Oggi mi massacrano in ufficio quindi posso scroccare poche connessioni ludiche e personali!
Devo sbrigarmi a buttar giù due righe sul weekend sennò non ne resta traccia e mi parrà di non averlo manco vissuto! Giammai!
Venerdì, serata di beneficenza e bella musica al concerto della Mannoia (entrata libera a offerta spontanea) nel mezzo della Festa dell'Unità. Un freddo micidiale e la grande interpretazione di nostra signora della musica italiana facevano a gara a regalarci brividi. Un personaggio dal carisma incredibile e all'altezza delle aspettative da cui si lascia precedere. Ho avuto gli occhi umidi dalla prima all'ultima nota di "Lunaspina", canzone che ignoravo e che adesso è nel mio DNA, grazie Fiorella.
Mi chiedo che fine abbiano fatto tutte quelle che volevano in un certo senso rimpazzarla come la Turci o la Rei. Trovate anche voi delle affinità tra loro o solo io?
Sabato, gran cenone recuperativo a casa di Pablo...era davvero un secolo che non facevamo una cena tutti assieme. La Banda del Buco (non ho tempo di spiegare quale) al completo ha avuto modo di strafogarsi, sbevicchiare e sparare stronzate come non mai. Durante la rencontre è stato assegnato il premio alla battuta più scema e ha vinto Ale con "A Madonna non se la Gaga più nessuno" anche se io avrei tifato più volentieri per quella di Luca ("Come faccio a scaricare le tensioni?" "Ma con Emule!").
Domenica è stata la giornata più malinconica dell'anno, quella in cui vai al mare già sapendo che è il giorno dell'arrivederci all'anno prossimo. Le temperature sono decisamente cambiate e hanno indossato l'abito bello autunnale. Per festeggiare adeguatamente la fine della bella stagione io e Marco ci siamo trattenuti fino a sera a Lido di Dante e ci siamo concessi una abbuffata di pesce come dio nettuno comanda: antipasto, gran grigliata e fritturona mista! Brindisi coi lacrimoni d'ordinanza: A questa estate, tanto intensa quanto nostra...
ATTENZIONE! Prima di cimentarti nella lettura di questo blog, leggi il prospetto informativo.
Informazioni personali

- Massi
- Bologna, Italy
- Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!
lunedì 13 settembre 2010
giovedì 9 settembre 2010
Infolmazioni di selvizio
Se un giorno doveste perdere la testa per l'involtino di un asiatico o seguire, innamorati persi, una gonnella di carta di riso, ecco qualche utile consiglio spiccio su come districarsi a Pechino e dintorni direttamente dalla viva testimonianza di Ding, il mio nuovo coinquilino da 4 giorni in qua.
- Partiamo con cose facili e forse ovvie: manco loro hanno il bidè! Ora io mi chiedo come può un popolo millenario e tanto saggio non aver inventato il modo per sciacquarsi il culo dopo la popò senza dover fare acrobazie nella vasca da bagno... Ho capito che hanno inventato la polvere da sparo, ma vuoi mettere un fuoco d'artificio nel cielo con i mortaretti che puoi goderti in camera da letto quando i due o più partner sono igienicamente pronti e generosi nell'intimo?
SCENA: Ding chiama me e Marco in bagno con una verecondia che avevo trovato finora solo in "Storia di una capinera" e col ditino proteso e interrogativo ci fa: "Non vorrei fare un uso improprio di quello...ma che cos'è???". Ve lo traduco per comodità ma con Ding parliamo solo in mandarino e, se proprio proprio lui non conosce gli ultimi ideogrammi più moderni, allora gli vado incontro parlando in inglese. Subito Marco si fa un dovere di aumentare il già vastissimo gap culturale con un laconico "When you go to the toilet, use it...". Ding ha fissato il misterioso oggetto ceramico non identificato, poi il suo gemello con l'acqua sifonica che gli stava accanto e, sbiancando un pò l'ocra del suo volto in un tenue giallo canarino ci balbetta "Ma...ma io...credevo di dover usare quello!". Capisco l'equivoco e intervengo prima di trovarmi tutto il bidè scagazzato per i mesi a venire. Così gli dico dove deve deporre i suoi scarti organici e come usare correttamente lo sciacquapalle&company. Ma una dimostrazione pratica urge e Marco, in fondo copevole di aver ingenerato il kwi-plo-kwo, deve sedersi (vestito) e far vedere come funziona l'apparato. Sono corso a prendere la fotocamera per immortalare la lezione di vita occidentale made in Ideal Standard ma purtroppo le batterie erano scariche...
