Un docente dell'Università dell'Ulster di Coleraine (Irlanda, ma quella del Nord) che, se ti capita di incontrarlo per strada e gli urli dal marciapiede opposto "PROFESSOR RICHARD LYNN!!!", lui si gira, sta facendo molto parlare di sè negli ambienti accademici per i risultati di una sua ricerca secondo la quale in media gli italiani del nord sono gli unici ad avere un quoziente intellettivo pari a quello dei popoli nord-europei mentre quelli del sud ce l'hanno inferiore.
Ora, io la sua ricerca me la sono letta e non mi pare un metodo molto scientifico far derivare la conclusione di un QI più basso dalle minori entrate economiche, scolarizzazione, statura, qualità dei cibi ingeriti (evidentemente non ha mai ordinato una pasta con la crema in un bar di Bologna...), ecc. dei meridionali.
Lo studio è fallace anche perchè molto autocentrato: nelle note e nella bibliografia di riferimento il Prof. Lynn fa ampio rimando ad altre sue precedenti pubblicazioni, come quella che qualche anno fa già gli regalò la notorietà per aver sostenuto che in estremo oriente sono più intelligenti che da questa parte del globo e che i neri sono più perspicaci quanto più chiaro è la colorazione della pelle...
Fermo restando quindi che non riconosco un vero valore scientifico alla sua ricerca, dico anche che trovo eccessive certe reazioni di fronte a studi del genere. Mi spiego meglio (almeno ci provo, sennò già sento che qualcuno mi mangia la faccia..): a me interessano certe investigazioni sui caratteri nazionali perchè credo ci sia un fondo di verità quando si dice che i giapponesi sono tecnologici, gli statunitensi pragmatici, gli spagnoli passionali (questa poi, più e più volte assodata cari mei!). Basta aver presente che mentre lo si sta dicendo è a una media che ci si sta riferendo e che ovviamente si fa di tutta l'erba un fascio: ovvio che ci sono ANCHE giapponesi senza forno a microonde, ANCHE americani che si perdono in un bicchier d'acqua e ANCHE spagnoli dall'eros narcotizzato (fortuna che ancora ne devo beccare uno...).
Per lo stesso motivo credo che anche alcuni caratteri non in positivo possano essere investigati e rilevati a patto che si proceda alla ricerca con metodo scientifico.
Ma perchè urlare al tentativo di diffusione di teorie razziste e propagandistiche ogni volta che qualcuno ci prova?
Questo studio ho già detto che secondo me fa cagare ma solleva un'interessante questione: perchè ci si scandalizza sempre se uno si cimenta in certi campi di ricerca? Perchè ci si dovrebbe sentire offesi a morte se qualcuno un giorno dovesse rivelare, dati alla mano, che il quoziente delle facoltà intellettive è mediamente più basso tra le popolazioni del sud Italia? Uno studio è una ricchezza a prescindere nel momento in cui fa luce su un qualcosa di ancora inesplorato.
Il problema semmai sarebbe di sfruttamento per altri fini dei suoi risultati (per sostenere la superiorità di qualcuno su qualcun'altro, per giustificare misfatti, persecuzioni, ecc.), ma la scienza non deve avere le ali legate dalla possibilità di svilimento degli esiti delle sue ricerche. E' ovvio che io posso pubblicare un interessantissimo studio sui 100 modi esistenti per far bollire più velocemente l'acqua ma se poi qualcuno usa l'acqua bollente per ustionarci la gente per strada invece che per farci la pasta, la colpa non è mia che ho solo cercato di essere utile con la mia scoperta dell'acqua calda!
Possibile poi che più si vada avanti più venga fuori quanto siamo geneticamente programmati dal nostro DNA che pare sapere tutto di noi, dal colore della pelle e dell'iride a quanto lungo ci verrà il cazzo, dall'età in cui cominceremo a perdere i capelli alle nostre tendenze sessuali ma il cervello no, quello non si può sostenere che sia differente a seconda del singolo patrimonio e delle peculiarità razziali? Se non c'è nessuna difficoltà a riconoscere che mediamente a letto con un sorco di colore godi di più che con un cinese, che mediamente gli svedesi sono più alti che i sardi allora perchè attitudini, talenti, predisposizioni e incapacità devono essere tenuti fuori da ogni rilevazione? Possibile che in nome di un finto politically correct dobbiamo concludere che il cervello e le sue potenzialità devono essere uguali per tutti in tutto il mondo?
