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Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!

lunedì 31 gennaio 2011

Reportage del lunedì # 87

Che fame con 'sto freddo...
Ho sempre fame, anche mentre mangio sento una fame inestinguibile.
Questo gelo mi porterà ad essere il sosia italiano di Manuel Uribe, lo so... Non mi resta che pregare una celeste intercessione:
Santa Rosanna Lambertucci da Rete4, dissolvi i miei larderelli!
Santa Wanna Marchi dal Gabbio, dispensami il tuo scioglipanza!
Santa Sidney Rome da...(Sidney?...Roma?...boh...), fammi veni' voglia di andare in palestra!
Amen.

Venerdì sera uscitina dopo cena con Pablo. Un birrozzo al Punt? e chiacchiere in quantità. Alla fine schiumava più la nostra bocca che i bicchieri ma ci voleva proprio! Tranne che degli omicidi che progettiamo di portare a termine prima di andare in andropausa e di quante caccole ci siamo mangiati da bimbi, credo che abbiamo parlato di tutto lo scibile umano.

Sabato sera, stanchi del solito trans trans discotecaro, col moroso abbiamo deciso di concerderci un'esperienza davvero al limite, che sconsiglio a chi legge di riprodurre in casa senza la supervisione di un adulto e l'opportuno utilizzo di forbici a punta arrotondata: dal primo pomeriggio fino a tarda sera a casa del commercialista a Ferrara a evocare peccaminose emissioni di fatture, immaginare sinuosi imponibili i.v.a. e a fantasticare su quanto potrebbe essere stuzzicante avere a che fare con del nero di tanto in tanto...e non parlo di erotiche evasioni con un manzo di colore ma di evasioni e basta.
Per fortuna, proprio quando stavo per suicidarmi infilando il glande nel distruggidocumenti, il ragazzo del commercialista (sì, anche quello finocchio c'abbiamo e allora?) ha proposto di andare a mangiare pesce in un ristorantino sulla darsena di Comacchio. Il resto della serata è passato quindi in maniera molto più lieta a parlare di partita doppia e passività, ma questa volta come piace a me!

Domenica mi alzo alle 11 e la strana luce che si diffonde nella stanza non fa presagire nulla di positivo. Un rapido sguardo fuori e la vista di una decina di Yedi che facevano slalom gigante tra pinguini e pupazzi col naso di carota, mi confermano che sì, quello schifo di neve è tornata a seppellirci vivi.
Giornata passata in casa a ciondolare senza meta, a preparare tisane fin quasi a fondere il microonde, a leggere e a classificare i porno per numero di orgasmi procurati. Così è la vita.
Quando va di cacca.

lunedì 24 gennaio 2011

Reportage del lunedì # 86

Primo giorno di sole su Bologna dal 27 agosto 1863. L'evento meriterebbe di essere festeggiato adeguatamente ma, sarà che stanno per arrivarmi le mie cose, sono un pochetto sottotono oggi.
Vabbè, passerà (l'accento non è importante, di più!!!)...

Venerdì sera, a cena già cominciata, riceviamo una di quelle visite che aspetti con la stessa gioia che riserveresti a Platinette che ti piomba in casa a farti uno strip: ci eravamo completamente scordati dell'elettricista che doveva passare a portare il cavo dell'antenna in cucina.
In mezz'ora di quello che lui chiama lavoro ma io chiamo disastrosa iattura, ha insozzato casa, vasca da bagno compresa, urtato con lo scaletto ovunque, pure contro il femore del cinese che vive con me, demolito un pezzo d'intonaco, "Mi spiace ma era staccato...", e lasciato il lavoro a metà con circa cento metri in più di cavo antenna che mi ritrovo tra i coglioni: la moglie lo reclamava a casa, chè era tardi.
E tutto questo per il raro piacere di avere anche a pranzo la possibilità di essere rimbecillito dall'idiozia di programmi televisivi centuplicata dal segnale digitale. Bella roba!