- Se in Cina chiedete un bicchiere di acqua fresca è possibile che ve lo servano a 80 gradi. Questo perchè in moltissime regioni c'è l'uso di bollire l'acqua del rubinetto e consumarla bollente o appena meno ustionante, anche senza the o altre spezie dentro. Lo fanno per motivi igienici e perchè ritengono sia salutare fluidificare il muco specie nella stagione fredda.
- In Cina Internet è censurato e si sa. Strumenti utilizzati quotidinamente da noi tutti come Facebook e Google funzionano a singhiozzo e non hanno alcuna affidabilità quanto ai risultati delle ricerche. I cinesi però devono essere un popolo abbastanza autoironico se riescono a coniare battute come questa: "La nostra opera più grande non è The Great Wall ma The Great Firewall!". Triste ma vero... La Grande Muraglia non riuscirà mai a pareggiare l'isolamento antidemocratico che il divieto all'accesso alla rete riesce a generare e mantenere.
Come possono continuare a vivere senza poter cercare parole come MC DONALD o LIBERISMO CAPITALISTICO o DOPPIA PENETRAZIONE solo loro lo sanno...
- Nonostante siano passati anni dal suo varo, la politica del figlio unico ha ancora una notevolissima applicazione: in città è doveroso fermarsi al primogenito: qualunque sia il suo sesso, prendi e porti a casa; in campagna è prevista una deroga se il primogenito è femmina: solo in questo caso hai una seconda chance con un'altra filiazione.
E comunque i bebè che hanno il cattivo gusto di incaponirsi a voler nascere femmina, procurano ai genitori dagli occhi a mandorla un piacere paragonabile solo a due bacchette infilate su per il naso. Con tutto il maiale in agrodolce tenuto in punta, ovvio...
Alla prossima con altre news dalla Cina che è vicina, ma per fortuna non troppo!
P.S. Ah, nel caso vi servissero borse Ciucci o scarpe Mike, fatemi sapere che ho in mente di aprire una piccola attività collaterale... Appena ci prendo la giusta confidenza col ragazzino, pure gli iPhon gli faccio clonare!
- Partiamo con cose facili e forse ovvie: manco loro hanno il bidè! Ora io mi chiedo come può un popolo millenario e tanto saggio non aver inventato il modo per sciacquarsi il culo dopo la popò senza dover fare acrobazie nella vasca da bagno... Ho capito che hanno inventato la polvere da sparo, ma vuoi mettere un fuoco d'artificio nel cielo con i mortaretti che puoi goderti in camera da letto quando i due o più partner sono igienicamente pronti e generosi nell'intimo?
SCENA: Ding chiama me e Marco in bagno con una verecondia che avevo trovato finora solo in "Storia di una capinera" e col ditino proteso e interrogativo ci fa: "Non vorrei fare un uso improprio di quello...ma che cos'è???". Ve lo traduco per comodità ma con Ding parliamo solo in mandarino e, se proprio proprio lui non conosce gli ultimi ideogrammi più moderni, allora gli vado incontro parlando in inglese. Subito Marco si fa un dovere di aumentare il già vastissimo gap culturale con un laconico "When you go to the toilet, use it...". Ding ha fissato il misterioso oggetto ceramico non identificato, poi il suo gemello con l'acqua sifonica che gli stava accanto e, sbiancando un pò l'ocra del suo volto in un tenue giallo canarino ci balbetta "Ma...ma io...credevo di dover usare quello!". Capisco l'equivoco e intervengo prima di trovarmi tutto il bidè scagazzato per i mesi a venire. Così gli dico dove deve deporre i suoi scarti organici e come usare correttamente lo sciacquapalle&company. Ma una dimostrazione pratica urge e Marco, in fondo copevole di aver ingenerato il kwi-plo-kwo, deve sedersi (vestito) e far vedere come funziona l'apparato. Sono corso a prendere la fotocamera per immortalare la lezione di vita occidentale made in Ideal Standard ma purtroppo le batterie erano scariche...
