ATTENZIONE! Prima di cimentarti nella lettura di questo blog, leggi il prospetto informativo.
Informazioni personali
- Massi
- Bologna, Italy
- Ho 30-equalcosa anni, vivo a Bologna, mia città di adozione, assieme al mio compagno col quale ho messo su famiglia dall'agosto 2007 nonostante la legge non la pensi allo stesso modo. Per me questo blog rappresenta un palco virtuale da cui dar sfogo a pensieri, paure, desideri semi-inconfessabili e seghe mentali! Da qui mi aspetto la possibilità di confrontarmi con altre persone e prospettive...restate sintonizzati!
mercoledì 24 ottobre 2012
Reinventarsi
Certe volte so' peggio de 'na Barbie...
Da ieri sono disponibile in versione Massi massaggiatore...con tutti gli accessori, ovvio.
Sapevo di essere bravo a mettere le mani addosso alla gente: i miei fratelli menati a sangue e un paio di amanti fistati lo possono testimoniare. Perciò mi son detto, perché non provare coi massaggi?
Però, come in tutte le cose, ci metto l'impegno che basta...nel senso sì, tutto bello e mi solletica lo sfizio però ho già un piano per investire il minimo e ricavarci il massimo: faccio solo un corso e i massaggi restanti me li invento. Tanto m'hanno già detto che sono bravissimo... E no, il fatto che fosse la prima lezione gratuita volta a vedere se è il caso di iscriversi, non ha minimamente influenzato il giudizio del maestro.
Sono talento puro e lo so. Punto.
Quindi faccio il corso di massaggio base e per il resto vado di fantasia, tanto la cosa non è normata in Italia e io me ne approfitto.
Te do 'na gomitata pe' sbaglio? E' sciazzu.
Te butto un dito al culo? E' tantrico.
Te ustiono con gli oli essenziali? E' l'aromaterapia, bellezza!
E così via, che ce vo'?
Comunque il talento si vede pure da quel guizzo di inventiva che ti assale all'improvviso come la diarrea.
Ieri, già al primo giorno, mi fanno massaggiare due tizi. Prima che le vostre fantasie puledre comincino a galoppare chiarisco subito che erano due cessi a pedali.
Ma è stato proprio questo aspetto a ispirarmi... Stavo già per inventare un nuovo tipo di massaggio: quello a pezzettoni. Si esegue vomitando sulla schiena dei pazienti più repellenti.
Ci sono andato vicino così.
P.S. ...e comunque quella della foto non è stressata, è solo 'na gran zozza.
venerdì 10 agosto 2012
Vacanza...
...intesa come ferie.
Ma anche come mancanza di ulteriore racconto personale da poter offrire.
Intanto si parte, che è già cosa buona e giusta.
Al ritorno deciderò se mettere la parola "fine" alla fase bloggatara della mia vita.
Voi tutti, come al solito, statemi bene!
Un abbraccio,
Massi
Ma anche come mancanza di ulteriore racconto personale da poter offrire.
Intanto si parte, che è già cosa buona e giusta.
Al ritorno deciderò se mettere la parola "fine" alla fase bloggatara della mia vita.
Voi tutti, come al solito, statemi bene!
Un abbraccio,
Massi
giovedì 19 luglio 2012
La pistola alla tempia
"La pistola alla tempia" è un gioco basato sulle scelte radicali, portato alla fama presso il grande pubblico televisivo da Daria Bignardi nelle sue interviste a personaggi famosi.
Il concetto è semplice: la domanda che ti viene posta, di solito scomodissima come un letto da fachiro con un unico chiodo, prevede solo due risposte, entrambe sgradite all'intervistato che, tuttavia, deve per forza (come se avesse una pistola puntata alla tempia, appunto), propendere per l'una o l'altra.
Non sono famoso, non sono bellissimo e non sono abbastanza depravato da poter ricevere un invito a un talk show. E dubito pure che la mia opinione interessi i miei amici seduti a un tavolo da giardino alla festa della salsiccia e friarielli di Sant'Angelo in Formis, eppure c'è una domanda da pistola alla tempia che vorrei qualcuno mi facesse.
