizzato. Irrompe in cucina Ding, il cinese che abita con me, e quasi si schianta dal ridere. Fa fatica a esprimersi e sulle prime mi contagia con la sua risata pur ignorando quella che ne è la causa. Lo guardo divertito ed ebete e, dopo qualche secondo, riesce finalmente buttare fuori il perchè di tanto sollazzo: in Cina, nell'epoca delle interconnessioni globali, sanno già tutto della battuta sui gay, ne parlano su giornali e in tv e i suoi amici a Chengdu lo tempestano di sfottò sul fatto che è qui, qui in Italia, qui in questo momento storico e con questa classe politica... E' umiliante e forse non riesco a rendere l'idea del quanto. Chiamatemi razzista ma è un colpo duro il doppio se a deriderti è un cinese, uno che fino all'altroieri era sotto una dittatura e ora può guardarti dritto negli occhi e dirti che "Da noi non sarebbe mai possibile scherzare su certe cose!".
Stanno tutti reagendo, almeno a parole, all'ennesima valanga di merda che ci è cascata addosso con i nuovi casi Ruby, escort, cocaina, censura e gay. I viola organizzano una manifestazione, stavolta in tutte le piazze d'Italia e l'invito mio è a intervenire o a pubblicizzare la cosa. E a farlo bene, con convinzione e cognizione di causa. Perchè a buttare fumo negli occhi ci son già tanti idioti prezzolati, millantatori di una libertà di espressione che nelle prossime ore verrà invocata come intangibile. La vetta di questa vertiginosa montagna di cazzate è stata ovviamente imbandierata da Vittorio Sgarbi (clicchi qui solo chi ha stomaco forte) ma temo che altri scalatori stiano già preparandosi per la cordata.
A caldo pare che pure la Carfagna sia rimasta sconvolta. Dopo gli intrallazzi che le hanno portato un Ministero in pagamento, è stata di nuovo messa in una posizione imbarazzante e lasciata a bocca aperta dal vecchio bavoso. Ma si è subito ripresa, sentendosi in dovere di disconoscere sè stessa e il ruolo che ricopre con scusanti ed esplicazioni infondate. Mi ricorda la scena di Arrivano i dollari, col padrone-Alberto Sordi che intima al maggiordomo di magnà er pappone.
Ecco cosa puoi fare grandissima cagna, magna er pappone.

(Nella foto di apertura: l'entrata del Cassero di Bologna già ieri sera salutava così)

martedì 2 novembre 2010

Reportage del lunedì # 77 (zombi special edition)

Torno in ufficio oggi, con ancora qualche brillantino sul collo, recidivo al latte detergente, acqua, sapone e alle secchiate di pioggia che mi son preso in questo lungo weekend milanese.
Il tempo è stato qualcosa di indescrivibile e il grigiume perpetuo non ha di certo abbellito la città e tirato su il morale. E' in questi momenti no che desideri tanto un'anima buona che ti tiri su ma, non essendo io una cubista minorenne che la dà come se ne avesse una di scorta, ho dovuto rinunciare all'idea che passasse a prendermi Nicole Minetti per mettermi in un letto di Arcore e ho dovuto accontentarmi dei soliti amici.

Sabato, cena in casa per festeggiare il compleanno di Fabio. E son 38. Portati tra l'altro così bene che è almeno un lustro che non cambiano...
Dopo cena a bruciare un pò di ciccia sul dancefloor del Barbarella. A Milano credo sia in corso una efferatissima battaglia tricologica e, a giudicare dagli avventori che ballano seminudi, per il momento il pelo sta perdendo... Deve essere dura essere un morbidissimo e vellutatissimo "orsacchiotto" all'ombra della madunina quando la scena gay è così terribilmente appiattita sulla tipologia "cocainomane palestrato fresco di ceretta".
Comunque io sono all'antica, subisco troppo il fascino del carpentiere per apprezzare questa evoluzione della recchia metropolitana.

Domenica, dopo qualche ora di sonno concessoci più per dare una tregua al fegato che per reali esigenze di ristoro, passeggiata in centro per un pò di t-shirt watching.
A un certo punto a mia sorella Giovanni viene in mente che dobbiamo comprare una matita nera per gli occhi per poterci mascherare il minimo indispensabile per Halloween. Poi, ovviamente, in questi casi l'aspetto fisico aiuta e non poco a risparmiare sui trucchi...
Mai idea fu più sfigata. Fatto un giro perlustrativo da Sephora alla ricerca di una matita sotto i 5 euro (col cazzo che la trovi! decidiamo di usare quel mozzicone che abbiamo già), veniamo bloccati sull'uscita dal truccatore più etero, coatto e romano che la storia del make-up abbia mai conosciuto. Con la scusa di mostrarci come fare a rendere "Pauroso ma sempre maschio, chè è importante..." il nostro viso comincia a rendere Giò la sorella trans di Nefertari alternando ogni passata di cipria o spennellata di fondotinta con simpatiche esternazioni del tipo "Ahò ma me dovete d'ascortà!", "Silenzio, e tutt'attorno a me e daie!", "Madò ma diteme che ve piace essù! Ma che mosci che siete...porelle 'e ragazze vostre...porelle a loro!". Conto per esserci sorbiti in maniera civile tutto 'sto stracciamento scrotale: 50 euro per quelle 3 cazzate che aveva usato. Abbiamo fatto finta di avviarci alle casse con la sola matita ma l'abbiamo abbandonata strada facendo sostituendola con del gel glitterato. A casa lo abbiamo usato in maniera abbastanza parca assieme al residuato di matita degli anni passati e un tocco di rossetto qui e là per dare l'idea del sangue. Il risultato, almeno su di me, era quello di uno zombi sì, ma ricavato resuscitando il cadavere di un viado morto sotto i ferri mentre cercava di farsi impiantare una terza tetta.
Così conciati andiamo a ballare al Borgo. Ora io non so perchè da noi Halloween sia scambiata per l'altro Carnevale, sta di fatto che c'erano più travestiti da donna, cat woman e vecchine che mostri&co.
Dopo altre 6 ore di alcool e ballo ci ritroviamo in strada ad avere la diretta dimostrazione che un nuovo Diluvio è una minaccia reale: il parcheggio era stato ridotto a una fogna a cielo aperto di Bombay, un nuovo Lambro si stava formando tra le prime dieci file di macchine e, mentre guadagnavamo l'uscita con la paura di restare imprigionati dalle acque torrenziali, giurerei di aver visto il corpo di una drag trasportato dai flutti fin sotto la mia portiera per poi proseguire fino ad andare a occludere un tombino...
Ragazzi, che festa da paura!