- Se in Cina chiedete un bicchiere di acqua fresca è possibile che ve lo servano a 80 gradi. Questo perchè in moltissime regioni c'è l'uso di bollire l'acqua del rubinetto e consumarla bollente o appena meno ustionante, anche senza the o altre spezie dentro. Lo fanno per motivi igienici e perchè ritengono sia salutare fluidificare il muco specie nella stagione fredda.
- In Cina Internet è censurato e si sa. Strumenti utilizzati quotidinamente da noi tutti come Facebook e Google funzionano a singhiozzo e non hanno alcuna affidabilità quanto ai risultati delle ricerche. I cinesi però devono essere un popolo abbastanza autoironico se riescono a coniare battute come questa: "La nostra opera più grande non è The Great Wall ma The Great Firewall!". Triste ma vero... La Grande Muraglia non riuscirà mai a pareggiare l'isolamento antidemocratico che il divieto all'accesso alla rete riesce a generare e mantenere.
Come possono continuare a vivere senza poter cercare parole come MC DONALD o LIBERISMO CAPITALISTICO o DOPPIA PENETRAZIONE solo loro lo sanno...
- Nonostante siano passati anni dal suo varo, la politica del figlio unico ha ancora una notevolissima applicazione: in città è doveroso fermarsi al primogenito: qualunque sia il suo sesso, prendi e porti a casa; in campagna è prevista una deroga se il primogenito è femmina: solo in questo caso hai una seconda chance con un'altra filiazione.
E comunque i bebè che hanno il cattivo gusto di incaponirsi a voler nascere femmina, procurano ai genitori dagli occhi a mandorla un piacere paragonabile solo a due bacchette infilate su per il naso. Con tutto il maiale in agrodolce tenuto in punta, ovvio...
Alla prossima con altre news dalla Cina che è vicina, ma per fortuna non troppo!
P.S. Ah, nel caso vi servissero borse Ciucci o scarpe Mike, fatemi sapere che ho in mente di aprire una piccola attività collaterale... Appena ci prendo la giusta confidenza col ragazzino, pure gli iPhon gli faccio clonare!
lunedì 6 settembre 2010
Reportage del lunedì # 70
E, come i solleciti per il pagamento del canone Rai (non mi avrete mai, brutti bastardi!!!), ecco tornare puntuali i miei reportage da quella terra strana e straniera a metà tra l'esperienza personale diretta e un brutto sogno di Stefania Marchi col ciclo.
Che ci troverete di bello? Mah, contenti voi...
Sabato, sveglia di buon'ora per mettere in valigia gli ultimi orpelli di cui mi servirò nella trasferta tirolese: la coppia di Innsbruck conosciuta a giugno in Croazia, che forse solo per incauta gentilezza ci aveva invitati per un fine settimana in Austria, si troverà tra i piedi per 24 ore il sottoscritto e suo moglio.
Avete mai notato quanto i bagagli siano praticamente uguali se si sta fuori un giorno o tre? Le cose base che servono per la sopravvivenza vanno portate comunque, anche se si sta fuori solo una manciata di ore. E allora prendi le pantofole, non dimenticare il lubrificante, attenzione allo spazzolino da denti, vietato scordarsi di caricabatterie e crackers per il viaggio che in autogrill costano il quadruplo (non mi avrete mai, brutti bastardi!!!). In un batter d'occhio ti ritrovi con due trolley pieni e un interrogativo incessante nella testa: ma avrò preso tutto?
