Prendete un ragazzo della provincia casertana troppo intelligente, furbo e con le chiappe chiacchierate per poter anche solo essere sfiorato dall'idea di passare lì i suoi anni più belli, fatelo emigrare, un pò banalmente, al nord Italia. Adesso aggiungete un pò di socievolezza a cubetti, un pizzico di esibizionismo, un cucchiaio abbondante di incapacità a riconoscere i propri limiti artistici e ghiaccio polverizzato e shakerate il tutto con briosa vivacità. Mi raccomando, non metteteci una spruzzatina di figalessagine che rischiate di trovarvi la Caterina Balivo come risultato invece che me!
Al di fuori della metafora del cock-tail (e mai "cock" fu parola più appropriata) che mi rappresenterebbe, devo ammettere che la realtà in quel di Bologna non è così male: la città tutto sommato è a misura d'omo, trovi almeno un paio di programmi alternativi per passare i weekend e il clima civico è ancora alto pur se in lento declino.
Tutto bene sembrerebbe... Appunto, sembrerebbe.
Anche qui a Bologna c'è una gran difficoltà, per un più che trentenne munito solo di connessione a internet, a instaurare dei rapporti sociali che, se non azzardo a definire di amicizia, fossero almeno proiettati oltre il "quanti schizzi fai? quanto è lungo? A o P?" e via chattando.
Sono due anni che vivo qui e le chat e i profili personals sono la mia seconda casa. Eppure le persone che ho incontrato e ho deciso di frequentare per vedere dove va a parare la conoscenza si contano sulle dita di una mano parecchio amputata.
Stanco di appuntamenti con ragazzi che "no-non-cerco-sesso-mi-sono-appena-mollato-sono-ancora-così-ferito-che-manco-ci-penso-anzi-forse-prendo-i-voti-piuttosto-che-riprenderlo-nel-culo" e che poi a fine serata se non li inviti a salire per una chiavata (ma in amicizia eh!), la volta dopo in disco ti fulminano con lo sguardo di Iriza quando vede la dolce Candy Candy, un bel dì dell'inverno scorso decido di aguzzare l'ingegno.
L'occasione mi si presenta sotto forma di invito ricevuto su GayRomeo a far parte del Progetto Komos, ovvero il primo coro solo gay d'Italia che proprio in quei mesi si era trasferito a Bologna nei locali del Cassero. "Che bello!" mi dico immaginando di poter stringere nuove amicizie fuori dagli schemi scontati e mettendo a frutto anche una passione mai coltivata prima se non sotto la doccia (parlo del canto, non delle seghe, non fate gli spiritosi!). E poi tutti quelli con cui ero andato a letto me l'avevano sempre detto che avevo ottime doti orali...
Detto fatto: estendo l'invito a Giovanni, il mio coinquilino (pure lui esausto e con la cappella sbucciata a furia di incontrare "in amicizia") e prendiamo appuntamento per un provino col direttore, Paolo V. Montanari. Ora, per chi credesse, come me all'epoca, che la V sia l'iniziale del suo secondo nome, beh si sbaglia di brutto: è proprio il numero ordinale che contraddistingue uno stronzo tale dalla dinastia di stronzi da cui deve provenire perchè sennò non si spiega come si faccia a essere così carogna.
Procediamo con ordine: una sera di dicembre arriviamo puntuali alla sala in cui il Komos prova. Giovanni, che quando non si tratta di spettacoli sexy in cam diventa timido come un riccio spinoso, mi prega di essere il primo provinato. Comincio così ad avere un assaggio di cosa non sia l'isteria insoddisfatta di Paolo V. Cominciamo con una intervista durante la quale ha modo di basirmi con questa conversazione:
Massi: "Sono campano..."
Paolo V: "Ah....dovremo combattere con la pronuncia...(chiunque mi conosce sa che parlo l'italiano più povero d'inflessioni che si possa immaginare, nda). Hai studiato canto o preso lezioni di musica? Lo suoni uno strumento?"
M: "Eh no, temo che a parte la voglia di imparare cose nuove non ho altri moventi e, tranne il campanello di casa, non ho mai suonato nulla..." (Ok, pessima ma ci mettevo la buona volontà di rompere il ghiaccio, no?)
PV: "Spiritoso...ma qui si lavora sodo, ok? Sia chiaro..."
M: "Oddio....cer...certo. Scherzavo..."
PV: "Ce l'hai sempre questa voce catarrosa o hai preso freddo venendo qui?" (giuro su mia madre che mi ha detto così! E' inutile specificare che era solo un parto dei suoi rodimenti di culo, probabilmente ha una colonia di criceti che vivono nel suo intestino crasso: IO NON HO PER NIENTE LA VOCE CATARROSA!)
M (capita l'antifona e rispondendo per doppi sensi): "Guarda....è senz'altro il gelo che c'è qui dentro....".
Poi passiamo al provino vero e proprio: accenno un pezzo a piacere e facciamo un pò di scale...purtroppo solo quelle musicali, non quelle dalle quali l'avrei scaraventato. Alla fine la sentenza: "Ti prendo....e ti metto tra i baritoni...." e poi, fingendo di parlare tra sè e sè: "...tutti baritoni mi capitano ormai...uffaaa!".
Anche peggio è andata a Giovanni che si è sentito urlare davanti ad altri venti coristi perfettamente sconosciuti "Sei solo fisico!!!! Ma dove hai il cervello????" solo perchè aveva saltato un rigo leggendo un testo.
Inutile dire che dopo quella volta abbiamo abbandonato il progetto e con grande rammarico... Non vi dico infatti che bei ragazzi dall'ugola d'oro che c'erano e in cosa consisteva il riscaldamento. Anzi no, ve lo dico: ci dovevamo massaggiare reciprocamente e toccare su spalle, petto e ventre per venti minuti!!! Se avessi continuato a frequentare, poi l'erezione l'avrei potuta usare come leggio...
P.S. Vi ricordo che avete fino al 2 agosto compreso per fare una foto a quanto avete di più bello e partecipare al Trombi Contest nel quale i lettori potranno votare sulle seguenti categorie: Il Culetto più Fuckeable, Il Randello Duro dei Sogni e La più Bella Minchia Addormentata. Fatevi avanti! La timidezza non è divertente! ;)