giovedì 28 ottobre 2010

La vecchia volpe

Vi va una storiellina fresca fresca di giornata per digerire meglio? Facciamo finta che avete detto di sì, perchè tanto io vado avanti lo stesso...
Stamattina, ore all'incirca 7:40, prendo il mio bel bus per il centro che si fa trovare particolarmente zeppo di quella specie, tanto diffusa a Bologna, nota come Dementialis Studaente dal grosso zaino, nonostante la presenza dell'apposito adesivo indicante il divieto di imbarco per grosse bestie.
Strusciandoci come capitoni nella pescheria di "Totonno 'o Marenariello" la vigilia di Natale, riesco a trovare un appiglio per il viaggio in corrispondenza di uno di quei posti riservati a persone anziane, donne incintate e disabili. Ovviamente occupato da una coppia under 21 troppo presa dall'esibirsi in uno smorzacandela da vestiti per fregargliene qualcosa della ottuagenaria in piedi accanto a me che li guarda con occhi supplici.
La ragazzetta, troia come una bagascia di Shanghai, giocava a dove ti parcheggio questo Suv che mi ostino a chiamare culo ballando il waka waka sul di lui uccello, senza essere minimamente sfiorata dal dubbio che, in mezzo a tutto quell'involontario pubblico, potesse essere presente, chessò io, una vicina, una prof., o uno zio qualunque. Lui, lumacone quanto cesso, sembrava la versione lesbo della dea Kali, riuscendo a metterle le mani contemporaneamente su zizze, ginocchia, lobi, ombelico e interno cosce.
Mentre procedono in questo Kamasutra da mezzo pubblico, le fermate si alternano fuori del finestrino e la vecchina malferma ha sempre più difficoltà a reggersi in equilibrio spinta da ogni dove.
Sto lì lì per dire qualcosa ai due imbecilli (magari avranno interpretato la riserva del posto per handicappati a modo loro, chissà), quando all'ennesima fermata lei balza in piedi, gli afferra la testa come se volesse fargliela scoppiare e, in un impeto di irruenza giovanile talmente fuori posto quanto sguaiato, gli urla "A DOPO AMORE MIOOOOO!!! GIA' MI MANCHIII!!!" e, buttando all'aria a colpi di zaino un cinque malcapitati, si precipita fuori del mezzo.
Restiamo tutti atterriti dall'urlo, dal tatto umano e dalla grazia dei gesti di questa gentile donzella e non riusciamo a spiccicare parola ma solo scambiarci sguardi esterrefatti. Tutti tranne una...
La vecchia signora, silente e stoica fino a quel momento, dimostra di essere una furbacchiona di tre cotte quando, con vocina gentile e così fine fine che non le puoi dire di no, chiede a questo punto, e solo a questo punto perchè lì sta il vero colpo di genio, al ragazzo lasciato solo di cederle il posto.
Lui cerca di tergiversare, di metterci un sacco a recuparare le sue cose, la sciarpa qui, il giaccone lì, lo zaino un pò più in là... Ma, nonostante i preziosi secondi guadagnati, rosso come un peperone è costretto a farsi largo nella folla con la tuta che rivela tutto il bozzo gonfio tra le gambone grassocce!
E, mentre i brufoli sembrano esplodergli sulla faccia imbarazzatissima e il solo desiderio provato è di essere sotto il bus invece che dentro, la vecchina si accomoda sul sedile lanciando in giro lampi di soddisfazione dagli occhietti ardenti come spilli infuocati.
Hai capito la vecchia volpe? Adesso so come voglio essere da anziano!

lunedì 25 ottobre 2010

Reportage del lunedì # 76

E' da ieri che un grigio piovoso s'è spalmato su Bologna come una tristissima marmellata di depressione a pezzettoni. Va da sè che anche il mio umore ne risente. C'è chi avverte il maltempo con scrocchiolii d'ossa e mal di capo. A me frullano le palle come Minipimer e divento simpatico come la varicella dopo i 30.
Quando poi l'Italia dei Valori si deciderà a fare una raccolta firme per abolire il lunedì, sarà sempre troppo tardi...