Ora io non so se ogni abitante di quelle felici valli abbia avuto la brillante idea di invitare due italiani per questo weekend, sta di fatto che il traffico all'andata è stato più snervante che cercare di capire se ha davvero un senso la vita dei dj radiofonici. 6 ore e mezza al posto delle meno di quattro preventivate da Google Maps... Ora dico io, se non posso neanche credere in Google Maps, allora ditelo che devo rassegnarmi ad un completo e non perfettibile ateismo!
Per fortuna all'arrivo veniamo ripagati e consolati di tanto affanno: i nostri gentili ospiti ci accolgono nella loro calda dimora (la casa più bella mai vista in vita mia e che non smetterò di fissare strofinandomi gli occhi come un bimbo con l'orzaiolo) con tutto l'affetto, il cibo, le attenzioni e la generosità fisica di cui sono capaci...
Gita nel centro cittadino, abbuffata di un dolce tipico fatto di albicocca e pastella cotte nello sciroppo con avvoltolatura di mollica fritta e bagnata in burro fuso con zucchero a velo sopra, complimentazioni ai (pochi a dire il vero) figoni locali e aperitivo con spumante e frutta tanto per gradire. Al ritorno a casa, mentre i tirolesi preparano la cena, io e Marco apparecchiamo la tavola e cerchiamo di fare brutte figure in inglese. Stranamente ci riesce fare le due cose all'unisono.
Mi stupisco spesso di quanta buona creanza riesco a sciorinare nei momenti difficili della vita, ma essere riuscito a mandare giù un enorme agglomerato di aglio, cipolla e cumino con tracce di polpettone dentro è stato davvero uno degli apici della mia buona educazione manieristica e ottocentesca.
Dopo un dopocena vietato ai minori, tutti a nanna nel lettone sormontato dalla Velux che dava sul cielo stellato e terso più luccicoso che madre natura abbia mandato a umane diottrie.
Domenica, sveglia sbaciucchiosa per 4, colazione ipercalorica e passeggiata per boschi, laghi, campi sterminati di pannocchie, fungaie, prati e giardini straricolmi di fioriture colorate. Lì tutti salutano tutti per strada e, per un cittadino arido e cinico come sono diventato, è davvero curioso poter dare confidenza a uno sconosciuto e non dover controllare il portafogli subito dopo o temere che ti abbia attaccato lo scolo. Appena dopo pranzo, purtroppo, dobbiamo dare commiato da tanto amore e ritornare a Bologna: abbiamo trovato il nuovo coinquilino, un ragazzo cinese di 24 anni che da stasera si trasferisce da noi. Ma sarò suicida a mettermi in casa un cinese? E come faccio ora con le battute? Chiedere a me di non prendere per il culo qualche miliardo di occhi a mandorla è come chiedere ad Antonella Clerici di non dare ricette o cercare di persuadere la Carfagna che la bocca si può anche usare solo per bere acqua!
Comunque una nuova fase e una nuova coabitazione cominciano da oggi. Se ci saranno delle belle, delle brutte o delle così così, state sicuri che le leggerete qui!
mercoledì 1 settembre 2010
Spento
Che dire?
Non trovo i termini corretti per tradurre i miei pensieri ubriachi. Barcollano nella testa andando a sbattere sulle tempie come pipistrelli senza sonar.
La fine dell'estate e della brevissima parentesi di goduria guadagnata un anno mi sconvolge sempre, a dispetto di tutte le precauzioni che prendo per non farlo capitare.
Una tristezza depressa mi sfloscia il fiato e taglia le gambe ogni volta che torno dall'estero (Barcellona prima di tutto). Tornare in Italia mi sembra sempre un fallimento.
Il solito tran tran mi tedia a ammorba.