Tanto, e lo ripeto, è di una media che si parla.
Alla fin fine, quando il risultato di uno studio non ci dovesse soddisfare perchè non ci sentiamo rappresentati dal suo risultato, potremmo sempre chiamarcene fuori, ma bloccare la ricerca scientifica non mi pare positivo mai. Riconosco che il terreno su cui ci muoviamo è accidentato, ma solo per questo rinunciamo a farci una passeggiata?
(Nella foto: uno scozzese mostra la superiorità del suo QI nord-europeo.)
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Informazioni personali
- Massi
- Bologna, Italy
- Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!
31 commenti:
secondo me il professor Lynn ha ragione, per il solo fatto che gli italiani del sud con un Q.I. elevato sono tutti emigrati al nord.
resta un dubbio sull'utilità vera di una ricerca simile, a cosa dovrebbe portare oltre alla consapevolezza che più si va a nord più tutti sembrano intelligenti?
PS. visto il corredo penso che per le prossime vacanze prenoterò in scozia
Non ho competenza tecnica per entrere nel merito di una ricerca scientifica, ma il lavoro di questo signore non mi convince per nulla. Intanto va detto che se è vero, e credo lo sia, che il cervello umano è un mondo ancora in gran parte inesplorato, di cui sfruttiamo solo una parte marginale delle sue potenzialità, allora a maggior ragione attribuire una minor dotazione intellettiva a seconda di aree geografiche, e quindi per razze ed etnie, è un'assurdità, nell'evidenza di estremi squilibri economici che impediscono in vastissime aree del pianeta l'accesso ad un'istruzione di base che rappresenta un privilegio per pochi e non un diritto elementare per tutti. Mettiamo tutti nelle medesime condizioni ed allora questo tipo di ricerca potrebbe avere un senso, e neanche ne son sicuro...Non bastasse va anche ricordato che queste analisi e studi pseudoscientifici non sono una novità, ed hanno rappresentato nel corso dei tempi, e soprattutto nel secolo scorso, una base "scientifica " per tutte le derive razziste e xenofobe che hanno rivendicato ad una razza, quella bianca, un ruolo di supremazia in virtù di una superiorità genetica ed intellettiva. Una follia pericolosa, come sono pericolose le teorie di questo signore...
Inanzitutto Noblesse Oblige...Gli spagnoli ringraziano di questa fiducia riposta XD...
Scherzi a parte...scientificamente parlando, anche io sn convinto che ci siano fasce di popolazione, anche circoscritte a determinate aree geografiche, che possano risultare, per esempio, "meno intelligenti...
Secondo me e secondo la scienza credo, questa nn debba essere solo geografico...bensì culturale e caratteriale...perchè se fosse veramente così ...allora una famiglia meridionale emigrata al Nord allora avrebbe figli sempre stupidi per genetica o perchè influenzati da un ambiente diverso...
Forse perchè se consideriamo il cervello nn come un'organo ma cm una sorta di muscolo...se lo metti, almeno in grandi vie generali, in una metropoli in movimento e con molte possibilità lavorative e creative allora in un qualche modo cerca di darsi una "smossa" se invece lo metti in un contesto di aperta campagna senza fare un tubo allora ti impigrisci...se poi ci metti l'influsso della tua famiglia e dei tuoi amici allora è facile generalizare....
Quindi se invece si provedesse a cambiare la struttura, economica, politica, sociale non solo in vie generali ma nel modo più profondo di ogni singola persona nel cambiare abitudine e avere più "elasticità mentale" si avrebbe un cambiamento...quindi sfatato il mito del chi nasce tondo nn può morire quadrato...ma purtroppo questo è utopico...Vi basti pensare alle diverse discriminazioni contro i gay in suddette regioni no?