Venerdì, con la voglia di uscire al freddo e al gelo pari al desiderio di essere fistato dalle otto braccia di un polipo, mi costringo ad andare alla notte bianca in centro. Molto ha ottenuto, in questo senso, la minaccia del moroso di non farmi scopare tutto il finesettimana se non gli offrivo manco una birra come dimostrazione del romanticismo residuato dopo sette anni.
Alle 20:30, sotto la torre degli Asinelli (sotto quella della Garisenda non ci vado chè mi fa paura, tutta storta com'è, e se la guardo troppo mi fa pure vomitare) ci uniamo al ristretto numero di partecipanti alla visita guidata che per un'ora e passa ci decanterà le mille meraviglie di Strada Maggiore. Ho partecipato a orgie con il doppio del numero dei partecipanti ma la guida era un giovine storico niente male, di quelli dalla faccia pulita e intellettualoide che, per converso, immagini terribilmente maiale a letto. O che s'appoggia dietro se te lo ritrovi in fila alla Posta. Insomma quelle robe lì...
Eravamo così ridicolmente esigui che per tutto il tragitto le band musicali ci pigliavano per il culo alzando il volume delle casse al massimo e impedendoci di sentire altro che schiamazzi rock e le loro risate a ottomila decibel. Il clou però è stato quando la guida porca inside (lo so che è porca, ne sono certo...) ci ha condotti a visitare Palazzo Segni Masetti, a suo dire un orgasmo per gli occhi. Non so se ho la vista frigida, sta di fatto che se appena appena sei nato a sud di Orte, quei quattro decori orridi li trovi nel peggio cesso dell'Autogrill e se, per colmo di sventura, t'è pure capitato di visitare la Reggia di Caserta, sai che un soffitto a finte prospettive pure la cuccia dei seguci del re ce l'aveva. No perchè bisogna pur dare a Cesare quello che è di Cesare ma pure ai Borbone quello che è dei Borbone! Così, mentre la bolognesissima novantenne mia vicina di scranno raggiungeva, incredula, l'estasi dei sensi dopo sessant'anni dall'ultima scopata, io dovevo seguire con lo sguardo il tragitto delle fughe del pavimento per non cadere addormentato nella sua scarna scollatura visonata.

Sabato, giornata dedicata alle faccende di casa e dei follicoli piliferi. Potete saltare questa parte se non vi interessa sapere che ho fatto la spesa, pulito camera (ma quanti fazzoletti sporchi possono rifugiarsi sotto il letto quando si ha una attività sessuale appena decente?!?) e depilato collo e ascelle, lasciando il petto villoso per nascondere un pò la perdita di tono delle magnate autunnali.
Ma poi non sareste quegli adorabili voyeur che io conosco tanto bene quindi non fate finta di non essere arrivati fin qui!
Pomeriggio a far visita ad amici tra chiacchiere e caffè e serata relax a casa. Ho finalmente finito quella quintalata di marroni che c'avevo. Il problema è che dopo la scorpacciata di sabato, scoreggio marron glacé ma per fortuna senza conseguenze per le mutande.

Domenica, uggia e depressione a tutto spiano, acuite dalla seduta di palestra per porre rimedio al gonfiore addominale e alle troppe calorie ingerite tra quiche al salame, zucchine e provola affumicata, castagnata e biscotti alla crema sfornati tutto sabato sera. Ahò se non vado a ballare io sfogo così...
Per rinfrancare un pò lo spirito, seduta di sauna di quelle 6-7 ore che rappresentano il minimo sindacale per me. Ci sono andato davvero solo per fare un carico di calore tra sauna e jacuzzi, tanto avevo la libido sotto le ciabatte.
Solo una volta ho lasciato avvicinare un tizio dalla manina lieve e delicata per fare le coccole al mio cucciolone. Eravamo immersi nella magica acqua dalle simpatiche bolle e nessuno sospettava della nostra attività, prima appena accennata, poi leggermente più ardita. A un certo punto il tizio prende davvero un buon ritmo e i miei ansimi gli fanno da pentagramma..."chissà come se la cava col flauto dolce", faccio appena in tempo a pensare. Una fitta improvvisa, dolorosissima, mi sconquassa tutto e mi strabuzza gli occhi all'infuori: la chiave dell'armadietto, agganciata a un braccialetto indossato al polso della manina svelta, mi ha infilzato un fianco e ha trasformato d'un colpo la jacuzzi in un planetario, tante sono le stelle che ho visto.
Dopo lo spasmo trattenuto a fatica, il tipo mi molla guardandomi sorridente e soddisfatto di sè. Per colmo di sventura, s'è pure convinto di avermi fatto venire mentre mi ha solo praticato una appendicectomia senza anestesia!