Son tornato ad avere come obiettivo principale delle mie giornate lavorative il raggiungere l'ufficio il prima possibile per inserire una tessera di plastica dentro due fessure metalliche per ricavarne un BIP! gracchiante a intervalli cadenzati. In mezzo, solo il controllo di requisiti formali di atti amministrativi, qualche raccomandata e, se mi va di culo, un caffè coi colleghi.
Mi chiedo perché faccio così? Perché non mi arrendo mai all'idea di essere un privilegiato per il solo fatto di avere un lavoro e la salute. Perché ancora bramo cataclismi esistenziali e fughe dal già visto e conosciuto.
Gli anni passano ma portano solo qualche capello bianco e niente saggezza; due rughe in più ai lati del sorriso che mi ostino a indossare, ma nessuna quiete interiore.
Eppure mi devo decidere a provarla questa ennesima fuga, bisogna che tenti almeno ad andare lì dove mi sento vivo e galoppante.
Lo devo all'unica vita che sento di avere e ai palpiti irrequieti che ancora mi graffitano il cuore.
Non trovo i termini corretti per tradurre i miei pensieri ubriachi. Barcollano nella testa andando a sbattere sulle tempie come pipistrelli senza sonar.
La fine dell'estate e della brevissima parentesi di goduria guadagnata un anno mi sconvolge sempre, a dispetto di tutte le precauzioni che prendo per non farlo capitare.
Una tristezza depressa mi sfloscia il fiato e taglia le gambe ogni volta che torno dall'estero (Barcellona prima di tutto). Tornare in Italia mi sembra sempre un fallimento.
Il solito tran tran mi tedia a ammorba.
Son tornato ad avere come obiettivo principale delle mie giornate lavorative il raggiungere l'ufficio il prima possibile per inserire una tessera di plastica dentro due fessure metalliche per ricavarne un BIP! gracchiante a intervalli cadenzati. In mezzo, solo il controllo di requisiti formali di atti amministrativi, qualche raccomandata e, se mi va di culo, un caffè coi colleghi.
Mi chiedo perché faccio così? Perché non mi arrendo mai all'idea di essere un privilegiato per il solo fatto di avere un lavoro e la salute. Perché ancora bramo cataclismi esistenziali e fughe dal già visto e conosciuto.
Gli anni passano ma portano solo qualche capello bianco e niente saggezza; due rughe in più ai lati del sorriso che mi ostino a indossare, ma nessuna quiete interiore.
Eppure mi devo decidere a provarla questa ennesima fuga, bisogna che tenti almeno ad andare lì dove mi sento vivo e galoppante.
Lo devo all'unica vita che sento di avere e ai palpiti irrequieti che ancora mi graffitano il cuore.
venerdì 6 agosto 2010
A presto (ma non troppo)!
Ciao bimbi belli, godetevi l'estate, le ferie e il vostro tempo al massimo che potete, sia che partiate, sia che restiate in città.
Torno il 21. Chi avesse bisogno di un rapido consulto mi trova in un eremo a Barcellona, appena fuori dalle Ramblas.
Besosss!!!
martedì 3 agosto 2010
Reportage del lunedì # 69 (edizione speciale del martedì)
Non c'è che dire, il 69 è proprio un bellissimo numero! Ricorda a tutti noi la rivoluzione cultural-sessuale, il simbolo del segno del cancro messo in verticale e, ovviamente, la prima cosa a cui tutti voi avete pensato: l'anno di nascita di Marilyn Manson. Sì, è tutto direi...
Per un reportage giunto ormai a questa simbolica edizione avrei voluto avere più carne al fuoco da raccontare ma il weekend, nonostante la presenza della mia sorellina Giovanni (sorella di vita, non biologica, per chi si fosse perso le puntate precedenti...) e del caro Fabio, è stato divertente ma non scoppiettante.