Sabato sera, nauseati dalla vita da discotecari che ci ha contraddistinto ultimamente, abbiamo deciso di fare una cosa diversa: aperitivo in centro e poi una capatina in un locale con musica live.
Freddo bestia da screpolare lo scroto, ciondoliamo da un posto all'altro come vacche in transumanza. Solo con l'aria meno sveglia, visto il Campari orange ingurgitato per metà a stomaco vuoto.
All'arrivo al secondo locale, sorpresa: è un circolo e si entra solo con tessera Arci e Laura non ce l'ha. Mentre cerchiamo il modo per farla entrare da ammacchiata, non riusciamo a credere ai nostri occhi: entrano tutti, ma proprio tutti, con tessera Arcigay. Ora c'è da dire che per me è stata una cosa sconvolgente: abituato a frequentare sempre i soliti 3-4 giri, non sospettavo l'esistenza di così tanti gay intellettuali non avventori di discoteche, saune, cruising, concerti di Madonna, aperitivi e altri contesti in cui sfrociare, se ti va. Come sono i gay alternativi? Difficile dirlo. Di sicuro ci somigliano parecchio: hanno forma umanoide e parlano la nostra lingua, questo l'ho appurato.
Le differenze maggiori sono soprattutto nel look: indossano tutti, indistinguibilmente, maglioni di lana infeltrita (quando non anche vera lana di roccia per solai), spesso a lavorazione piquet, portano tanti stivali, anche 3 a testa, sia mai che uno ti si rompe nel bel mezzo della tua serata grunge e hanno un rapporto quasi maniacal-sessuale con la flanella. I capelli sono poi quasi sempre arrufati, annodati, tagliati a morsi da un cammello bendato o pettinati alla spettinata. Son pur sempre gay, figurarsi se me la bevo che tutta quella naturalezza è spontanea...tsè!
Questi gay alternativi si ritrovano in cantine, sottoscala, circoli e qualunque altro luogo abbia sostituito il dancefloor con un parquet con assi divelte e tarlate.
Ascoltano De Andrè, organizzano baratti e hanno pure le sigarette che provengono dal commercio equo e solidale, per cui neanche un delfino è stato mutilato per confezionarne il pacchetto.
Non sono antipatici e hanno un odore di selvatico molto meno forte di quello che ti aspetti.
Un consiglio: se vuoi farti per amico un gay alternativo, fa' in modo di avere sempre nella tasca dei tuoi jeans marcati un pantalone di velluto a coste larghe, ne sono ghiotti! Vedrai quante feste quando glielo tiri!

mercoledì 19 gennaio 2011

Palla avvelenata

Da ragazzetto mi piaceva giocare a palla avvelenata ed ero una specie di campione del mondo. O su di lì.
Un'agilità fuori del comune mi rendeva praticamente imprendibile e in anni e anni di gioco, non scherzo, sarò stato beccato un 4-5 volte al massimo. Mica per niente mi chiamavano 'a scigne, la scimmia.
Non me la sto tirando, anche perchè immagino che siano ben poche le stime che ti guadagni a vantarti di cose simili... Sto solo esponendo fatti reali e, se non ci credete, è solo perchè non avete mai giocato contro di me, ecco!
Sapevo di essere bravissimo e volevo solo giocare con avversari che mi dessero filo da torcere: vincere facile non mi è mai piaciuto!
Volevo che chiunque fosse di fronte a me, a rigirarsi la "palla avvelenata" tra le mani pronto a caricare i bicipiti di tutta la forza di cui era capace e a scagliare il suo colpo migliore, ci sbattesse la faccia contro il mio talento e, magari, piangesse anche un pò per quanto lo sfottevo dopo il tiro andato a vuoto.
D'altra parte avevo sugli otto anni, ovvio che fossi un pezzo di merda.

