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Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!

venerdì 27 febbraio 2009

Un faro luminoso


"La proposta afferma che il rifiuto all’idratazione e alla nutrizione artificiale non può essere inserito nelle dichiarazioni anticipate. Questo perché sono considerate forme di sostegno vitale finalizzate ad alleviare le sofferenze. A parte il fatto che non è vero: in molti pazienti terminali affetti da tumore un’idratazione corretta sarebbe fonte di ulteriore sofferenza. Ma perché se siamo lucidi possiamo rifiutare cibo e acqua, mentre se siamo affetti da una malattia che ci toglie la possibilità di esprimerci allora perdiamo pure questo diritto? La legge afferma che la vita è inviolabile e che quindi nelle dichiarazioni non può essere data indicazione all’eutanasia, ma senza definirla. E questo è pericoloso. Molti affermano che rinunciare a un trattamento salvavita è eutanasia, negando l’articolo 32 della costituzione. Ma allora, su cosa potremo pronunciarci? Io non vorrei mai finire la mia esistenza in stato vegetativo. Perché la società dovrebbe obbligarmi a questo? Il nostro ordinamento stabilisce i diritti e doveri che abbiamo nei confronti degli altri. Non entra nell’intimo rapporto che ognuno ha nei confronti di se stesso. Il tentato suicidio non è reato in Italia. La Costituzione vieta la tortura ma l’autoflagellazione o il cilicio non sono reato. Io mi batterei fino in fondo affinché un mio concittadino ammalato che desideri andare avanti con tutti i trattamenti possibili (ventilazione, nutrizione, dialisi e quant’altro) possa riceverli gratuitamente dalla società. Ma mi batterò fino in fondo affinché la stessa società non imponga a nessuno un trattamento che questi non voglia ricevere, in qualsiasi condizione egli si trovi"

Guido Bertolini. Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

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