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Bologna, Italy
Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!

mercoledì 30 marzo 2011

¡Quiero el pollón!

Ci sono sere che veramente faccio una fatica atroce a mettere insieme le idee e decidere che mangiare per cena.
Stasera per esempio, che cavolo mi mangio? Zuppa di seppie con capperi e olive? No, già mangiata pochi giorni fa... Petto di pollo con funghi? Dio, che banalità! La pasta poi, con il topless dietro l'angolo, manco a nominarla!
Poi, a sorpresa, ecco che m'arriva l'invito che mi svolta la serata! Stasera ho due amici catalani per cena: Demetrio e Quiron.
E non devo neanche preoccuparmi di sporcare i fornelli perché c'è un cuoco che preparerà deliziosi manicaretti! Wowissimo!
E non devo manco portare il dolce: i miei due amici basteranno e avanzeranno.
Sì perchè forse non sono stato chiaro ma...mangeremo carne umana! Demetrio e Quiron saranno le portate, non i commensali!
Prima che qualcuno chiami la neuro, no, non sto delirando: ho acquistato due biglietti per la "Degustación de Titus Andronicus", l'ultimo spettacolo dei cazzo-da-quanto-tempo-ne-sentivo-parlare-avevo-proprio-voglia-di-andare-a-vederli La Fura dels Baus.
E indovinate chi hanno sorteggiato tra i 20 fortunati che prenderanno parte al banchetto finale di carne umana in cui saranno sacrificati i catalani di cui sopra? Bravi!
Ora, non so voi, ma per me è la prima volta che mi servono certe pietanze e, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare indicazioni su Google su cosa dica il galateo in queste circostanze...
Per esempio, se rimando indietro un piatto perchè mi servono una coscia troppo al sangue o pelosa, secondo voi sono un cafone?
E se invece mi riempio troppo presto lo stomaco, posso chiedere un sacchetto da portare a casa e scaldare per domani?
Ma soprattutto, se 'sti spagnoli mi chiedono di scegliere che parte voglio dei due condannati a morte, posso mettermi a urlare, tra centinaia di persone inorridite, "¡QUIERO EL POLLóN!"

giovedì 24 marzo 2011

E' nato!

Dopo lungo travaglio, ce l'abbiamo fatta: è nato il nostro sexyshop online!
I papà sono esausti, guardano questa creatura imperfetta e tentennante ma sono carichi di orgoglio e di voglia di vederla crescere.
Dateci un'occhiata se vi va e, se avete voglia di segnalarmi malfunzionamenti o darmi un consiglio di qualsiasi tipo, mandatemi pure una mail all'indirizzo che trovate qui nel blog.
Se poi proprio volete instillare in me quel senso di sana riconoscenza, che mi porterà ad accoppiarmi ripetutamente e forsennatamente con voi, fategli pure pubblicità in tutti i modi, luoghi e laghi.
Anche con un UniPosca sui muri dei cessi dell'Autogrill. Al massimo sentirete rispondere "Occupato!" dall'interno perchè ci sono già io dentro, in piedi sulla tazza col pennarello in mano.
Scherzi a parte, si accettano dritte sui canali più appropriati dove piazzare inserzioni e pubblicità.
Siamo stremati e ci vengono pochissime idee ora come ora... :(
Ciao belli!!!

lunedì 21 marzo 2011

Reportage del lunedì # 94 (spring version)

Dunque vediamo...sono andato da Chan Piel (cazzo, Jean Pier, gli avevo detto chiamati Jean Pier per attirare la clientela!), il mio parrucchiere cinese di fiducia e ho tagliato i capelli cortissimi e non mi è venuto nè raffreddore nè insolazione e ne ho guadagnato solo in figaggine.
Ho continuamente voglia di scopare, inteso sia nel senso di congiungermi carnalmente che di fare la polvere ai pavimenti. Ma anche dietro i mobili proprio!
Ieri ho viaggiato in macchina coi finestrini aperti a metà e li ho chiusi solo quando al semaforo un gitano ha cercato di vendermi delle rose di stoffa con sopra delle gocce di rugiada di plastica. Tutto quanto premesso, è ufficiale, è primavera, svegliatevi bambine! C'è da impollinare un mondo, diamoci da fare: quelle troie di boccioli non aspettano nessuno.