Dopo l'indecorosa immagine di sé che il Partito Democratico sta dando ad ogni occasione gli si presenti per dimostrare tutto il machismo, l'arroganza, l'omofobia, lo snobismo e il confessionalismo che lo animano da sempre, io vorrei tanto che qualcuno mi chiedesse: "Pistola alla tempia, alle prossime politiche voterai il riesumato Berlusconi o il PD di Bindi, Bersani, Fioroni, Letta e compagnia cantando?".
Perché io il dubbio non ce l'ho e tra il governo dei puttanieri e quello delle suore malchiavate che osano rispondere con le minacce alle legittime richieste di diritti civili provenienti dalla società, so chi mi fa meno vomitare.
E comunque la pistola alla tempia può sempre essere anche un ottimo consiglio quando qualcuno farebbe meglio a spararsi che a continuare a spararle.
Godetevela al 16simo minuto.
Il clou al 23esimo.
Dal 25esimo dovreste disidratarvi a furia di sputare sul monitor se ancora avete una vaga idea di cosa significhi essere di sinistra.
martedì 17 luglio 2012
L'economia domestica applicata alle pompe
AVVERTENZA AI BAMBINI: Questo non è un Art-Attack! Non cercate di riprodurre quanto descritto nel post a casa vostra!
E, sopratutto, non fate o ricevete pompe! C'è tempo per quello!
Anche se lo zio prete dice il contrario...
Ammantato di quella candida purezza che mi rende ignaro delle conseguenze delle mie azioni, decido che nel piccolo bagno di casa nostra non ha senso avere due flaconi di sapone intimo di due ben note marche (posso risparmiare su tutto, ma non toccatemi le lavande intime).
Ne soppeso a occhio e croce le quantità residue e mi compiaccio di vedere che ci stanno in un solo contenitore.
Senza farmi scrupoli, sverso uno nell'altro e, per un attimo soltanto, avverto un brivido lungo la schiena... Penso che sia questa novità del giocare al Piccolo Chimico dentro un cesso e tiro avanti.
Risultato: devo aver inventato il SUPER SAPONE INTIMO!!!
Descriverne le proprietà è impossibile, perciò siete tutti invitati a passare da casa mia per un bidé corroborante. Magari posso pure dare una mano all'abbisogna...
- Un potere detergente impareggiabile: ne basta mezza goccia per ricoprire di uno schiumoso abbraccio il cazzo e il culo più generosi;
- Un profumo indicibile: ecco di cosa profumano le fiche delle fate;
- Una frescura duratura: per diverse ore ve ne starete in ufficio seduti davanti al pc con la sensazione di avere le palle infilate dentro un cocomero!
Ovviamente, come ogni primo tentativo sparato a caso, devo migliorarne la formula per limitarne gli effetti indesiderati. Che poi è soltanto uno: le tracce della sua essenza fanno fatica ad essere risciacquate via.
Ma tranquilli che approderò al mix perfetto.
Intanto però mi ritrovo il moroso che a ogni pompino mi ripete romanticamente "Dio che schifo! Sai di Bitrex: sembra di ciucciare il Vetril!"
E, sopratutto, non fate o ricevete pompe! C'è tempo per quello!
Anche se lo zio prete dice il contrario...
Ammantato di quella candida purezza che mi rende ignaro delle conseguenze delle mie azioni, decido che nel piccolo bagno di casa nostra non ha senso avere due flaconi di sapone intimo di due ben note marche (posso risparmiare su tutto, ma non toccatemi le lavande intime).
Ne soppeso a occhio e croce le quantità residue e mi compiaccio di vedere che ci stanno in un solo contenitore.
Senza farmi scrupoli, sverso uno nell'altro e, per un attimo soltanto, avverto un brivido lungo la schiena... Penso che sia questa novità del giocare al Piccolo Chimico dentro un cesso e tiro avanti.
Risultato: devo aver inventato il SUPER SAPONE INTIMO!!!
Descriverne le proprietà è impossibile, perciò siete tutti invitati a passare da casa mia per un bidé corroborante. Magari posso pure dare una mano all'abbisogna...
- Un potere detergente impareggiabile: ne basta mezza goccia per ricoprire di uno schiumoso abbraccio il cazzo e il culo più generosi;
- Un profumo indicibile: ecco di cosa profumano le fiche delle fate;
- Una frescura duratura: per diverse ore ve ne starete in ufficio seduti davanti al pc con la sensazione di avere le palle infilate dentro un cocomero!
