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Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!

giovedì 7 ottobre 2010

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Da adolescente ero molto ottocentesco. Romanticamente turbato, mi credevo la reincarnazione di un Leopardi solo una 'nticchia più sfigato.
Crescendo ho imparato a essere meno radicale e il gusto della leggerezza e, se avessi la possibilità di tornare bello com'ero e stupido come sono adesso, il mondo sarebbe ai miei piedi.
Allora non facevo che pensare alla morte, sia materiale che metafisica, e ci davo giù di pipponi esagerati sulla decomposizione, la rottura dei legami, la fine dei sentimenti e la chiusura dei canali comunicativi.
Mi capitava spesso di interrogarmi sul quantum della morte e desideravo conoscere il numero di battiti che avevo a disposizione o quello dei respiri che ero programmato per esalare.
Anche se adesso le cose sono un pò cambiate, con la complicità di una notte insonne certi pensieri tornano ad affacciarsi.
Da quando sfogo la mia irrazionalità con qualcosa di creativo come la scrittura, è però cambiato l'oggetto della mia curiosità: quello che ora vorrei sapere è quanti punti ho a disposizione.
La mia non è una richiesta di saldo alla cassiera della Coop per vedere se riesco ad aggiudicarmi l'insalatiera di porcellana, intendo proprio i punti grafici, i segni di interpunzione in chiusura di frase.
Quando termino un pensiero non so se avrò mai la possibilità di concatenarne un altro, non so se avrò la possibilità di spiegarmi meglio andando a capo o se invece cadrò con la testa riversa sulla tastira a digitare lsyiokjsdfjbsh.
Ne ho messo un altro e non sono morto, quindi provo ad andare avanti... Uggesù pure i punti sospensivi m'azzardo a usare! E se avessi ragione e siamo nati per usare un certo numero di punti e basta, solo quello e niente più? Bisogna essere proprio pazzi per mettersi a usare punti sospensivi anticipando la propria fine, facendone fuori tre invece che uno!
Mi sa che non userò mai più punti sospensivi... Ok, non mi riesce ma posso provare a fare frasi più lunghe, a mettere tutto il significato che posso ora e adesso perchè dopo non so se me ne sarà data più occasione, a essere intenso e preciso come un bisturi mentre procedo ad amputare spazi bianchi e sostituirli con caratteri cicatriziali, a spiegarmi meglio che posso senza giocarmi l'attenzione.
Questo posso fare: usare i punti con sapienza e parsimonia.
Sui punti il punto della questione è che, in definitiva, comincio a cagarmi addosso.
Che non sono e non sarò mai pronto ad accettare l'idea di una fine bastarda che, dopo una vita di punto e a capo, arrivi a mettere il punto e basta.

34 commenti:

pepito ha detto...

forse sono ancora ubriaco da ieri sera, ma ho capito metà solo metà del post.
stai su, ciccino!

Enrico* ha detto...

Io al "punto e basta" non ci penso. Tanto arriva quando gli pare. Punto. E basta.

Però uso tanti punti sospensivi... :-)

Massi ha detto...

pepito: ma la vera domanda è: cosa ci facevi sveglio a quell'ora?!?

Enrico: eh, io ci starei attento a non abusarne! ;)

Pier ha detto...

tu mio cari devi aver letto Elianto di Stefano Benni e se non lo hai fatto è giunto il momento di leggerlo.
La Teoria del bonus vitale individuale ... secondo me ti ci ritrovi.

http://www.psichesoma.com/teoria-del-bonus-vitale-individuale/


cazzo potrei aver esaurito il bonus per commentarti .. merda!!!!!!

Massi ha detto...

Mai letto Benni, prima o poi dovrò cominciare. Si vede che è un pensiero comune quello di qualcosa che sarà presente in un ammontare finito durante la nostra esistenza... Aridaglie co' sti puntini!!!

Svizzer8 ha detto...

...io invece adoro usare i puntini di sospensione... rappresentano quell'incertezza, quell'esitazione e quel piccolo momento di riflessione che ci concediamo prima di continuare le nostre frasi.
I puntini di sospensione danno, a chi ci ascolta, l'occasione di capire meglio quello che stiamo dicendo ed è in essi che risiede veramente l'emozione che proviamo. I puntini incarnano quel piccolo attimo di suspance che contribuisce a dare significato a ciò che stiamo dicendo... perchè ogni cosa deve avere il suo tempo e a volte un piccolo silenzio o una breve pausa esaltano tutto il discorso, rendendolo più incisivo...

Massi ha detto...

ah sempre evviva la suspence dei puntini!
ma io usavo il concetto di "numero massimo di punti a disposizione" per parlare del punto finale, quello che lo metti giù con leggerezza, senza sapere che è l'ultimo che traccerai e tutte le pagine dopo non potranno che restare bianche o scritte da qualcun'altro...