giovedì 21 ottobre 2010

Carta straccia

Reporters sans frontières continua a non farsi gli affari propri e pure quest'anno spiattella a tutto il mondo quanto da noi la libertà di stampa sia un concetto variamente interpretabile da Berlusconi & C.
C'è da dire che il 49° posto a me non sembra neanche malaccio e senz'altro preferibile al secondo dell'Austria. Vi immaginate che palle stare lì, attaccati ai primi classificati, e non salire sul gradino più alto? Un pò come quando all'università fai un esame splendido e ti danno 29... No, no, teniamoci il 49 che è meglio, magari ci si dà da fare per l'anno prossimo e facciamo cifra tonda a 50 che è pure più facile da ricordare.
Eppure.
Nonostante la perfezione della macchina del consenso mediatico creata negli anni dal presidente del consiglio e oliata quotidianamente dai vari minzolini, sallustri, belpietri, feltri e compagnia disgustando, qualcuno ancora cerca di sfuggire al lavaggio del cervello di queste shampiste del giornalismo nostrano. Più d'uno, al momento in cui il grande B. annunciava l'invio alle famiglie italiane del volume riepilogativo di quanto fatto (buahahahaha!) in due anni di governo, si è chiesto se, come al solito, paga Pantalone. Ovvio che sì...
Ora, in un momento in cui mancano fondi per la qualunque e in particolare per Sanità e Ricerca, è più che lecito cercare di fermare questo ennesimo sperpero delle pubbliche risorse. Non foss'altro che per il fatto che, a quanto pare, Silvio abbia deciso, seppur a malincuore, di non inserire il paginone centrale con l'ultima...ahò non mi ricordo come si scrive mignotta in inglese che faceva così figo...vabbè dai, posto così.
Una strada che si può tentare è quella di mandare una mail con il seguente testo:

" Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo, essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si risparmierà , venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica Istruzione e/o del Ministero della Sanità .
Ringraziando per l'attenzione porgo distinti saluti."

Fatelo tutti, specialmente se siete nell'elenco telefonico. Se vengono subissati di mail magari la differenza la fa...

lunedì 18 ottobre 2010

Reportage del lunedì # 75

Cosa fai quando ti capita tra capo e collo il più diluviante weekend della tua vita che in confronto con l'acqua che viene giù durante la stagione dei Monsoni ti ci fai a malapena un bidè? Semplice: cerchi di capitalizzare il tuo tempo e le energie vitali con ludiche attività di rinvigorente ispirazione e corroborante matrice. In due parole, magni, chiavi e guardi film. Ah, scusate, sono tre...
A parte quelle infralenzuolistiche la cui descrizione vi annoierebbe a morte, ho passato il finesettimana in un crescendo di attività da nonna Abelarda che, se continua così, mi manca la tessera della bocciofila sottocasa e cominciare a guidare col cappello in testa per essere l'emblema dell'ottuagenario tipico.
Ho visto tanti film che aspettavano il mio autorevole occhio critico per una dissertazione specialistica che vado a riportare: "Ponyo sulla scogliera" = merda; "Viola di mare"= bello assai ma dal trailer sembrava meglio; "Raw fucksluts" = belle le prime due inchiappettate ma il secondo ingoio andava contestualizzato meglio; "Mystic pizza" = la storia della mia vita se fossi una pizzaiola portoghese.
Sabato sera, col culo che mi pesava come un macigno o come se mi avessero impiantato quello di Mariah Carey, mi costringo a uscire per andare in trattoria con gli amici. Non devo essere stato l'unico a soffrire la malinconia del calduccio di casa se, quando Federico ha proposto l'accogliente riparo del suo appartamento  per ubriacarci adeguatamente, eravamo già sul suo divano a metà del "Sììì!".
Domenica passata a mettere a posto casa, sforzarmi di avere un buon rapporto col cinese (che già detesto) che abita con noi e fare le castagne al forno.
Che ve devo di'...è l'inizio della fine, lo so...

martedì 12 ottobre 2010

Fantastiche!

No vabbè, io prendo su e vado in Malesia a farmi un girino per imbattermi in queste pazze...
Le adoro oltre ogni dire! Scommetto mi farebbero passare ogni paura di volare.

lunedì 11 ottobre 2010

Reportage del lunedì # 74

Un weekend bello bello, dove la convivialità e la socializzazione hanno raggiunto livelli difficilmente pareggiabili. Ovviamente col conseguente carico di stanchezza micidiale della domenica sera che mi ha impedito di compiere il mio dovere coniugale... Ma potersi guardare alle spalle e vedere due giorni così intensi e positivi è una sensazione che riempie di energia vitale.

Venerdì, in vista del pranzo e della cena che avranno luogo nella mia magione, giornata dedicata al tentativo di rendere la casa qualcosa di meno assimilabile a un porcile e alla spesa alimentare. Esiste una sensazione di appagamento della massaia che alberga in ciascuno di noi più grande di quella che si prova quando vai a pagare quello che hai nel carrello e la cassiera ossigenata col mollettone azzurro ti spara un totale superiore ai 90 euro?
Serata casalinga a guardare il film più frociamente truce della storia: "300". No dico, ma lo avete visto? Uomini nudi che per tutto il tempo si sgozzano, combattono coreografati da Brian e Garrison e hanno visioni mitologiche di esseri mostruosamente fantastici. Praticamente una puntata sottotono di Amici.

Sabato, pranzo con una mia collega d'ufficio e il di lei consorte. Siamo già stati a cena da loro diverse volte ma riceverli per la prima a casa nostra è stato particolarmente emozionante ma tutto è filato liscissimo. Con loro non ho mai avuto bisogno di chiarire il legame che mi unisce a Marco, l'omosessualità è stata da sempre una componente naturale della nostra amicizia che non ha mai dovuto passare per la sfibrante e svilente "accettazione". Due coppie, quattro identità, diverse decadi a separaci temporalmente ma un grande affetto a unirci e farci ritrovare attorno a un tavolo. Il menù, riuscitissimo e apprezzato da me per primo che di solito sono così autocritico, recitava: tartine con maionese e salmone affumicato con ricciolo di prezzemolo a guarnizione, linguine cozze e vongole che di più buoni non se n'è mai assaggiati, insalata di polipo, seppie, patate, olive verdi e nere e insalatina d'ortaggi vari, strudel di mele e pasticceria varia col Malvasia. A sera anche la visione del frigo chiuso mi procurava conati e s'è cenato con una cannibalistica tisana al finocchio...