Non esiste un collegamento nel DNA per la stupidità...esiste semmai, volontariamente od involontariamente l'assenso a creare o no un'influenza psicologica affinchè questa "pigrizia cerebrale " avvenga o no...
Spero nn aver detto cavolate...dimmi che ne pensi....
Enrique ;)
A tutti: mi state dando dei spunti di riflessione utilissimi, vi ringrazio davvero! Al contrario di altre volte ho scritto questo post senza avere ben precisa una mia idea al riguardo e quindi mi è molto gradito ogni vostro input. L'unica cosa che sento certa, e che ho cercato di spegare meglio che potevo, è che nel caso singolo di questo studio faccio veramente fatica a riconoscere una pseduoscientificità ma che riconosco altresì che, come non siamo uguali per tanti altri versi (e molte differenziazioni hanno una loro riconducibiltà razziale, c'è poco da fare), non vedo perchè quanto alle facltà dell'intelletto dobbiamo rinunciare a saperne di più per non sembrare hitleriani.. spero di non aver fatto ancora più confusione... :)
J_lou: è vero che nel passato teorie simili fornivano la sponda a certi regimi ma in quel caso venivano fabbricate su misura dell'ideologia imperante. non mi pare che una seria ricerca sul tema, fatta oggi, possa avere la stessa matrice. e comunque, ripeto, una cosa è l'evidenza scientifica, un'altra la sua distorsione a fini propagandistici, quel rischio resta sempre...dobbiamo allora rinunciare a qualunque ricerca perchè se ne potrebbe abusare?
non riesco a leggere. Mi sono troppo focalizzato sulla foto :D :D
Innanzitutto concordo con la questione centrale sollevata da Massi: il fatto che certe ricerche risultino "scomode" non significa che non siano utili o non siano scientificamente fondate. Del resto, chi è addentro nel mondo delle neuroscienze e della psicologia sa benissimo che gli studi sulla parte di variabilità dell'intelligenza spiegata dall'ereditarietà esistono da parecchi decenni e continuano ad essere prodotti.
Sottoscrivo pienamente quello che dice Massi: non siamo tutti uguali. Lo so che per la cultura contemporanea è una bestemmia, ma penso che si scambi troppo facilmente la pari dignità e i pari diritti con l'omologazione. Ci sono persone basse e persone alte, persone robuste e mingherlini, persone intelligenti e persone stupide. La differenza riguardo a quest'ultima caratteristica sta nel fatto che misurare l'intelligenza è più complesso che misurare l'altezza.
Come ho scritto nel mio blog, sto analizzando in modo scrupoloso la ricerca, e pubblicherò su PsicoBar la valutazione dell'attendibilità dei risultati. Anticipo, però, che mi sembra una ricerca costruita male e con dati sbagliati. Ecco, più che di razzismo direi che Lynn andrebbe accusato di incompetenza.
Massi, sono abbastanza d'accordo con Enrique. Non credo dipenda da dove nasci, ma da quanto eserciti il cervello, dall'ambiente in cui cresci e dagli stimoli che ti vengono offerti nel corso della crescita. Che poi ci sia qualche predisposizione genetica probabilmente è vero, ma non penso dipenda dalla regionalità: se ci pensi bene, anche all'interno della medesima famiglia c'è chi è più portato per i numeri, chi per le lettere, chi per la creatività e la manualità, eppure nascono tutti nella stessa area geografica, sono tutti soggetti agli stessi stimoli ed alla stessa educazione, crescono tutti nella medesima condizione sociale ed economica.
Non ne farei quindi un discorso di maggiore o minore intelligenza, ma di attitudini differenti: se esercitato nel modo giusto, il cervello funziona allo stesso modo per tutti, almeno così io credo.
Inoltre, ci sono una miriade di studi che dimostrerebbero (il condizionale è d'obbligo) che invece le predisposizioni migliori (sia fisicamente, che biologicamente, che intellettivamente) le avrebbero i cosiddetti "meticci", cioè coloro che nascono da genitori di regioni, nazioni, razze differenti: la ricerca da te citata, a questo punto, come si porrebbe rispetto a tali persone?