Pier ha detto...

è inutile sei un incompreso ... ma si muore subito o si fa ancora a tempo a mettere alcuni puntini? ma valgono anche quelli fatti a penna oppure c'è un conto separato per quelli fatti sul pc? ma quelli di Word si sommano a quelli su altri software? insomma qui è questione di vita o di morte.

parola verifica: tosto

finalmente se n'è accorto

Massi ha detto...

Pier: 1) quando li hai finiti, li hai finiti, nun ce provà!; 2) il regolamento parla chiaro: "i punti comunque apposti contribuiscono al conteggio finale..."; 3) quelli di word si sommano a quelli di ogni altro programma di scrittura eccetto il Grillo Parlante Clementoni...quelli sono omaggio!

Svizzer8 ha detto...

... anche la mia era una metafora per dire che preferisco usare i puntini, i quali lasciano intendere ci sia un seguito a quanto detto, piuttosto che un punto finale che indica la fine di tutto :D
Quando poi sarà la vita/morte a mettere per noi il grande punto finale beh... non ci resta che fare di tutto per essere sicuri che in quel momento avremo fatto e detto tutto quello quello che volevamo fare o dire... :D

Pier ha detto...

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adoro vivere pericolosamente :D

Unknown ha detto...

credo di capire molto bene quello che ti tiene sveglio, o meglio quello che ti fa pensare mente sei sveglio e la notte ti suggerisce legami di pensieri tra passato e presente e futuro (sospeso).

anche io da bimbo ero sempre meditabondo. troppo occupato a trovare il senso della vita, mentre la vita da felice adolescente mi passava davanti veloce come un treno.
adesso nelle notti come le tue, e in certi giorni molto complicati, mi pare che quel treno sia diventato un super-rapido. anzi peggio, uno di quei treni giapponesi che ti appiatisci contro il sedile per quanto corre veloce. ora sono più libero e felice, ma alle pippone sul senso della vita ho sostituito le pippone sul lavoro, l'affitto, il conto in banca. e ho una gran paura che i sogni di adolescente, che da adolescente ho posticipato per paura, adesso me li lasci sfuggire per mancanza di tempo. finchè il tempo poi finisce e me la prendo nelle chiappe, e senza il piacere che dovrebbe essere connesso.
meglio i puntini di sospensione, al punto e a capo!

Massi ha detto...

Svizzer8: ho riletto il tuo commento alla luce di quanto hai aggiunto... effettivamente non era una lezione di punteggiatura... :)

Pier: fai altri sport estremi oltre la punteggiatura selvaggia?

Oscar: prossima volta che ti senti sul treno per tokyo centrale, guarda su sedile accanto...mi ritroverai lì tutto schiacciato come una piadina. poretti noi che ci siamo giocati l'adolescenza a fare i pesanti...

Stefy ha detto...

Ammetto che questa tua riflessione Massi mi ha un po' scombussolato perché ha riportato a galla pensieri di qualche anno fa (un'adolescenza spensierata e felice è un lusso che la vita non concede a tutti).
Chi ha fede ti potrà dire che il "punto e basta" non esiste, o per lo meno è solo qualcosa di terreno, è solo la fine di un nuovo inizio. Ma senza entrare in questi discorsi, forse l'unico modo per farsi trovare pronti davanti al punto "finale", credo sia proprio nelle tue parole, quando scrivi "posso provare a fare frasi più lunghe, a mettere tutto il significato che posso ora e adesso perchè dopo non so se me ne sarà data più occasione, a essere intenso e preciso come un bisturi mentre procedo ad amputare spazi bianchi e sostituirli con caratteri cicatriziali, a spiegarmi meglio che posso senza giocarmi l'attenzione."
Il senso che dovremmo dare alla vita forse è proprio questo: non essere parsimoniosi con i punti, ma essere esageratamente generosi con tutte le parole che li precedono :)
o per lo meno, io la vedo così ;)

Massi ha detto...

E' esattamente il senso di quello che intendevo comunicare e ho come l'impressione che tu sia riuscita a dirlo meglio di me! :)

Pier ha detto...

si leggo questo blog :P

Massi ha detto...

Provo a postare, un pezzetto alla volta, il commento di Barone che, stranamente, non viene pubblicato qui ma che ho normalmente ricevuto via mail. Si rivolge solo a me ma ovviamente può offrire l'occasione per riflessioni anche vostre:
"Allora, nonostante la giornata lavorativa “furiosa e furente”, non ho mai smesso di pensare a te, Massimì, ed a come commentare il tuo post, che mi mette in difficoltà per varie ragioni. Con la massima sincerità, ti dico che ho anche pensato di non commentare affatto: in fondo, qualcuno mi obbligava? No. Ed invece eccomi qui, perché te l’ho promesso, perché non amo sottrarmi alle difficoltà, perché non sarei comunque riuscito a levarmi dalla testa i pensieri che hai messo in moto, perché non sarei io, in definitiva. Per cui ci provo. Temo che sarò lungo, per cui ti chiedo sin d’ora di perdonarmi.