Ovviamente, come ogni primo tentativo sparato a caso, devo migliorarne la formula per limitarne gli effetti indesiderati. Che poi è soltanto uno: le tracce della sua essenza fanno fatica ad essere risciacquate via.
Ma tranquilli che approderò al mix perfetto.
Intanto però mi ritrovo il moroso che a ogni pompino mi ripete romanticamente "Dio che schifo! Sai di Bitrex: sembra di ciucciare il Vetril!"
mercoledì 20 giugno 2012
Tutto lo zio...
Dall'ultima telefonata con la genitrice:
- Mamma: "...e poi dobbiamo far controllare tuo nipote...poverino..." (va per i quattro anni, il tesorino)
- Io: "Perché?!?!? Cosa ha che non va???" (tono leggermente isterico...come una passiva quando tampona con la macchina. E' che sono uno zio apprensivo...)
- Mamma: "In questi giorni di caldo atroce lo teniamo nudo per casa e abbiamo notato che...sta sempre a cercare di mettersi un ditino nel culetto santo!"
- Io: "...!!!"
- Mamma: "Ricordi che alla sua età tu facevi lo stesso?" (Certo, sono pieno di ricordi di me quattrenne che mi sgrilletto e mi defloro in giro per casa...)
- Mamma: "Poi abbiamo scoperto che lo facevi perché avevi i vermi. Sarà la stessa cosa..."
Certo, certo. Era per i vermi...
- Mamma: "...e poi dobbiamo far controllare tuo nipote...poverino..." (va per i quattro anni, il tesorino)
- Io: "Perché?!?!? Cosa ha che non va???" (tono leggermente isterico...come una passiva quando tampona con la macchina. E' che sono uno zio apprensivo...)
- Mamma: "In questi giorni di caldo atroce lo teniamo nudo per casa e abbiamo notato che...sta sempre a cercare di mettersi un ditino nel culetto santo!"
- Io: "...!!!"
- Mamma: "Ricordi che alla sua età tu facevi lo stesso?" (Certo, sono pieno di ricordi di me quattrenne che mi sgrilletto e mi defloro in giro per casa...)
- Mamma: "Poi abbiamo scoperto che lo facevi perché avevi i vermi. Sarà la stessa cosa..."
Certo, certo. Era per i vermi...
martedì 19 giugno 2012
Perle ai porci n° 10
Ho cominciato a contarli man mano che ne bloccavo l'autore.
Arrivato a 23 ho smesso.
Di contare, ovvio...
Ma perché questi votano proprio come me?
Maledetta democrazia!!!
Ok una testa-un voto...purché non sia di cazzo la prima e del cazzo il secondo però!
martedì 12 giugno 2012
Strada facendo
Strada facendo, come è normale che sia, possono capitare cose belle e altre che lo sono meno.
Incontri intriganti en plein air si alternano a inciampicate; un gelato da passeggio può essere seguito dall'imbattersi in una enorme, gigantesca cagata sul marciapiedi.
Che fare in questi casi? Me lo chiedo ogni volta che ne incontro una da restare atterrito, spaventatissimo dalla possibilità di esserne sporcato.
Certe merde hanno infatti la predisposizione tutta propria di non restare ferme, di non starsene deposte in un punto ma di diffondersi.
All'inizio non puoi fare a meno di esserne ipnotizzato e disgustato al contempo ma poi devi prendere una decisione su due piedi perché realmente qualcuno potrebbe arrivare di corsa, cascarci dentro e schizzare anche te con quello schifo.
Diffondere la voce che in quel punto del proprio cammino si è incontrata una merda colossale, urlando e facendone post da riempire i social network, o alzare la gamba più che si può e scavalcarla d'un balzo lasciandosela alle spalle il prima possibile?
Non sono mai riuscito a trovare una risposta soddisfacente, perciò nel dubbio non metto il link al filmato del culo blaterante di oggi, sozzo più che mai (grazie comunque a Paolo per la segnalazione), però questo post mi scappava proprio e per oggi lo mando a cagare pure io.
venerdì 8 giugno 2012
La butto lì...
...mi sbaglierò ma...non è che a qualcuno 'sta storia del terremoto gl'ha detto un gran bene?