Domenica, mattinata in palestra, poi pranzo e shopping pomeridiano. Nel pomeriggio ben due incontri con nuovi amici di chat e tutti e due ben riusciti direi, con complimenti reciproci e promesse di rivedersi presto. Vedremo. Mi ha fatto un certo effetto sapere che il secondo ragazzo incontrato è già stato a casa mia l'anno scorso, mentre eravamo assenti, portato in camera da quella zoccoletta del nostro ex coinquilino. Aspetti negativi dell'abitare con ragazzi gay e single: centinaia di persone con cui fai amicizia prendoci un caffè assieme senza sospettare che ti hanno già sborrato sulle tende di casa qualche mese prima... C'est la vie!
Cena con Danila e il moroso tra chiacchiere arretrate e vorticose nel tentativo di riprendere parte del tempo perso. A ospiti congedati, tante coccole tra coniugi fino ad addormentarsi abbracciati: la crisi di settimana scorsa sembra superata del tutto... 

Infine un consulto, non vorrei scoprire di soffrire di allucinazioni ed è per questo che vi chiedo un parere spassionato... Per pura curiosità (e non certo perchè vi nascondo l'esistenza di un figlio), mi sono imbattuto nel sito del progetto Unijunior che si propone di stabilire un primo incontro tra ragazzetti e Università. Scusate, ma nella sezione dei bambini bolognesi vedete anche voi quello che vedo io nel disegno o sono uno in fissa con certe cose? Clicca qui... Vi do un aiutino: non parlo dell'errore di grammatica...

giovedì 7 ottobre 2010

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Da adolescente ero molto ottocentesco. Romanticamente turbato, mi credevo la reincarnazione di un Leopardi solo una 'nticchia più sfigato.
Crescendo ho imparato a essere meno radicale e il gusto della leggerezza e, se avessi la possibilità di tornare bello com'ero e stupido come sono adesso, il mondo sarebbe ai miei piedi.
Allora non facevo che pensare alla morte, sia materiale che metafisica, e ci davo giù di pipponi esagerati sulla decomposizione, la rottura dei legami, la fine dei sentimenti e la chiusura dei canali comunicativi.
Mi capitava spesso di interrogarmi sul quantum della morte e desideravo conoscere il numero di battiti che avevo a disposizione o quello dei respiri che ero programmato per esalare.
Anche se adesso le cose sono un pò cambiate, con la complicità di una notte insonne certi pensieri tornano ad affacciarsi.
Da quando sfogo la mia irrazionalità con qualcosa di creativo come la scrittura, è però cambiato l'oggetto della mia curiosità: quello che ora vorrei sapere è quanti punti ho a disposizione.
La mia non è una richiesta di saldo alla cassiera della Coop per vedere se riesco ad aggiudicarmi l'insalatiera di porcellana, intendo proprio i punti grafici, i segni di interpunzione in chiusura di frase.
Quando termino un pensiero non so se avrò mai la possibilità di concatenarne un altro, non so se avrò la possibilità di spiegarmi meglio andando a capo o se invece cadrò con la testa riversa sulla tastira a digitare lsyiokjsdfjbsh.
Ne ho messo un altro e non sono morto, quindi provo ad andare avanti... Uggesù pure i punti sospensivi m'azzardo a usare! E se avessi ragione e siamo nati per usare un certo numero di punti e basta, solo quello e niente più? Bisogna essere proprio pazzi per mettersi a usare punti sospensivi anticipando la propria fine, facendone fuori tre invece che uno!
Mi sa che non userò mai più punti sospensivi... Ok, non mi riesce ma posso provare a fare frasi più lunghe, a mettere tutto il significato che posso ora e adesso perchè dopo non so se me ne sarà data più occasione, a essere intenso e preciso come un bisturi mentre procedo ad amputare spazi bianchi e sostituirli con caratteri cicatriziali, a spiegarmi meglio che posso senza giocarmi l'attenzione.
Questo posso fare: usare i punti con sapienza e parsimonia.
Sui punti il punto della questione è che, in definitiva, comincio a cagarmi addosso.
Che non sono e non sarò mai pronto ad accettare l'idea di una fine bastarda che, dopo una vita di punto e a capo, arrivi a mettere il punto e basta.

martedì 5 ottobre 2010

Reportage del lunedì # 73 (edizione speciale del martedì)

Ve lo sbatto dentro senza sputo, magari vi piace:

Venerdì arriva da me "mia sorella" Giovanni e trasforma l'appartamento in una succursale della casa madre della Douglas: creme, liquidi per lenti a contatto, asciugamani Rocco Barocco, conosco il fondotinta che usa?, indestructiblegelforspecialhairlookmoisturizingnutrirepair ovunque. Mi aspetto che da un momento all'altro tiri fuori anche un lubrificante per pelli sensibili e glandi screpolati per avere in casa la versione finocchia della perfetta presentatrice Avon.
La natura ci ha fatti imperfetti e si sa. Avremmo infatti voluto fiondarci nel primo cruising ma siamo stati costretti a piegarci alla logica della nutrizione e a consumare una qualche cena in fretta e furia. Poi, liberi e belli, andiamo a far numero al Bart. Poca gente (il lungo weekend col lunedì festivo per celebrare il santo patrono deve aver svuotato un pò la città. Anche se, grazie a noi, Bologna è stata così puttana che è meglio parlare di santo protettore...) ma con un paio di punte di diamante, una delle quali è ovviamente diventata un solitario per la collezione di De Beers di mia sorella.
Spettacolo di strip che non ha raggiunto la sufficienza: i due gogo boys erano gravemente impreparati di fronte alle nostre sbirciate interrogatorie e all'esame...tattile...ha trovato conferma la nostra impressione di totale mancanza di sviluppo del tema centrale del compito. Bocciati.
Tra i vari pompini multipli e spagnole tra le chiappe che ormai non impressionano più nessuno nel sotterraneo del bar, finalmente una prima visione per me: un tizio si è denudato completamente, ha indossato una maschera di pelle senza neanche i buchi per gli occhi, si è sdraiato sulla grata del pisciatoio a pavimento e, con la scritta WC che campeggiava sul petto si è fatto usare come latrina da tutti i volontari. Ributtante ma non è facile staccare gli occhi.

Sabato, dopo una spesa, due faccende domestiche e tre chiacchiere col cinese non vedevamo l'ora di fare quattro salti in disco (ma quanto fa ottantenne dire "fare quattro salti"?!?). Red Club as usual.
L'amicizia col cubista del locale, visto che di sesso manco a parlarne, mi porta almeno questo di buono: una drink card omaggio ogni volta che mi vede. Io vado di stomaco già con un Cuba Libre che non sia almeno al 75% di Coca Cola e 20% di ghiaccio, figurarsi quindi come stavo quando sabato ci ha regalato due card! Alle tre mi dimenavo in pista come quel tarantolato di Don Lurio quando ballava Testaspalla, alle quattro ero come Don Lurio quel mattino che si è svegliato morto, abbracciato a un albero in giardino per non cadere esanime con la faccia nel prato inglese...
Con la chiusura delle piscine, jacuzzi e tutto l'ambaradam estivo son tornate in gran rispolvero le due megadark, così che le altezzose palestrate hanno potuto riprendere il loro sport preferito dopo l'ingurgito della creatina: snobbare i comuni mortali fino a mezz'ora prima della chiusura per poi scendere di sotto e spompinare pure il nonno di Matusalemme. Contente loro, le snobbette pompate.

Domenica, nonostante il ritorno alle ore piccole (ma quanto fa novantenne dire "fare le ore piccole"?!?), alle dieci già spignattavo per preparare lasagne al forno alla terrona per pranzo e gattò di patate da portare alla festa di compleanno di Pablo alla sera. Dopo il parco pranzo abbiamo comunque deciso di chiudere il puttan tour con un sei ore di sauna che era un mese che mancavo e il proprietario e aveva affisso i manifesti Missing! in bacheca.
Io non so se avevano diffuso la notizia che i Maya s'erano sbagliati e che la fine del mondo era in realtà quella sera stessa dopo l'edizione di Studio Aperto, sta di fatto che così tanta azione non l'avevo proprio mai vista!
Recuperato il tempo perso con un paio (leggasi sei) di spettacolini ad hoc che mi hanno valso il titolo del Peggio Troione della jacuzzi, ci siam congedati con la solita eleganza e disinvoltura, subito dopo l'ingozzata al buffet, con una tartina al salame ancora infilzata tra i canini e uno sbuffo di maionese sull'asciugamano.
Toh, non è maionese!

giovedì 30 settembre 2010

Aridaglie...

No vabbè, in questo caso il post non lo scrivo... Incommentabilmente trash!

martedì 28 settembre 2010

E lo stupro è servito...

Io di televisione ne guardo davvero poca, sia per l'infima qualità di quello che quotidianamente viene vomitato dal tubo catodico, sia perché, evadendo il canone, la mia coscienza mi impone di guardarne comunque il meno possibile.
Ogni volta che mi imbatto in programmi come Il mercante in fiera o i dibattiti di Forum sul se sia lecito far ereditare la figlia illegittima avuta dal fratello del proprio labrador, faccio una espressione sconvolta e tutta arricciata come quando ho letto del romanticismo d'altri tempi che ha legato Lele Mora a Fabrizio Corona.
Tra i molti motivi che adduco all'invito a non guardare la tv, c'è quindi pure questo: fa venire le rughe!
Capita comunque che chi vi scrive, nonostante sia abbastanza navigato nei fatti della vita più scabrosi, così come chiunque abbia una certa dimestichezza col rimming anale, resti ancora sconcertato di fronte a certi parti dell'ingegno umano che definire porcate è voler usare un manieristico eufemismo.
L'ultima assurdità nella quale mi sono imbattuto è lo spot di un jeans che permette anche all'ultima gatta morta sulla piazza di realizzare un piccolo sogno pret-a-porter: lo stupro nel cesso della disco.
Per approfondire la ricerca vado sul sito di Angeldevil, il brand produttore di questa attenuante generica nei casi di violenza carnale sotto le mentite spoglie di un jeans, e trovo il filmato esplicativo. Ecco come funziona:

 

In pratica la squinzietta collega al PC la pratica chiavina in dotazione, la carica di numeri di telefono, indirizzi mail, IBAN, contatto MSN, profilo MySpace, XTube, sua nonna in carriola e tutto quello che pare indispensabile oggi per non essere definito asociale e, assetata di connettività anche quando dimena il culo sulla pista da ballo, va a cercare altri amici da aggiungere ai settemilaquattrocento che ha su Facebook.
Con la grande differenza che però questa è gente reale, ragazzi ormonici e 'mbriachi col cervello che gli stantuffa solo una idea fissa se, come nel filmato, ti ci strofini addosso come una con la labirintite alla fica (no, provate a dirmi che esagero dopo averla vista in azione dal minuto 2:20 in poi! Provateci!!!).
Questo spot mi fa venire voglia di diventare etero solo per sposarmi, fare una figlia, aspettare 16 anni che mi chieda di andare in disco con gli amici indossando quei jeans, per riempirle la faccia di ceffoni mentre le urlo "E io qui ti volevo brutta zozza!!! Vai a studiare il congiuntivo piuttosto!!!".
Ma possibile che adesso pure la moda debba giocare al ribasso coi giovani, offrendo come unico panorama culturale collettivo la necessità di rendersi popolari e ammiccanti e divorabili e connettibili sempre, 24 ore al giorno, spodestando, dal ruolo che le è proprio, la politica del modello berlusconiano e l'appiattimento dell'ultimo social network?
Ma se gira gira quella fine devi fa, non era tanto meglio il numero di cellulare scritto sulla parete del cesso invece di strusciare il culo su ogni pacco che ti ritrovi davanti come se ti prudesse per un attacco di emorroidi a grappolo?



"Perchè imparare a usare il congiuntivo quando sono così brava ad aprire il culo?"

lunedì 27 settembre 2010

Reportage del lunedì # 72

Buongiorno bella gente e, nel caso si trovi a passare di qua Noemi Letizia, anche a te repellente mostro plastiforme che pari un trans operato da un chirurgo con gran senso dell'umorismo!
Come state? Passato un bel fine settimana? Ecco, io no.
Sono stato giù dai miei questo weekend, in balìa di quegli intrighi, sotterfugi, ipocriti espedienti e tradimenti sussurrati che fanno tanto la tipica, sana famigliola italiana.
Io non aspiro a diventare modello di vita per i pubblicitari che mettono a punto le campagne del Mulino Bianco, ma voi l'avete mai vista una famiglia che fa davvero colazione tutti assieme come "nel mulino che vorrei"? Io mai.
Ora non dico di far rappresentare, da una bella attrice di mezza età, mia madre che smadonna perchè ha scordato la moka sul fuoco o, da qualche bambina prodigio che va di moda ora, quella gran scassacazzi della mia nipotina che sbriciola, vomita e piscia pure nei vasi delle piante, ma un minimo di realismo mai?
E invece, anzichè sul verde prato della iconografia spottiana, mi sono ritrovato a passare due giorni con persone a cui voglio bene ma che affiderei alla cura di un esorcista il prima possibile.
Mia madre, che mi chiede sottovoce del mio ragazzo solo quando si è assicurata di essere sola in casa con me e proferendo Marco a così basso volume che non capisco mai se abbia detto Marzo, Varco o Fave di Fuca... Ormai lo so che si sforza di sapere e di accettare e che appena la vedo muovere il labiale senza che suono alcuno sia prodotto dalle sue corde vocali vuol dire che mi sta chiedendo del genero degenere. E allora attacco a dirle le ultime news finchè non vedo che le orecchie le sanguinano e allora smetto perchè ha raggiunto il massimo livello di gayfriendlytà possibile per lei.
Poi c'è mio padre, che mi parla solo nel tragitto stazione-casa e casa-stazione.
A volte anche casa-cimitero e cimitero-casa se mi concedo una gitarella allegra in sua compagnia.
Il fatto è che al paese non ho più nessun amico, siamo tutti andati via per stare meglio nel corso degli anni. Sempre più spesso mi capita di entrare in casa il venerdì sera e riuscirne la domenica per tornarmene a Bologna.
La compagnia della famiglia è quindi non solo una detenzione obbligata ma, per molti versi, una pena accessoria di sadica ispirazione.
Poi c'è tutta la risma di fratelli, mogli e figli che già fatico a imbroccarne i nomi, figurarsi farmeli stare simpatici...
E le domande... Quante domande che fanno senza voler davvero sapere! Se ci fosse il "Campionato mondiale delle domande importanti di cui non vuoi conoscere la risposta", loro domanderebbero subito "...e come faccio a non partecipare?". Appunto.
Quanto son lunghi due giorni a contatto con altri simili a te ma così distanti dal tuo modo di essere e intendere.
Siamo tutti quanti come una covata appena scodellata di piccoli caimanini: siamo appiccicati l'un l'altro nelle nostre piccole uova traslucide a contatto forzato. Ci vediamo e ci sfioriamo ma sempre divisi da un'indistruttibile pellicina di rarefatta trasparenza.
E forse è un bene, perchè se un giorno il guscio molle dovesse spaccarsi, ci azzanneremmo per cannibalizzarci l'uno con l'altro.

lunedì 20 settembre 2010

Il non reportage + Appello

Salta un turno l'appuntamento col reportage: non ho fatto assolutamente nulla se non stare a casa dal lavoro con la gastroenterite e imparare a pisciare non dal solito buco.
Vi invito invece ad aderire al passaparola via web per pubblicizzare l'avvio di Annozero questa settimana.
Che guardiate o meno il programma, che vi piaccia o meno Santoro, se avete a cuore la libertà di espressione, non statevene zitti ma...passateparola!

venerdì 17 settembre 2010

Music is my life...