***

Ascolto e leggo molto in giro in questi giorni.
So tutto del PdC, della minorenne nordafricana, dell'igienista dentale adetta al presidenziale prolasso, di Drive In che "è cominciato tutto da lì", della Signorinaduelauree. Conosco anche gli operatori telefonici di ogni singola troia che andava a mangiare la caprese ad Arcore e le promozioni attive sulla sua Sim (una gemella De Vivo ha ancora la Christmas Card attiva, l'altra no. Però in compenso ha la candida e l'alitosi).
In tutto 'sto casino il Paese sembra diviso tra chi cerca di indovinare la fidanzata misteriosa e chi spera che sì, stavolta siamo finalmente al capolinea.
Io non sto nè di qua nè di là.
Mi spiego: benvenga che il rattuso si tolga dai coglioni ma c'è da augurarsela davvero 'sta cosa? Come conseguenza di questi fatti?
Un'uscita di scena per guai che si è procurato da solo, nel mio approccio competitivo alle cose della vita, equivale a una vittoria per il PdC.
Immaginatevelo un momento il day after, il primo giorno dell'era deberlusconizzata.
Ci guarderemo in faccia come i pochi sopravvisuti a un bombardamento nucleare, incapaci di riconoscere fra noi una qualche forma di vicintore. Non ci sarà riuscita la sinistra a proporre un modello alternativo. Fini sarà stato un'inutile speranza tradita. La Magistratura avrà dimostrato solo buona volontà a tratti ma anche infinita debolezza. E la società, tutta la bruttura culturale di cui si sarà fatta culla per un ventennio. Abbasseremo presto lo sguardo a fissarci le punte dei piedi perchè lui se ne sarà andato invinto, ce lo avrà messo nel culo a tutti se se ne va non perchè condannato per fatti di mafia, concussioni, appalti, corruzioni, evasione fiscale, abuso di potere o riciclaggio. Anche crepasse, fa lo stesso. Immaginatevelo per un attimo: caduto perchè scoperto Mangiafiche! Praticamente una medaglia in più che l'italiota gli assegnerà a giochi chiusi. E che getterà una luce fosca sulla storia del nostro Paese per secoli.
Se Maria Antonietta si fosse decapitata da sola ballando il valzer e inciampando nei pressi di una ghigliottina, la Rivoluzione Francese avrebbe avuto lo stesso valore?
A me non piace vincere facile. Non voglio che se ne vada per queste cose. Voglio che soffra davvero. Che veda coi suoi occhi il geniale marchingegno culturale che si inceppa e la riscossa delle donne senza codice a barre tra le cosce. Voglio che veda l'Italia apprezzata all'estero e il debito pubblico scendere per il forte aumento delle entrate fiscali. Voglio che cada sconfitto assieme al suo lascito di inciviltà innestato nella testa di ognuno di noi e che mangi polvere e merda.
Per questo, e solo per questo, io speravo che l'Italia, questa palla avvelenata, avesse potuto schivarsela.

lunedì 17 gennaio 2011

Reportage del lunedì # 85

Il lavoro continua a frapporsi fra me e la vita... Sono sicuro che deve averlo inventato il marchese De Sade come suprema sevizia da inserire nelle 120 giornate di Sodoma. Me lo vedo, mentre si arrovella per cercare di farsi venire in mente qualcosa di assolutamente depravato per le fanciulle sequestrate ai vizi dei lussuriosi. Dopo averle picchiate, deflorate, chiavate in culo, torturate, cosparse di rifiuti umani e mutilate, il divin marchese si sarà chiesto "E mò?" ("Et mau?" nella versione originale). Poi il colpo di genio, la violenza suprema: tutte assunte a tempo indeterminato e impiegate in un ufficio amministrativo! "Buahahahaha!" (Risata sadanica, uguale in francese).
Poi però, dormitaci una notte sopra, avrà pensato che no, non poteva arrivare a una tale crudeltà e ha cambiato il finale facendole morire tutte.
Mi sa che dovevo scrivere AVVERTENZA SPOILER! prima di cominciare questo post... Magari qualcuno voleva leggere il libro o lo sta facendo adesso o è rinchiuso dentro un castello con dei maniaci sessuali e non voleva conoscere il finale...
Vabbè, ormai è tardi e io il lunedì sono stronzo.

Venerdì, una seratina parecchio divertente e appagante, solo rovinata in parte nel finale: cena a casa con amici, chiacchiere e risate, buon vino e, ovviamente, maldicenze su tutto il resto del mondo fuori da quella cucina. Ma su tutti proprio!!! Insomma una cosina proprio divertente.
Poi a Danila viene in mente di farci una partitella a Taboo. A me che però sono allergico a tutto ciò che non si può dire, viene particolarmente difficile anche provarci per un gioco di società e ho perso tutte e due i round... Vabbè che sono fortunato in amore, ma almeno ogni tanto mi piacerebbe distruggere gli amici e vederli piangere di fronte al mio trionfo.
Scusate, forse questo lunedì sono davvero troppo stronzo...