Giovedì, serata al Godot dopo mesi e mesi di assenza. Si esibiva una delle drag storiche di Bologna, Minerva Lowenthal, in un recital tutto suo. Era la prima volta che la vedevo esibirsi con cover dal vivo e mi ha piacevolmente sorpreso. E' vero, ascoltare musica da piano bar fa proprio bene all'animaccia mia, mi rilassa e mi libera da ossessioni e fantasmi meglio di un esorcista. Poi vabbè, in tutta la serata un paio di volte ho sbirciato se il vestitino nero da sera di quella stangona faceva i bozzo ad altezza inguine ma in quelle due occasioni non stava cantando però!

Venerdì, serata di coccole sotto il plaid. I pompini con risucchio sono ancora considerati coccole, vero? Mi confermate questa cosa? Ad ogni modo ho anche potuto godere di un bel film che mi ero perso anni fa e che vi voglio consigliare: "E morì con un felafel in mano". Inutile e impossibile dire cosa c'è dentro questa pellicola perchè è un tale delirio che non gliela posso fare. Però credo che vi spiazzi piacevolmente, questo sì.

Sabato, giornata di grandi pulizie di primavera, due giorni in anticipo perchè sono troppo avanti. E poi perchè avevo amici per cena e, abitando con un asiatico che quando passa lascia la scia di bava come le lumache arrapate, era meglio fargli trovare una situazione decente. Questa volta lo devo ammettere, m'è venuto tutto uno schifo. Ma c'è una spiegazione: ho dovuto cucinare tutto con la sinistra avendo l'altra mano fuori uso a causa di un enorme giradito. Mi mangio le pellicine delle dita da una vita e mai m'era capitato di fare la conoscenza di questo antipatico inconveniente...
D'ora in avanti avrò una risposta pronta quando sentirò una primipara lamentarsi delle doglie. Cazzo, chi si lamenta dei dolori del parto non deve aver mai avuto un fottutissimo giradito!
Proprio sabato l'infezione s'è estesa dal medio a tutta la mano gonfiandomi il ditone peggio di quanto non faccia Milan Gamiani con altre parti del mio corpo e indolenzendomi tutto il dorso.
Alla fine non ho più retto e, col coraggio di Rambo e la determinazione di Jessica Rizzo quando si tratta di infilarsi robe in corpo, mi sono armato di alcol e ago e mi sono operato da solo. Dio che schifo che è venuto fuori, un mare di pus e sangue. Spero solo non stiate leggendo questa parte nella pausa pranzo...
Sennò ringraziatemi pure per la dieta letteraria.

Domenica, mattinata in palestra a cesellare i miei muscoli guizzanti e fare sesso con altri 5 culturisti dentro le docce. Poi mi sono svegliato e ci sono andato per davvero a cercare una soluzione per queste maniglione dell'amore che non sia il farmi liposucchiare tutto. Dopo, giornata di gran relax a letto. Le scopate al galoppo sono ancora considerate relax, vero? Mi confermate questa cosa? Serata in pizzeria molto divertente, conosciuto gente nuova, esattamente quello che ci vuole in questo periodo. Al Pirata l'ambiente è gay friendly come nel salotto buono di Cristiano Malgioglio per tutta la settimana ma la domenica ho scoperto che è un qualcosa di indescrivibile. D'ora in poi sempre e solo pizza per cena la domenica! Ho ordinato una pizza con salsiccia ma ho finito per mangiare una salsiccia e bava dato che eravamo circondati da tre tavoalte di altrettante squadre di calcio gay! E io che credevo che fosse uno sport solo per lesbiche! Più di 30 maschioni ipertrofici e sexyssimi tra i 25 e i 35 anni che ci hanno letteralmente svitato la testa da sopra il collo a furia di seguirli con gli sguardi mentre a branchi uscivano fuori a telefonare o fumare.
Quanto aveva ragione la Clerici quando diceva che senza cazzo non si vive...

lunedì 14 marzo 2011

Reportage del lunedì # 93 (che palle!)

Come a un barbecue organizzato da un gruppo di vegani, poca carne al fuoco per questo reportage. Single per il fine settimana, ne ho approfittato per sistemare un po' di rogne e mettere in ordine.