Barone (mezzo siculo e mezzo milanese e, quindi,... er più fico di tutti ;))
piccololord: se vuoi la tolgo e poi la rimetto quando hai finito di leggere... :D
Roccia: attendo di leggere le tue considerazioni sul tema. io a essere sincero ho letto l'articolo più per esercitare il mio inglese che in un'ottica di esperto o anche solo appassionato della materia, però devo dire che non mi pare proprio un approccio corretto il suo...
Barone: però mi sembrano cose diverse le predisposizioni e i talenti individuali rispetto alla vivacità dell'intelligenza che questa ricerca si proponeva di rilevare.. fossi stato io avrei focalizzato invece la mia ricerca su classi scolastiche del nord italia in cui è molto facile avere figli di emigranti dal sud italia e con appositi test avrei misurato chi è più brillante e pronto di fronte a domande e stimoli uguali per tutti...forse avrebbe avuto più senso che non andare a misurare l'intelligenza dei meridionali in meridione dove notoriamente ci sono meno possibilità, meno benessere e un sistema educativo certe volte ai margini della civiltà...
Anche a costo di sembrare noioso ripeto quanto detto: non esiste una superiorità intellettiva legata a razze od etnie. Le capacità intellettive sono parte del nostro patrimonio genetico, ma per esser sviluppate appieno è necessario vivere in un contesto socio economico che garantisca un’istruzione formativa ed adeguata. Affermare che un giapponese è più dotato intellettivamente di un ruandese è una suprema sciocchezza dal momento che chi ha avuto la fortuna di nascere in occidente ha avuto possibilità di studi e di accesso ad un contesto culturale stimolante che un indigeno del terzo mondo non può neanche immaginare, visto che da quelle parti la priorità è la pura sopravvivenza. Mettiamo tutti nella medesima condizione e dopo semmai potremo fare una valutazione nel merito.
Sono convinto anch’io del fatto che non siamo tutti uguali, ma la differenza è fra italiano ed italiano, peruviano e peruviano e via dicendo, non certo fra razze. Le conclusioni di quella presunta ricerca sono pericolose e fuorvianti , e sono la dimostrazione che le uniche ricerche “ scomode” sono quelle infondate scientificamente. La verità non è mai scomoda , la verità è rivoluzionaria.( Mao Tse Tung )
P.S. Non è esatto che la follia nazista si appoggiò su teorie confezionate a bella posta: i teorici della superiorità razziale ariana non fecero altro che ridar vigore a teorie e farneticazioni razziste e antisemite già espresse nei decenni precedenti , le pulsioni razziali e xenofobe sono presenti da tempi immemorabili ed oggi sono vive più che mai. Per questo non bisogna abbassare la guardia. Oggi si parla di africani stupidi, domani di gay minorati mentalmente…
Anticipo alcune considerazioni che farà su PsicoBar: innanzitutto bisogna definire in modo chiaro ed univoco Il costrutto di intelligenza (cioè cosa si indica con la parola intelligenza). Barone si riferisce ad una teoria multicompomenziale dell'intelligenza (teoria delle intelligenza multiple), Massi la indica come curiosità (far domande) e brillantezza...
Definito cosa è intelligenza, bisogna considerare alcun dati di fatto: non siamo tutti intelligenti allo stesso modo. E mi spiace contraddirti Barone, ma il cervello non è uguale in ogni individuo, neppure da un punto di vista neuroanatomico. I motivi delle differenze sono molteplici, non dipendono solo dall'ereditarietà genetica (ad esempio, il cervello di un bambino gravemente trascurato ha un volume fino al 50% più piccolo di un bambino accudito normalmente). J_Lou dice giustamente che per capire le differenze interindividuali bisogna valutare le persone messe in condizioni quanto più simili possibili (identiche non è possibile, neppure all'interno della stessa famiglia). Questi studi sono stati già fatti (ad esempio su gemelli omozigoti separati alla nascita o bambini con medesime opportunità sociali), e si è concluso che parte del QI dipende dal patrimonio genetico e parte dagli stimoli ambientali. L'ereditarietà genetica quindi gioca una parte importante, anche se non esclusiva. Ciò significa che non è del tutto stupido ragionare in termini di popolazioni. Le "razze" ovviamente non c'entrano nulla, si parla di gruppi sociali che condividono un determinato patrimonio genetico (in pratica, dipende con chi scopi e a chi trasmetti la metà del tuo patrimonio genetico). Lo studio di Lynn non ha riportato anche la deviazione standard dei suoi dati, cioè la misura della variabilità rispetto alla media degli stessi gruppi. Né ha preso in considerazione che i dati differiscono molto in base al sesso maschile e femminile (mentr ei dati sulla statura, ad esempio, si riferiscono solo a quella maschile, perché li ha presi dalle visite di leva).