Sabato, dopo l'arrivo degli attesi ospiti, una cena sostanziosa a base di spiedini di salsiccia, pancetta e peperoni e diverse fette di pane (che non mangiavo da un mese e mezzo nel tentativo di arrivare in spiaggia ed essere finalmente scambiato per Kate Moss con un idrante nella fica) ha fornito il necessario apporto calorico per il successivo passaggio in disco.
Le cronache della serata riportano di una notte all'insegna delle droghe sesso e alcool tra un bukkake e l'altro. Questo per chi era a casa di Belen adesso che le hanno chiuso l'Holliwood e fa vita domestica sennò le tolgono pure il Festival di San Remo e allora no perchè le cose dannose alla salute vanno tolte una per volta.
Al Red Club invece, oltre noi 4, ci saranno state una trentacinquina di persone contando pure il guardarobiere e l'età media incredibilmente alta dava al contesto le sembianze di un dopolavoro ferroviario solo con una pop-house appena appena peggiore.
Per fortuna che in questo periodo il divertimento è assicurato, dalle due in poi, dall'unione con l'adiacente sauna, in un unico ambiente goliardico e scopereccio. Smutandatici come si conviene, ci siamo buttati nei flutti della grande piscina con mulinello artificiale che, con una adeguata dose di mojito in corpo, può farti ridere fino al vomito. Il livello di compromissione della serata è però dato dalla cartina al tornasole numero uno quando si tratta di misurare la scopabilità di un certo ambiente: mia sorella, e che lo dico a fare. Una sola nave colpita e affondata, un record negativo inaudito.
Io ho conosciuto due gemelli monozigoti ed entrambi riuscivano ad essere più recchia del rispettivo gemello, una cosa da guinness. Molto simpatici e chiacchierini, gli "omo-zigoti" si sono prestati a farsi intervistare da quel noto divulgatore scientifico qual sono ma, proprio quando stavo per scoprire se il carattere ereditato era l'omosessualità o la passività e se avevano mai preso in considerazione l'idea di farsi legare e fistare coi piedi, il dj ha messo su il remix di qualcosa di Britney Spears e sono corsi via a ballare e non li ho più visti.
Domenica, dopo una lunga assenza, siamo tornati a presenziare nella nostra sauna preferita. Pure qui, che di solito è garanzia di una più che discreta boneria a giro, pareva un happening delle peggio tragedie umane.
A questo punto ci siamo interrogati su quale sia il nesso tra bruttezza e permanenza in città e non siamo riusciti a darci una risposta definitiva soddisfacente. Se infatti è possibile tratteggiare delle ipotesi di collegamento tra la mancanza di vacanze e la scarsità di soldi e/o l'età molto avanzata e/o disturbi psichiatrici vari, non capisco come mai invece persone all'apparenza assolutamente medie se non per una preoccupante rassomiglianza col creme caramel scaduto, se ne rimangano in città invece di darsi almeno una botta di vita visitando, che ne so, il Giappone o l'Antartide o dove gli pare a loro basta che non li vedo io.
Cena davvero buona in trattoria, passeggiata in una Bologna da incanto con una metà Luna luminosa come una intera e gelato all'anguria tra mille chiacchiere come al solito.
E' proprio vero che, come ripete spesso il mago Silvan durante le gangbang, quando c'è la compagnia giusta, non servono le magie per divertirsi un sacco.
Per un reportage giunto ormai a questa simbolica edizione avrei voluto avere più carne al fuoco da raccontare ma il weekend, nonostante la presenza della mia sorellina Giovanni (sorella di vita, non biologica, per chi si fosse perso le puntate precedenti...) e del caro Fabio, è stato divertente ma non scoppiettante.
Sabato, dopo l'arrivo degli attesi ospiti, una cena sostanziosa a base di spiedini di salsiccia, pancetta e peperoni e diverse fette di pane (che non mangiavo da un mese e mezzo nel tentativo di arrivare in spiaggia ed essere finalmente scambiato per Kate Moss con un idrante nella fica) ha fornito il necessario apporto calorico per il successivo passaggio in disco.