Data l'inconsistenza dell'organizzazione di questo Pride, la sua mancanza di incisività e la insipidità di quel poco che è stato fatto, non è che la storia della vicinanza alle popolazioni terremotate e la conseguente morigeratezza della parata gli salva il culo dal dover giustificare il flop clamoroso che comunque ci sarebbe stato? Me ne sto convincendo sempre più a far confronti con quello che fu organizzato nel 2008.
Tristezza su tristezza...
Comunque...qualcuno viene?
giovedì 7 giugno 2012
Cenerentolo
Seduti al bar, P. mi racconta delle prodezze da letto del suo pomeriggio con l'ultimo incontro da chat: pare che il premio "Il Bocchinaro 2012" abbia già un vincitore designato ai primi di giugno...gli altri si mettano la gola in pace. Che poi non sono affaracci vostri, ma quando P. è andato/venuto, ha trovato sotto casa di questo qua, quello dell'incontro successivo che aspettava il suo turno. Mito!
Neanche il tempo di finire il suo racconto che, il protagonista ne fuoriesce per incanto e ci si appalesa davanti.
"Oddio eccolo!!!", fa appena a tempo a sussurrarmi P. mentre io indico interrogativo tutti quelli della sua compagnia tranne lui (e se uno mi dice di non guardare in quella direzione è peggio).
Mi guarda. Lo guardo. Mi sorride. Io bevo.
Dopo mezzora mi sento chiamare al tavolo dello spompinatore da un tizio che conosco, C.
"Ti presento N.", mi fa, "dice che gli piaci molto...".
Provo a fare due chiacchiere di circostanza ma N. proprio non conosce usi alternativi della bocca, sicché me ne ritorno al mio tavolo coi miei amici.
N. non si dà per vinto. Lui la vita è abituato a morderla, quella sì.
Chiede il mio numero, il mio facebook, il mio profilo gayromeo a C., poi al barista amico mio e infine a P., solleticandolo con la proposta di una cosa a tre.
Dopo il bar ci spostiamo in disco. Arieccolo pure là...
Lo perdo di vista a intervalli di 10 minuti e lo ritrovo sempre piazzato dalle parti della dark. La sua camicia ha uno strano difetto: è sempre più macchiata sul petto. Proprio sotto il mento...mah.
All'alba, vedendomi andare via prova a giocare l'ultima carta. Mi afferra e mi conduce in un ballo sinuoso in cui riproduce la macarena, vogue e il tuca tuca tutti remixati pur di mettermi le mani ovunque.
Al clou di questa danza sessissima, lo fa: porta una mano dietro la mia nuca, sfiora leggero le mie labbra con la sua bocca che ha visto più cazzi in quel giorno che Sara Tommasi in una vita e mi dà la lingua in omaggio.
Nonostante in circolo io abbia più drink che globuli rossi, riesco a sottrarmi alla offerta di spompinare per interposta persona mezza Bologna, limonandolo. Che poi, se ne sento il sapore, l'amicizia con P. ne sarà compromessa...non riuscirò più a guardarlo negli occhi senza arrossire.
Mi divincolo, sorrido enigmatico e scappo verso casa.
Ma al contrario di quella sfigata che mi ha preceduto in simili occasioni, io non ho perso la scarpetta: doppio nodo alle mie adidas e via!
Neanche il tempo di finire il suo racconto che, il protagonista ne fuoriesce per incanto e ci si appalesa davanti.
"Oddio eccolo!!!", fa appena a tempo a sussurrarmi P. mentre io indico interrogativo tutti quelli della sua compagnia tranne lui (e se uno mi dice di non guardare in quella direzione è peggio).
Mi guarda. Lo guardo. Mi sorride. Io bevo.
Dopo mezzora mi sento chiamare al tavolo dello spompinatore da un tizio che conosco, C.
"Ti presento N.", mi fa, "dice che gli piaci molto...".
Provo a fare due chiacchiere di circostanza ma N. proprio non conosce usi alternativi della bocca, sicché me ne ritorno al mio tavolo coi miei amici.
N. non si dà per vinto. Lui la vita è abituato a morderla, quella sì.
Chiede il mio numero, il mio facebook, il mio profilo gayromeo a C., poi al barista amico mio e infine a P., solleticandolo con la proposta di una cosa a tre.
Dopo il bar ci spostiamo in disco. Arieccolo pure là...