Massi ha detto...

Non sono mai stato bello, non sono mai riuscito ad essere leggero come avrei voluto - non lo sono neppure oggi - non ho mai avuto il mondo ai miei piedi, né forse ho mai veramente desiderato averlo.
Detto questo, parte delle difficoltà nascono dal fatto che, per come sono fatto io, il passato lo lascio là dove si trova: non sono un nostalgico, non rimugino su quanto è stato, su quanto avrebbe potuto essere e non è stato, su quello che ho o avrei potuto raggiungere, su come la mia vita sarebbe oggi o io stesso sarei potuto diventare se qualcosa del mio passato fosse andato diversamente. Servirebbe? No, è inutile, consuma energie e non ci si può fare nulla: amen.
Non sono una persona che guarda ad un futuro troppo lontano: le variabili sono talmente tante, troppe, e così poco prevedibili e governabili che saremmo comunque, inevitabilmente, continuamente costretti a cambiare le coordinate della rotta impostata, ed a modificare in corsa i nostri obiettivi, con tutte le delusioni e le amarezze che ne conseguirebbero. Servirebbe? No, è inutile, consuma energie e non ci si può fare nulla: amen.

Massi ha detto...

Sono, invece, una persona che pensa e si concentra moltissimo sul presente e sul futuro più immediato, e che impiega tutte le proprie forze per fare un passo dopo l’altro, per posare un mattoncino sopra l’altro, al fine di vivere (e fare vivere le persone a cui tengo veramente e delle quali mi preoccupo) con qualità, al meglio delle proprie possibilità attuali e nel modo più sereno e satisfattivo possibile. Non mi preoccupa il non sapere quello che sarà o non sarà, mi preoccupa ciò che già è (per preservarlo) o non è (per modificarlo), ed è a causa di questo che penso tanto, continuamente, senza sosta, soprattutto quando, come succede da un po’ di tempo a questa parte, mi sento “sospeso”, perché non riesco a cambiare quello che non mi piace o non mi appartiene.

Massi ha detto...

E qui nasce la mia difficoltà maggiore nel commentare i tuoi pensieri: da quello che ho capito io del tuo post, quello che ti inquieta è l’ignoto, il non sapere se avrai il tempo di fare tutto ciò che avrai voglia di fare, se riuscirai a completare i tuoi obiettivi con la giusta soddisfazione ed a goderteli come meriti ed insieme a coloro con cui vorrai condividerli, il fatto di non sapere quanto hai davanti per capire come riempire questo quanto e se il risultato varrà lo sforzo, se ne varrà la pena, il fatto di non capire se devi correre e mettere sul fuoco tutto e quanto più puoi spingendo al massimo perché... il futuro può riservare brutte sorprese e magari non darne più la possibilità.
Ora, per come sono fatto io, mi viene da farti una sola domanda: ma perché? A che ti serve? Ti preoccupa il non sapere quanto tempo avrai da riempire, e l’unico tempo che sai per certo avere a tua disposizione perché lo stai vivendo, il tempo presente, lo stai già sprecando e perdendo rimuginando a ciò che è stato ed avrebbe potuto essere o a ciò che forse sarà in futuro ma non sai, non puoi, sapere se effettivamente sarà!
Sono troppo brutale? O troppo cinico? Non lo so, forse sono semplicemente io, diverso da te e da molti altri. Ma mi chiedo da stamattina: sono io che sto sbagliando tutto? E sono di nuovo in difficoltà.

p.s. che poi, mannaggia la miseriaccia, anche quando non sono in una giornata pensosa leggo il tuo blog, o il blog di Oscaretto, e ricomincio di nuovo a pensare troppo: ma che è? Uffffffffaaaaaaaaaa! Baci.

Massi ha detto...