Con il ricomincìo delle scuole, riapre per me la stagione che più aborro e che non dura mai abbastanza poco: quella in cui sono costretto a calibrare e modulare la mia esistenza sulla base di fregole e raptus altrui, in particolar modo di chi nella vita non ha realizzato altro che finire distesa in una sala parto con le mani di una ostetrica su per la fica e della relativa progenie.
I tempi di permanenza in bus per andare a lavoro sono magicamente raddoppiati da 3 giorni a questa parte grazie al traffico prodotto dalle sprintosissime mammine al volante (non voglio essere sessista in questo argomento ma, se ho già assistito a due incidenti di femminea matrice, qualcosa vorrà pur dire...), i metri cubi a testa a disposizione sul mezzo pubblico sono diventati millimetri quadrati e per tutta la durata del viaggio devo pregare l'obeso teenager di turno di scendere dai miei calli e non passarmi la gastroenterite (inutilmente...ce l'ho e sto scrivendo da casa...).

Eppure la cosa che mi infastidisce più di ogni altra, e che mi fa assomigliare alla Regan de L'esorcista quando le impongono il crocefisso, è la simbiosi, che ormai affligge tutti, tra orecchio e cuffiette e che trasforma questo branco di imbecilli in esseri mitologici metà brufoli e metà IPod.
Il giorno in cui anche in Italia si potrà intentare una sacrosanta class-action cercherò volontari a mezzo blog per citare in giudizio tutti i produttori di lettori mp3 a cominciare da Steve Jobs!
Possibile che si debbano ottenebrare il già non dotatissimo cervello sparandosi nelle orecchie iron, metallica e tutti quei gruppi lì che fanno la ruggine già alle otto meno un quarto?
Tu sei lì che non vedi l'ora di arrivare in ufficio per poterne uscire il prima possibile e ti trovi 'sti coglionazzi davanti: due borse sotto gli occhi che pare si siano fatti impiantare due cuccioli di sharpei sottoculari e le immancabili cuffiette che sparano musica istigante al genocidio, mentre la madre, che lo ha appena mollato alla fermata, va a schiantarsi contro il primo bidone del rusco solo per far sera potendo raccontare che oggi qualcosa è successo.
Lo sveglione tipo è poi uno che viene dalla provincia e spesso ha una t-shirt nera macchiata di sugo alla puttanesca. Venendo da lontano è quindi sul bus da prima degli altri e si è assicurato in tutta pacatezza un posto a sedere per la sua lobotomica mole.

Hai voglia te, vegliarda ottuagenaria che sei capitata per sbaglio fra queste righe, a cercare di impietosirli con sguardi imploranti ed espressioni di rugosità alla bisogna. La tua flebile vocina nulla può contro il volume mai posizionato sotto il livello 9 e, se pure provi a bussargli gentile su una spalla perchè gli occhi gli diventino meno vitrei e si fissino nelle tue cataratte notando che sei lì e che hai bisogno di sederti, le loro felpacce spesse quanto una cotica li proteggeranno a mo' di armatura e non avvertiranno la minima sensazione tattile che gli manifesti la tua presenza.
Spaccagli direttamente il bastone in testa appena ne hai l'opportunità e sentirai scoppiare il mio "BRAVAAA!!!".

Ma, passando su un piano più generale, sono rimasto l'unico a questo mondo a saper apprezzare il silenzio e a mantenere una ferma volontà di restare connesso anche auditivamente con la realtà che mi circonda?
Ormai si fa fatica anche a chiedere una informazione se per strada ti passano accanto solo automi rincretiniti da musica 24 ore su 24. Sono troppo timido e beneducato per poter fermare qualcuno con i fili che gli spuntano dalle orecchie per chiedere dov'è Via, lo Pio Purestavolta.
Perciò vi chiedo: ma non pensate che sia eccessiva l'importanza che stiamo dando alla musica? Che non abbia eroso spazi prima dedicati a riflessioni e contatto umano e che ci stiamo dedicando un pò troppo a una attività passivizzante e annullante? Che non ci sia qualcosa di strano se in palestra, con la musica sparata a palla dallo stereo, ognuno non trovi di meglio da fare che portarsi per di più il suo lettore mp3? Che nessuno si accorga di quanto è idiota ripetere a pappagallo "Ah, la musica è la mia vita!" cercando di trovarci un senso e darsi un tono al contempo?
Eh no, vi do una notizia: a meno che non vi chiamiate Dr. Frank-N-Furter e vi piaccia travestirvi o non abbiate un magnifico chignon e passiate la vostra giornata affacciata a un balcone della Casa Rosada con gli argentini che vi gridano "E-vi-ta! E-vi-ta!", NO, LA MUSICA NON E' LA VOSTRA VITA o almeno la vostra vita non è un musical!
E la necessità di un contatto umano ha già suonato da un pezzo il campanello d'allarme ma, ovviamente, nessuno lo sente...

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