Lo perdo di vista a intervalli di 10 minuti e lo ritrovo sempre piazzato dalle parti della dark. La sua camicia ha uno strano difetto: è sempre più macchiata sul petto. Proprio sotto il mento...mah.
All'alba, vedendomi andare via prova a giocare l'ultima carta. Mi afferra e mi conduce in un ballo sinuoso in cui riproduce la macarena, vogue e il tuca tuca tutti remixati pur di mettermi le mani ovunque.
Al clou di questa danza sessissima, lo fa: porta una mano dietro la mia nuca, sfiora leggero le mie labbra con la sua bocca che ha visto più cazzi in quel giorno che Sara Tommasi in una vita e mi dà la lingua in omaggio.
Nonostante in circolo io abbia più drink che globuli rossi, riesco a sottrarmi alla offerta di spompinare per interposta persona mezza Bologna, limonandolo. Che poi, se ne sento il sapore, l'amicizia con P. ne sarà compromessa...non riuscirò più a guardarlo negli occhi senza arrossire.
Mi divincolo, sorrido enigmatico e scappo verso casa.
Ma al contrario di quella sfigata che mi ha preceduto in simili occasioni, io non ho perso la scarpetta: doppio nodo alle mie adidas e via!
mercoledì 6 giugno 2012
Perle ai porci n° 9
In chat con Pablo...
IO: Io sì. Ma ho messo due paia di occhiali da sole e non riuscivo a guardare lo stesso.
P: Stavo quasi
per svegliarmi all'alba per vedere Venere davanti al Sole.
Poi ci ha
pensato il terremoto... Ma non mi
sono affacciato...
IO: Io sì. Ma ho messo due paia di occhiali da sole e non riuscivo a guardare lo stesso.
Allora ho
pensato: MA FOTTITI,
INUTILE PIANETA PIENO DI FEMMINE!
mercoledì 30 maggio 2012
Pezzo di merda
Forse è un sogno, forse un timore immaginario. Magari è solo la scena di un film che ho visto anni fa o una fiaba in cui mi sono immedesimato troppo.
Insomma ho questa scena di me che decido di dare una festa per il mio compleanno. Roba grossa eh, ché quando io decido di festeggiare non bado a spese...devo celebrare come cristo comanda.
Faccio un giro nel condominio, avverto tutti che ci sarà del gran movimento, il dj suonerà roba tosta, marcette remixate piene di tunz-tunz-tunz, arriveranno migliaia e migliaia amici e si esibiranno in una sorta di coreografia simultanea e sincronizzata, tipo uno di quei flashmob che vanno tanto su Youtube.
Ci saranno fuochi d'artificio, vecchie zie carampane acchittate di tutto punto, sul balcone forse forse allestisco un palchetto d'onore con quelli a cui voglio più bene per godersi lo spettacolo.
Ovviamente tutti sono invitati quella sera ad entrare e bere un calice alla mia salute, la porta sarà aperta.
Tutti sono contenti, tutti mi stimano e amano e non vedono l'ora di tirarmi le orecchie e cantarmi gli auguri.
Solo che a questo punto succede una cosa: mentre sono attaccato al telefono a ordinare la mia millefoglie alla frutta nella pasticceria più costosa che trovo sulle Pagine Gialle, sento un tonfo dall'appartamento del vicino. Poi più nulla, per minuti e minuti non si sente più niente.
Lo incontro il giorno dopo alle cassette della posta, il mio vicino di pianerottolo. Ha la faccia tirata e gli occhi tristi e cerchiati di scuro. Mi racconta che la nonna, che abita con lui, nel tentativo di prendere un grosso tegame su una scaffalatura alta, se l'è tirato addosso restandone investita e, scivolando ha battuto la testa ed è morta.
Ecco cosa era quel tonfo dell'altro giorno!, penso...che vecchietta troppo operosa, quella nonnina. Operaia, quasi. Troppo operaia. E adesso tanto morta.
Già che c'è mi chiede la cortesia di non dare più la mia festa di compleanno, sai com'è, siamo sullo stesso pianerottolo, siamo vicini molto vicini.
Gli dimostro a parole e fatti che sono restio, che non ho intenzione di rimandare il mio party in pompa magna. Che insomma la prossimità fisica non è per forza di cose vera vicinanza.