Venerdì sera, ultima cena di lavoro con Pablo: le traduzioni delle pagine del sito sono finite. Ancora qualche piccolo ritocco e si debutta. Non so se faccio bene ma comincio a essere davvero emozionato all'idea che da qui a qualche mese qualcuno potrebbe stare bene grazie a me. Non dico che voglio essere soprannominato la Madre Teresa del terzo millennio, però mi rende orgoglioso il pensiero che qualcuno che non ho mai conosciuto di persona possa godere come una scrofa arrapata con un mio dildo su per il culo.
Essere dei dispensatori di consolazione può essere davvero gratificante.

Sabato appuntamento pomeridiano imperdibile con la manifestazione a difesa della scuola pubblica e della Costituzione. Partecipanti in numero inferiore alle mie aspettative e, anche se i giornali parlano di 10.000 persone presenti, posso sinceramente commentare solo così: buahahahaha!!!
Un velo pietoso sugli slogan gridati a squarciagola da alcuni genitori. Erano tutti fuori metrica, con assonanze al posto delle rime, con divisione delle sillabe a dir poco arbitraria e banalotti nei contenuti. Il peggio di tutti merita la menzione speciale: "La scuo - lapubblica - non si tocca, siam pronti a difender - lacon la lotta!" (?!?!?).

Domenica pisciosissima, ha piovuto tutto il dì. Tra pochi giorni ricomincio il corso di spagnolo e sono fermo da due anni... Per non fare figure di merda subito ed esordire con "Mi chiamos Massis e sonos muy imbarazado en esto momentos", ho ricominciato a studiare duro. Se vi state chiedendo se esiste una domenica più triste di quella passata a studiare, stirare e mangiare con un cinese imbecille come sola compagnia, sicuramente sì. Ma la mia sta di sicuro nella top ten.

giovedì 10 marzo 2011

L'intruso

Salgo sul bus semivuoto e mi parcheggio nel box per passeggini stranamente libero. Chissà com'è che oggi non c'è nessuna pakistana con la sua ventina di marmocchi dappresso in braccio, marsupi, culle, box e attaccati alle gambe. Mi appoggio alla parete del mezzo pubblico e continuo a digitare il mio impegnativo sms che sta assorbendo tutta la mia attenzione...ma dove cavolo sono le faccine preimpostate su questo cellulare?!? Devo solo fare :_( mica chissa che...
Pochi secondi e alla mia destra sento del fermento, poi del trambusto (si potrà definire TRAMbusto anche se ero su un autobus? boh...), gente che si sposta e un tizio che sibila "Afangùlo!".
Smetto di digitare il messaggino e vedo questo ragazzo magrebino che cambia posto e nel farlo (possibile?!?) mi guarda con l'odio che riserverebbe a Calderoli che indossa la t-shirt con le vignette su Maometto. Sono pietrificato, nessuno mi ha mai guardato tanto ostile e comincio ad arrossire senza poterlo evitare. Cerco di capire, di arrivare al perchè di questa sua reazione che lo ha portato dal sedere alla mia destra a un posto di fronte e due metri più in là ma, a parte una sua probabile allergia all'Iceberg che ho addosso, non mi viene in mente nulla.
Poi noto che, messosi a sedere, continua a fissare nella mia direzione e il suo sguardo è diventato molle, seduttivo e caldo. Si accarezza la pancia tonica e piatta, una volta o due si umetta le labbra e gioca posture da figo che deve aver visto su qualche rivista di moda. Il mio rossore si imporpora sempre più, sono a disagio.
Per fortuna dopo pochi secondi capisco: accanto a me una Barbie dell'est sui 19 anni, zoccola come una romagnola riesce a essere solo a 25, è l'oggetto del suo desiderio nordafricano. Quando sono salito sul bus con la testa fra le nuvole e il mio sms, mi sono frapposto senza volere tra i due e ho suscitato così la sua ira di bullo conquistatore in azione.
Poi però ho passato ore a pensare a questa cosa: a quante volte, muovendoci fra gli altri, rischiamo di essere elefanti incoscienti nelle altrui cristallerie. A quando ci frapponiamo in uno scambio di sguardi desiderosi, alla possibilità di essere nel bel mezzo di una rete elettrica di passioni che non ci riguardano, senza saperlo, col rischio di provocare un blackout solo per gli altri. A tutte le volte che posso essere stato considerato una indebita interferenza solo perchè mi sono messo in mezzo alle palle, odiato e sfanculato col pensiero o parole velenose appena sussurrate.
Forse sono esageratamente sensibile, ma mi sento in colpa per ogni chiavata che ho inconsapevolmente mandato a farsi fottere.