Scusa Massi per la lunghezza dell'intervento, volevo solo contribuire un po' alla discussione. Mi avrebbe fatto comodo averti vicino perché fatico molto a leggere gli studi usati da Lynn che sono tutti in inglese... :)
Per Roccia : " Gruppi sociali che condividono un determinato patrimonio genetico " questa non è altro che una definizione di "razza".
Stiamo camminando su un percorso insidioso....
Vorrei ricordare a proposito di pregiudizi razziali che per gli Inglesi colonialisti dell'inizio 900 gli abitanti del subcontinente indiano erano esseri inferiori geneticamente, poco più che stupidi...Oggi gli ingegneri provenienti dal politecnico di Mumbai invadono l'occidente e son considerati delle assolute eccellenze nel campo informatico e scientifico. A riprova del fatto che se gli fornisci adeguate opportunità l'intelligenza derivante dal patrimonio genetico si evolve, altrimenti rimane ad uno stadio minimale. In un mondo che dà medesime opportunità a tutti le differenze per aree geografiche tendono allo zero.
J_lou: spero tu non ti stia in qualche modo convincendo che io e Roccia abbiamo un approccio razziale alla questione e vogliamo in alcun modo giustificare le mistificazioni che da risultanze scientifiche ed empiriche possono derivare. Resto convinto che differenze tra gruppi sociali con in comune gran parte del patrimonio genico non possono riguardare solo il guscio esterno e tradursi in differenziazioni solo fisiche. Non capisco perchè il cervello e le sue interconnessioni nervose dovrebbe essere tirato fuori da un discorso comparativo (tra fasci d'erbe ripeto, ma se si fa per altro perchè sul QI no?). E ripeto anche io a rischio di essere noioso: affermare che un gruppo è più brillante di un altro, più pronto, più aperto, più smart, non deriva la necessità di sottomettere e soggiogare gli altri gruppi o di giustificarne l'azione in questo senso.
Tranquilli , mi guardo bene da pensar in termini negativi, e mi spiace se vi ho dato questa sensazione...credo solo che su temi sensibili come le differenze genetiche e razziali la cautela sia d'obbligo e mai eccesiva. Peraltro il mio approccio a questi argomenti è necessariamente grossolano non avendo conoscenze di antropologia...
Credo che quel che differenzia il mio punto di vista dal vostro sia una differente valutazione sul peso che ha la componente genetica sull'intelligenza propriamente detta. Magari ho torto, ma credo sia marginale, mentre tutto ciò che influisce sullo sviluppo della medesima sia preminente. Tutto qui. Poi è chiaro che intelligenti e stupidi son ripartiti in medesime proporzioni in tutto il globo. Farei un pò attenzione al concetto di razza che nell'accezzione comune viene addirittura tirato in ballo quando si parla di meridionali e settentrionali, di calabresi e piemontesi; a tanto arriva la deriva razzista se non trova barriere...
Primo: mi piace un casino questa cross discussion fra blog diversi sullo stesso tema.
Secondo: Roccia, non ti deve dispiacere contraddirmi, i confronti servono proprio a questo. Piuttosto, aspetto di leggere le tue argomentazioni / analisi su Psicobar per capirne di più e, eventualmente, cambiare un'idea che può benissimo rivelarsi sbagliata.