Sabato, mattinata diversa dal solito passata ad aiutare il moroso nel suo lavoro tra rilievi, misurazioni, calcoli a quattro cifre e stime di grossi dossi naturali. Se ve lo state chiedendo, no, non fa il disegnatore di intimo per Rocco Siffredi.
Serata loffia in disco, troppi sabati consecutivi che andiamo, bisogna cambiare musica. E non solo noi, pure il dj del Red Club farebbe bene a dare una rinfrescata ai dischi che mette su. Non ha niente di più recente di Uh la la la di Alexia, e che sfaccimma!
Intanto in pista ho una visione quasi mistica: un tizio lungo lungo e che sarà pesato 67 grammi con tutto il pacchetto di Tic Tac che aveva in tasca, balla nel modo più assurdo che abbia mai visto, praticamente una danza della pioggia dei nativi americani rivisitata da Michael Jackson. Dopo morto.
Anche il look non passa inosservato: una camicia da boscaiolo a quadroni neri e rossi ma con due grossi Swarovski applicati alle punte del colletto lo rendono macho quanto Orietta Berti dopo la mononucleosi.
Prima di andare via, solito giro in dark solo per questioni di studio. Ma la finirò 'sta tesina, ah se la finirò!!!
Me ne sto appoggiato spalle al muro mettendo in salvo il patrimonio familiare (sono due mesi che chiunque, pure l'ottuagenaria che abita al piano di sotto, me lo vuole mettere al culo e non so perchè!) quando un'ombra minacciosa mi si piazza a fianco. Passa il solito simpaticone che accende il cellulare per vedere chi c'è in giro e la luce dello schermo magicamente viene riflessa dalla camicia di quello accanto a me: è lui, Orietta!
L'arcobaleno che ha proiettato per due secondi dentro tutta la dark deve avergli dato il tempo sufficiente per decidere che gli garbavo. Comincia ad allungare le mani e impadronirsi della mia virilità (che diventa dura per default, anche se viene accarezzata dalle piattole...). Il mio moroso mi dà una gomitata e suavente mi bisbiglia in un orecchio "Ma che schifo! Inventati una scusa e sbarazzatene!".
- Io: "Scusa ma sono col mio ragazzo e vorremmo appartarci da soli..."
- Pseudo-Orietta: "Ma vi ho visti primaa...che girate con lo sguardo furboo...Voi non me la contate giustaaa! Fate le cosacce a tree-e, lo so ioo!", cantilenando il tutto come fosse un eterno remix dance dei suoi pensieri.
- Io: "Sì, ma stasera...come dire? Al mio moroso non va..."
- P.O.: "E che importaa? Non è un problema saiii? Magari te lo ciuccio un po-ò e lui guarda e bastaa...che diciii?"
- Io: "No guarda davvero, stiamo anche andando..."
- P.O.: "Ma daai, mica vi mangio-o... Facciamo almeno due chiacchiere qua fuoriii. Io mi chiamo Piiter. Ma si scrive proprio come lo pronunci, non Peeeter!" Sono sicuro che, quando batteva nelle dark, la pecora Dolly (pace all'anima sua...) belava allo stesso modo.
- Io: "Con due I???"
- P.O.: "Noooo, una solaaa: Piiii-i-ter!".
L'ho lasciato lì che cercava di abbordare un altro subito dopo con un "Ciaoooooooo!".
Da una sola O, ovvio...

martedì 11 gennaio 2011

Conciato per le feste

Lo so, lo so. La Pasqua è alle porte e state già facendo le prove costume per vedere come state in topless ma io non ho ancora scritto niente delle mie passate vacanze invernali e per una volta perdonatemi se non sono sul pezzo ma datato come uno Swatch Scuba.
Io DEVO scrivere delle mie cazzate presenti. Così da potermi garantire una vecchiaia in cui, rileggendomi, mi sentirò davvero molto più saggio...