martedì 8 marzo 2011

Festa delle donne

Un augurio speciale a donne speciali.
A Elisabetta Gregoraci, che incarna il fiabesco femminile dimostrandoci che quell'arrivista di Cenerentola è viva, vegeta e più paracula che mai.
A Wanna Marchi e Stefania Nobile, che hanno sempre voluto mettere un po' di sale nelle loro e altrui vite. Quello per levare i malocchi.
A Silvia Toffanin, da sempre seduta sulla sua fortuna e il suo solo talento e verso la quale mi muove più umana pietà che acidulo spirito critico.
Alle parricide, alle maestre manesche e violentatrici di bimbi nel riserbo delle mura scolastiche.
Alle donne castranti in nome di un femminismo agée, alle elettrici della Lega Nord, alla Santanchè, alla Carfagna, e alla Bindi. Alle lettrici di Chi mentre sono dal parrucchiere, che devastano le loro teste dentro e fuori. A Barbara D'Urso, che si allena in tv in attesa che idiozia e volgarità siano dichiarate specialità olimpioniche e vincerne l'oro.
Alle beghine cattoliche integraliste, a Noemi Letizia, a sua mamma e Ruby.
A tutte le olgettine, le grazioline, le romanine e le veline di ieri, oggi e dei secoli nei secoli, alle suore di clausura e alle vigilesse stronze sempre il triplo dei colleghi maschi.
Ai mostri di sesso femminile che oggi non esiteranno a mescolarsi in mezzo alle donne vere per essere omaggiate.
A tutte voi, io faccio il mio più sentito augurio: inculatevi voi e il vostro 8 marzo di merda! 

lunedì 7 marzo 2011

Reportage del lunedì # 92

Annotto di getto ricordi e schegge del finesettimana, oggi in ufficio mi torchiano come i vinacci della grappa. Che odiosi i capi quando tarpano le ali al lato artistico dei propri dipendenti, non trovate?

Venerdì, come ormai molte sere a questa parte, cena con Pablo che ci dà una mano con le traduzioni in inglese delle pagine del nascente sito. Nessuno sa tradurre meglio di lui frasi come "Sventratore anale a doppia pulsione e regolatore di sfrenulamento. Chiava anche sotto la doccia purchè tiepida. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Funziona con 16 batterie non incluse.". Quando uno è portato per le lingue ha dei gran vantaggi e molte porte aperte. E poi ha l'essere sfruttato da me come svantaggio... Prossima volta ci pensa su due volte prima di mettersi a studiare. Finchè non mi denuncia per sfruttamento idiomatico di persona non troppo alta o di qualche altro reato similmente inventato, io continuo a usarne i servigi.

Sabato, pomeriggio alla presentazione di un fumetto. Qualcuno che conosco presentava qualcosa. Di questo sono quasi certo. Dico così perchè dopo il secondo bicchiere di rosso a stomaco vuoto facevo fatica a essere orientato spazio-temporalmente. Ricordo solo un trapezio che pendeva dal soffitto, del vino caduto in terra e sulle scarpe, due tizie che disegnavano su un muro e tanta, tantissima piscia che mi implorava di venire al mondo. Dopo una bella e barcollante passeggiata al fresco, mi sono ripreso e il resto della serata l'ho passato col moroso che mi ha fatto una bella sorpresa: per la prima volta mi ha portato a mangiare sushi in un posto aperto da poco. Dopo essermi sincerato che non ci fosse solo pesce crudo dato che non sono una otaria, mi sono lasciato condurre in questo bel posticino pieno di altri parrocchiani e gente alternativa. C'era il nastro trasportatore come all'aeroporto, solo molto più piccolo, e ti passavano sotto il naso centinaia di ciotoline con assaggini di qualunque cosa: baccalà fritto, involtini, carne allo spiedo, gamberetti con verdure saltate e centinaia di altre portate. Niente pantegane al forno però, ché i giapponesi dicono che sono diversi dai cinesi. Sarà...io devo ancora capire come si fa a distinguerli. A un certo punto stava per venirmi un attacco epilettico a furia di fissare quelle cazzo di ciotoline viaggianti... Al grido di "Meglio fare invidia che pietà!", ci siamo ingozzati come anatre per il fois gras e alla fine abbiamo conteggiato 22 ciotoline per me e 23 per Marco. Ma la prossima volta arrivo allenato meglio.