Caro Barone, magari è come dici tu, siamo diversi ma a me non pare poi mica tanto leggendo quello che scrivi. Ho solo raccontato che pensieri che da ragazzetto erano asfissianti adesso compaiono sono in una notte insonne, non mi pare sia rimuginare sul passato questo. Dici di non farlo mai perchè sarebbe fatica sprecata e ho serie difficoltà a credere questo, chiunque fa un consuntivo più o meno preciso e meditato della propria esistenza fino a un dato punto. La soddisfazione di sè stessi che da questo calcolo si ricava può poi essere utilizzata come input per darsi da fare di più in futuro per realizzare quanto ancora non siamo riusciti a mettere su della baracca.
Ecco io ho solo raccontato dell'ansia che a volte mi prende di non sapere quanto impegno dosare per fare questo, perchè siamo poco dissimili da uno yogurt e abbiamo una scadenza. Dici di mettere impegno e dedizione per vivere e far vivere serenamente, è la stessa cosa che dico io ma tenendo uno sguardo al fattore tempo. Ripeto non è una cosa a cui penso continuamente, ho solo dormito poco la notte prima! :)
Hai scritto "Ti preoccupa il non sapere quanto tempo avrai da riempire, e l’unico tempo che sai per certo avere a tua disposizione perché lo stai vivendo, il tempo presente, lo stai già sprecando e perdendo rimuginando a ciò che è stato ed avrebbe potuto essere o a ciò che forse sarà in futuro ma non sai, non puoi, sapere se effettivamente sarà!". Ti ho già risposto che non spreco nulla perchè non rimugino più dello stretto necessario affinchè l'agire sia pensato e valutato e che il mio problema non è il tempo da riempire ma la valorizzazione di quel poco che ho.
Come dicevo nel post, alla fine non so quando il punto verrà, sarebbe bello saperlo per decidere come devono essere le frasi prima ma non è dato saperlo. Quindi nel frattempo faccio frasi lunghe, riposo poco i miei componimenti e cerco di essere intenso e preciso.
un bacione!

Massi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Barone ha detto...

A te Massi, il bacione.
Solo una precisazione: rileggendo il mio commento oggi ho avuto la sensazione di essere stato un po' aspro, forse a causa della giornata non proprio rilassante, ma sia chiaro che la mia non voleva essere una critica nei tuoi confronti, era più un cercare di confrontare due modi in parte differenti di pensare a determinate cose. Forse hai ragione, non siamo troppo diversi, ma resta il fatto che mentre tu dici "sarebbe bello sapere quando il punto verrà" io penso esattamente il contrario: non vorrei mai saperlo, non mi interessa.
Baci

Massi ha detto...

Caro non ti avevo percepito come acido e poi pure fosse figurati se ti devi scusare, gli scazzi momentanei sono i migliori amici che ho, li conosco bene! :) buon weekend baroncino!

Unknown ha detto...

ma quanto siete dorci dorci quando vi leccate come gattini? :-) posso venire pure io??

Barone ha detto...

Ah, io non sollevo certo obiezioni Oscarè... se ci si deve strigne ci si strigne ;)

Massi ha detto...

il problema è che quando ci si stringe così tanto poi qualcuno si deve allargare...

Barone ha detto...

:-) Quanto mi è pragmatico questo ragazzo ottocentesco?

Unknown ha detto...

Forse hai ragione...ma ci penserò...è solo una questione di punteggiatura...dove mettere le virgole e i punti fermi...lasciare frasi aperte. C'è da preoccuparsi quando non c'è niente di tutto questo forse: tutto più scivoloso e veloce...ma può essere un ottimo coupe de teatre (se si scrive così)...ciao! Federico

Unknown ha detto...

ha bè, io arrivo ultimo e mi metto in fondo alla fila. a chi tocca tocca!

bar, ti invidio un pò per quello che pensi :-) ho sempre desiderato vivere il presente. non il passato. non il futuro, ma il presente

Francesco Eftapelagos ha detto...

Massi... non lo sapremo mai quando moriremo, a meno che non siamo coscienti di un incidente che non riusciamo ad evitare, o di una malattia che non ci lascerà scampo, ma a quel punto, sarà troppo tardi per porre rimedio... sei sicuro che "sarebbe bello poterlo sapere"? Io non ho avuto questa impressione 5 anni fa... :(

Barone ha detto...

Mah, Oscaretto, non so. Io invece ho un'ammirazione incondizionata verso quello che tu (e Massi) siete riusciti a costruire e state portando avanti nella vostra vita affettiva: quello sì che merita invidia, e non solo un po'!

Massi ha detto...

Ciao Federico e grazie di essere passato. Ti ho aggiunto ai blog che seguo, appena posso approfondisco la tua conoscenza. :)

Francesco: per molti versi mi piacerebbe saperlo, sono più curioso di Ulisse! :) ma così tanto per sapere quanto sforzo dosare nelle nostre giornate per finire delle cose prima che non ci sia dato più portarle a termine...

Barone: invidi litigate e cefalee conseguenti? o il dover lavare mutande sporche di un altro? scherzo... :) un bacio e grazie...

Unknown ha detto...

ha ma io le mutande de mi marito le mando a mi socera.
ambè, so sverta io.

barone, quello lo sai è soprattutto culo. e il culo gira e prima o poi ti arriva. tu però svelto a coglierlo, mi raccomando :-)

no vabbè.. parola di verifica: culness. io basito

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