Le cronache della serata riportano di una notte all'insegna delle droghe sesso e alcool tra un bukkake e l'altro. Questo per chi era a casa di Belen adesso che le hanno chiuso l'Holliwood e fa vita domestica sennò le tolgono pure il Festival di San Remo e allora no perchè le cose dannose alla salute vanno tolte una per volta.
Al Red Club invece, oltre noi 4, ci saranno state una trentacinquina di persone contando pure il guardarobiere e l'età media incredibilmente alta dava al contesto le sembianze di un dopolavoro ferroviario solo con una pop-house appena appena peggiore.
Per fortuna che in questo periodo il divertimento è assicurato, dalle due in poi, dall'unione con l'adiacente sauna, in un unico ambiente goliardico e scopereccio. Smutandatici come si conviene, ci siamo buttati nei flutti della grande piscina con mulinello artificiale che, con una adeguata dose di mojito in corpo, può farti ridere fino al vomito. Il livello di compromissione della serata è però dato dalla cartina al tornasole numero uno quando si tratta di misurare la scopabilità di un certo ambiente: mia sorella, e che lo dico a fare. Una sola nave colpita e affondata, un record negativo inaudito.
Io ho conosciuto due gemelli monozigoti ed entrambi riuscivano ad essere più recchia del rispettivo gemello, una cosa da guinness. Molto simpatici e chiacchierini, gli "omo-zigoti" si sono prestati a farsi intervistare da quel noto divulgatore scientifico qual sono ma, proprio quando stavo per scoprire se il carattere ereditato era l'omosessualità o la passività e se avevano mai preso in considerazione l'idea di farsi legare e fistare coi piedi, il dj ha messo su il remix di qualcosa di Britney Spears e sono corsi via a ballare e non li ho più visti.
Domenica, dopo una lunga assenza, siamo tornati a presenziare nella nostra sauna preferita. Pure qui, che di solito è garanzia di una più che discreta boneria a giro, pareva un happening delle peggio tragedie umane.
A questo punto ci siamo interrogati su quale sia il nesso tra bruttezza e permanenza in città e non siamo riusciti a darci una risposta definitiva soddisfacente. Se infatti è possibile tratteggiare delle ipotesi di collegamento tra la mancanza di vacanze e la scarsità di soldi e/o l'età molto avanzata e/o disturbi psichiatrici vari, non capisco come mai invece persone all'apparenza assolutamente medie se non per una preoccupante rassomiglianza col creme caramel scaduto, se ne rimangano in città invece di darsi almeno una botta di vita visitando, che ne so, il Giappone o l'Antartide o dove gli pare a loro basta che non li vedo io.
Cena davvero buona in trattoria, passeggiata in una Bologna da incanto con una metà Luna luminosa come una intera e gelato all'anguria tra mille chiacchiere come al solito.
E' proprio vero che, come ripete spesso il mago Silvan durante le gangbang, quando c'è la compagnia giusta, non servono le magie per divertirsi un sacco.
lunedì 2 agosto 2010
Il blob
E' il 2 agosto e mi faccio troppo schifo.
Quando l'ignoranza mi chiude in una bolla autistica e mi tiene lontano dai fatti e da emozioni condivise me ne sto tranquillo nei fatti miei e non sospetto nulla. Ma presto o tardi arriva il momento in cui la bolla scoppia e non ho più protezioni, mi mostro nudo nella mia ignoranza e indifeso davanti al senso di vergogna.
Sono troppo giovane per non averne saputo subito di più e troppo vecchio per far parte di quelli che sì, ma è una di quelle stragi che capitavano prima che nascessi, una più una meno...
Quel giorno di trent'anni fa ero probabilmente impegnatissimo nella scelta del gusto del ghiacciolo che lo zio di turno voleva offrirmi, mentre 85 persone venivano dilaniate nella stazione di Bologna.