Domenica, sarà stata la stanchezza, sarà stata l'indigestione giapponese, sta di fatto che mi sono svegliato a mezzogiorno. Saltato l'appuntamento con la palestra, cerchiamo di non perdere l'altro punto in programma: la sauna. Diciamo che impegnarsi per questo ci è costata meno fatica...
Giornata così così, tanta gente ma qualità medio-bassa. E poi sembrava il "Raduno della Passiva Padana D.O.C.G.": ci fosse stato uno, dico uno che m'avesse sfiorato il sedere con una pacca, una manata morta, una ditata distratta...niente! Tutti attaccati davanti ce l'ho avuti. Che, voglio dire, almeno datemi l'opportunità di spostare una mano dal mio lato B e di dirlo un "No, grazie! Magari prossima volta, eh?" che fa tanto bene al mio amor proprio. Invece nulla, zero interesse. Tranne che per uno che somigliava troppo a una perfetta sintesi di Tony Blair, Mister Bean e Margaret Thatcher. Eh no, decisamente il british style non fa per me. Però, se continua così, allora evito di ammazzarmi di esercizi per i glutei in palestra. Basta saperlo e uno si adegua.

mercoledì 2 marzo 2011

Il guardaroba e la grandicellità

L'armadio di un 33enne è l'armadio di una crisalide, sempre che le farfalle e altri lepidotteri abbiano il tempo di farsene uno nel corso della loro breve vita.
Ci trovi dentro così tante scorie di ricordi, frammenti tessili e miscugli di stili che, a guardare dietro quelle ante legnose, s'ha una vaga idea di quel puzzle dalle infinite tessere che rappresenta ciò che si è stati e quello che si aspira a diventare.
A metamorfosi in corso, ancora residuano improbabili t-shirt tamarre dalle grosse scritte e dai colori aggressivi, canottiere che ci stavano meglio 5 anni fa, pantaloni da acchiappo che funzionavano un casino prima che mettissimo su quella pancetta che ci fa "così sexy", come si ostina a ripetere il fidanzato o l'amante interessato.
Pezzi della propria storia personale, rigorosamente in taglia M, che suggeriscono ricordi di compere che ci hanno emozionato, di capi a lungo desiderati e di occasioni speciali che abbiamo atteso per indossarli o, se andava davvero bene quella notte lì, per lasciarli lentamente cadere sul pavimento.
A 33 anni devi decidere di tenere al massimo due berretti, che devi donare ai più bisognosi le magliette che non metti da più di due anni e che stanno lì solo a prendere polvere e a schiacciare quelle attuali, che devi passare a fratelli e cugini più piccoli quegli smanicati che alla loro età, l'altroieri appena, ti calamitavano addosso sguardi di apprezzamento. E che sì, hai decisamente bisogno di più camicie, di più polo a manica lunga e maglioni comodi, magari anche qualche pantalone di velluto. Non tinte troppo smorte magari, per quelle si può aspettare ancora 20 anni, vivazio!
Devi accettare di essere grandicello. E che hai pure rimandato di un decennio l'ammetterlo...
Eppure ci sono vestiti che sono cimeli, che ci sono cuciti addosso anche quando non li mettiamo e separarcene equivarrebbe a staccarsi dalla pelle croste troppo fresche: sanguinamento assicurato. E chi cazzo ce lo fa fare di soffrire tanto, alla fine?
Sì è vero, ci serve più spazio in quell'armadio sempre troppo piccolo e zeppo stipato...ma separarsi da certi capi non crea spazio, fa solo vuoto. Vuoto per tarme.
E io preferisco tenermelo qualche trofeo della mia giovinezza, tornare a indossarlo magari solo una volta l'anno come faccio nella Smanicato Night che organizzo col mio amico Gio' e andare in giro a fare gli scemi come una volta.
Se vedete due pazzi vestiti troppo aderente e tremendamente fuori moda, guardateli in viso: se sono felici come bimbi, siamo noi.
Se è Joan Collins, ditele che a tutto c'è un limite...

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