@J_Lou: "Gruppi sociali che condividono un determinato patrimonio genetico" è anche la definizione di famiglia. Gli studi sull'ereditarietà che vengono fatti in psicologia e in neuroscienze prendono in considerazione le linee trigenerazionali, gli alberi genealogici per intenderci.
@Massi: assolutamente d'accordo, non potevi dirlo meglio :)
@Barone: già ho iniziato: http://psicobar.blogspot.com
Il film da cui è tratta la foto l'avevo anche visto, tempo fa... :)
se il professor Lynn fosse quello in foto avrebbe certamente ragione a priori.
dato che mi pare così non sia, mi permetto di non condividere le sue tesi, soprattutto perchè, come giustamente dici tu Massi, non mi pare poggino su alcun dato scientifico reale.
con queste teorie dei climi ci provano da un secolo e più, ma non poggiano mai su niente di serio. l'uomo è l'uomo ovunque lo metti, ovunque viva è unico e simile ad ogni altro. la comunità a cui appartiene e i suoi usi e costumi ne forgiano lo stile di vita, le capacità, le competenze, le attitudini e le inettitudini.
condivido lo sconcerto verso queste teorie, perchè sono prodromo alle teorie razziali. è evidente che se un uomo del sud fosse meno intelligiente di uno del nord, sarebbe corretto discriminarlo perchè non prevalga, magari scorrettamente e operando nell'ombra, sul collega più meritorio. così queste teorie sono sempre state utilizzate come giustificazione scientifica e intellettuale alle discriminazioni.
argomento diverso è fare queste ricerche con la curiosità di chi vuole individuare tratti comuni per spiegare condizioni culturali. fare una ricerca sulla felicità, sulle capacità amatorie, sulla simpatia dei popoli è divertente, ma non scientifico.
in pratica, queste teorie non spiegano niente, quindi non servono a niente. però a volte sono divertenti!
so di cinesi con piselli enormi! so di napoletani super ligi alle norme! so persino di spagnoli poco calienti! avete mai provato a gironzolare dalle parti della rioja o dei pais vasco??
massi, sei proprio bono vestito da professorino!
Gli studi scientifici mai dovrebbero essere chiusi,e spesso sono i giornalisti (che di scienza ne sanno poco) a riportare la notizia dei risultati dello studio con un enfasi che non meritano.
Pepito: dammi il titolo allora che il mio e-mule piange sennò!
Oscar: guarda, fino a un certo punto ti ho anche seguito nel tuo ragionamento ma quando hai detto quella dei cinesi col pisello enorme l'hai sparata troppo grossa e hai perso ogni credibilità!!! ;)
Impertinente: sono d'accordo con te su entrambe le faccende. è che quando le notizie vere non le puoi dare, come in questo periodo, il buco lo devi riempire in qualche modo...
non voglio sapere quanti cinesi hai scartato pensando non servissero manco come porta-asciugamani! sbagliato caro! sempre meglio scartare la caramella prima di buttarla!
Mah....famo a fidasse ma ci credo poco a 'sta cosa...
guarda, una volta m'ha detto uno che il fratello del cugino di quello con cui stava, ne ha rimandato indietro uno appena scartato perchè era fuori misura.
so notizie attendibili, che ti credi nì?
secondo me il fratello del conato de tu' zzio stava 'mbriaco quando l'ha spacchettato e ne ha visti pure due...
po esse!
che strano essere qui da soli io e te mentre tutti sono nell'ultimo post! possiamo anche urlare che nessuno ci dice niente!! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!! Visto???
hahahahahahahaha!
sei una pazza fantastica!
provo anche io: Hugh Jackman è un cessooooooooooooooooooooooooooo!
sììììììììì! quanto me fa schifo quelloooooooo! vedi nessuna reazione...siamo solissimi! sennò c'avrebbero già mangiato la faccia per aver toccato quel jackman dei miei cojoni
arrivo tardi a commentare questo post, ma se devo essere sincero mi sono fermato alla foto iniziale :P
mi sa che ho sbagliato a metterla visto che in pochi sono andati oltre.. :)
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