Quando da grande la mia storia d'amore mi faceva fare la spola tra Firenze e Venezia, ho sostato diverse volte in quella sala d'attesa, ho lanciato uno sguardo distratto a quello squarcio nel muro riempito di cristallo e l'ho sempre giudicato un'artistica trovata ben riuscita, liberamente ispirata al feng shui.
Un giorno di quelli che aspettavo il solito treno in ritardo, ho visto una madre e la sua bimba che si avvicinavano alla breccia e deponevano un'unica gerbera violetta. Ho atteso che finisse il loro raccoglimento e mi sono avvicinato a curiosare. E' come se la lastra commemorativa si fosse staccata dalla parete e mi avesse schiacciato liberandomi dal peso della mia immensa ignoranza.
Oggi che so, oggi che cerco di ricordare anche io e di entrare a far parte di questa melassa densa di rabbia che invade Bologna ogni anno, oggi che quei nomi vengono ripetuti e fior di labbra, mi sforzo di farmi un pò meno schifo. Poi leggo della mancanza di un rappresentante del governo alla commemorazione per non prendere fischi e il compito mi riesce molto più facile.
Entrando in ufficio stamattina ho trovato la mia collega assorta in pensieri tutti suoi. Scorgendomi mi fa "E' strano come una cosa del genere riesca a segnarti... Di nessun altro giorno della mia vita, come di quel 2 agosto del 1980, io riesco a ricodare tutto, da cosa ho mangiato a colazione, a dove ero, a quante vibrazioni ha fatto il vetro della finestra, alla sequenza delle notizie che giungevano a goccia a goccia... E' come se quel giorno una parte di noi fosse morta con loro".
Quando l'ignoranza mi chiude in una bolla autistica e mi tiene lontano dai fatti e da emozioni condivise me ne sto tranquillo nei fatti miei e non sospetto nulla. Ma presto o tardi arriva il momento in cui la bolla scoppia e non ho più protezioni, mi mostro nudo nella mia ignoranza e indifeso davanti al senso di vergogna.
Sono troppo giovane per non averne saputo subito di più e troppo vecchio per far parte di quelli che sì, ma è una di quelle stragi che capitavano prima che nascessi, una più una meno...
Quel giorno di trent'anni fa ero probabilmente impegnatissimo nella scelta del gusto del ghiacciolo che lo zio di turno voleva offrirmi, mentre 85 persone venivano dilaniate nella stazione di Bologna.
Quando da grande la mia storia d'amore mi faceva fare la spola tra Firenze e Venezia, ho sostato diverse volte in quella sala d'attesa, ho lanciato uno sguardo distratto a quello squarcio nel muro riempito di cristallo e l'ho sempre giudicato un'artistica trovata ben riuscita, liberamente ispirata al feng shui.
Un giorno di quelli che aspettavo il solito treno in ritardo, ho visto una madre e la sua bimba che si avvicinavano alla breccia e deponevano un'unica gerbera violetta. Ho atteso che finisse il loro raccoglimento e mi sono avvicinato a curiosare. E' come se la lastra commemorativa si fosse staccata dalla parete e mi avesse schiacciato liberandomi dal peso della mia immensa ignoranza.
Oggi che so, oggi che cerco di ricordare anche io e di entrare a far parte di questa melassa densa di rabbia che invade Bologna ogni anno, oggi che quei nomi vengono ripetuti e fior di labbra, mi sforzo di farmi un pò meno schifo. Poi leggo della mancanza di un rappresentante del governo alla commemorazione per non prendere fischi e il compito mi riesce molto più facile.
Entrando in ufficio stamattina ho trovato la mia collega assorta in pensieri tutti suoi. Scorgendomi mi fa "E' strano come una cosa del genere riesca a segnarti... Di nessun altro giorno della mia vita, come di quel 2 agosto del 1980, io riesco a ricodare tutto, da cosa ho mangiato a colazione, a dove ero, a quante vibrazioni ha fatto il vetro della finestra, alla sequenza delle notizie che giungevano a goccia a goccia... E' come se quel giorno una parte di noi fosse morta con loro".
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