Natale. Sarò più classico di Teddy Reno che ti canta "Malafemmena", ma io (non) festeggio coi miei la nascita del loro Signore Gesù. Ma si potrà abbreviare in Sig. Gesù secondo voi? Suona bene dai. Gent.mo Sig. Gesù... Cristo che nome però! Per forza dopo qualcuno ti ci scrive sopra un musical... Se invece ti chiami Platinette che ti aspetti dalla vita? Al massimo una suoneria per il cellulare cantata da un gattino sotto la pioggia ti ci viene.
Ok dai sto divagando nella blasfemia, la smetto. Ma non mettetemi in croce per questo...

Capodanno. Dopo una settimana di strilli di nipotini, zie che vogliono sapere quando mi decido a mettere la testa a posto e sani isterismi familiari, avevo proprio bisogno di rilassarmi un po'. Ora, se qualcuno conosce un modo migliore per farlo del dedicarsi a una due giorni di orge crucche, che me lo dica. No, davvero ditemelo se esiste!
A Innsbruck siamo stati accolti dai nostri amici austriaci con la gentilezza di sempre. In mezzo a tutta quella neve e al gelo ho trovato un caldo e accogliente rifugio in cui passare ore liete e divertenti.
Ah, anche la loro casa è molto bella comunque...

Io ero qui! Bello no?













Abbiamo preparato una ricchissima quiche...













Aperto qualche bottiglia secondo la tradizione...













Ballato tanto completamente ciucchi...







Spazzolato via tutto quello che c'era nei piatti...










...e sotto il tavolo...





Alla fine però ci è venuta nostalgia del Belpaese...


E siamo tornati casa.
Grazie di tutto, A&J! Dei botti e delle botte.

Befana. Lo scrivo al singolare ma ce n'erano davvero tante alla cena di ritrovo con i vecchi e i nuovi amici. Tradizionalisti anche in questa occasione, abbiamo mangiato tanto, scambiato le calze piene di dolciumi e giocato al Totomorte.
Ogni anno ci ritroviamo per scommettere sui personaggi famosi che purtroppo lasceranno la bella compagnia.
Nel 2010 siamo stati abbastanza bravini avendo azzeccato ben il 60% dei pronostici!
Per il 2011 ci siamo voluti superare e, complice il troppo vino bevuto, i nomi sono sgorgati fuori in abbondanza. Volete sapere a chi tocca a 'sto giro? Date un'occhiata qui sotto.
Certo che a volte siamo proprio delle persone malate...
Ma se volevate invitarci a cena, tranquilli, non siamo sempre così!



sabato 8 gennaio 2011

La stipsi e il Delurking Day

Ricominciare a scrivere dopo tanto far niente e pensare solo a me è come riprendere a cacare dopo 4 giorni di stitichezza lancinante: doloroso quasi da sembrare una agopuntura anale ma necessario, quasi vitale.
Me ne sono successe di cose, non so ancora di quante voglio tenere una memoria scritta e quante invece buttarmele alle spalle.
Intanto che ci penso ancora un po', ho deciso di fare una cosa inedita per questo blog, cominciare col primo post del nuovo anno dedicato ai miei lurkers.
Il lurker, per chi non lo sapesse, è come una zoccola che se ne sta sul marciapiede a battere ma, se si avvicina la pula, dice che sta solo aspettando l'autobus.
Il lurker è il frequentatore di un certo sito che non lascia mai (o quasi) traccia di sé. E questo per i più disparati motivi. Viene rilevato tra i visitatori ma non vuole essere altro che una entità statistica, un numero da contatore e nulla più.
Ogni commentatore abituale di questo blog può essere lurker in un altro e io stesso lo sono in altri blog.
Faccio quindi un appello alla celebrazione del primo Delurking Day di questo blog invitando tutti quelli che si trovassero a passare di qua (in maniera occasionale, sporadica o affezionata) e che solitamente non scrivono nulla a lasciare anche solo un "chitemmuort!" nei commenti di questo post.
Devo rimettermi in moto, ricominciare a evacuare mille pensieri e aneddoti, vi prego cari lurkers, vincete la vostra abituale ritrosia e siate il mio Guttalax!

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