Lui si indispone, ne fa una questione di principio. Nei giorni seguenti mobilità il palazzo, attacca volantini in giro per le scale, porta pure la questione nella riunione di condominio e il risultato è che la quasi unanimità dei condomini passano dalla sua parte: un gran vociare mi chiede di annullare la festa per rispetto a chi da poco se n'è andato.
In questa scena da film che si fa horror sul finale, in questo sogno che si fa incubo prima che io possa riuscire a destarmi, in questo ricordo lontano, vecchio e umiliante io faccio una cosa che mi appare assurda adesso che la scrivo: mi alzo in piedi e dico che la festa si farà, magari abbasso i decibel delle casse giusto per fare una atmosfera più lounge e che brinderò pure alla vecchia morta, ma tipo che davvero la penserò un casino tutto il tempo. E aggiungo che, comunque, una riunione di condominio come quella, non è il luogo in cui si può formare un legittimo dissenso, per cui io vado per la mia strada.
Ora io vi domando e chiedo: quanto sarei pezzo di merda se nella realtà io mi comportassi davvero così?
No, ma davvero, ditemelo forte e chiaro perché tra una scossa e l'altra io sento il bisogno che me lo diciate quanto farei venire il voltastomaco.
N.B. Riportato a più miti consigli da un lettore, da un amico e dal moroso (che proprio non se la sente di portarmi le arance in cella), decido di rimuovere la foto di apertura del post. Tra l'altro non un bel vedere...
Nulla cambia nelle convinzioni e nel testo che le rappresenta.
giovedì 24 maggio 2012
Perle ai porci n° 8
"Trovare un attivo a Bologna è l'impresa più inutile che uno possa intraprendere...
Non esistono attivi, solo versatili che si sacrificano una tantum!"
giovedì 17 maggio 2012
IDAHO
Oggi, come tutti saprete già, si celebra l'International Day Against Homophobia and Transphobia.
Onestamente, credo di poter apportare poca utilità all'invito corale ad informarsi e "stare sul pezzo"...in rete per fortuna c'è un florilegio di bellissimi post sul tema e vi rimando a quelli di Pablo, Oscar e Elfobruno solo per attingere dal mio blogroll.
Però un pensiero mi attraversa la testa e ve lo butto lì perché lo sapete che un cecio in bocca lo tengo a fatica: datevi un limite.
Stabilite una quantità di tempo massimo dedicata alla commemorazione.
Informatevi, se venite da un altro pianeta in cui l'essere gay è cosa buona e giusta quanto ogni altre condizione, su quanto invece è avvenuto e avviene qui.
Ma poi basta.
La rievocazione dei fatti storici ha un senso se riesce a dare anche segni tangibili nell'odierno e non se serve solo a far cambiare per 24 ore lo status in un social network. Siamo operosi invece, prendiamo spunto dall'ape multicolore.
Questo giorno è troppo breve per passarlo a leggere post come questo. Concedetevene 5, non di più.
Questo giorno è troppo corto per far venire sera senza aver fatto qualcosa per voi stessi e l'affermazione della dignità di ciò che siete in grado di provare.
Questo giorno è troppo importante perché non ci sia tutti i giorni.
Onestamente, credo di poter apportare poca utilità all'invito corale ad informarsi e "stare sul pezzo"...in rete per fortuna c'è un florilegio di bellissimi post sul tema e vi rimando a quelli di Pablo, Oscar e Elfobruno solo per attingere dal mio blogroll.
Però un pensiero mi attraversa la testa e ve lo butto lì perché lo sapete che un cecio in bocca lo tengo a fatica: datevi un limite.
Stabilite una quantità di tempo massimo dedicata alla commemorazione.
Informatevi, se venite da un altro pianeta in cui l'essere gay è cosa buona e giusta quanto ogni altre condizione, su quanto invece è avvenuto e avviene qui.
Ma poi basta.
La rievocazione dei fatti storici ha un senso se riesce a dare anche segni tangibili nell'odierno e non se serve solo a far cambiare per 24 ore lo status in un social network. Siamo operosi invece, prendiamo spunto dall'ape multicolore.
Questo giorno è troppo breve per passarlo a leggere post come questo. Concedetevene 5, non di più.
Questo giorno è troppo corto per far venire sera senza aver fatto qualcosa per voi stessi e l'affermazione della dignità di ciò che siete in grado di provare.
Questo giorno è troppo importante perché non ci sia tutti i giorni.
giovedì 3 maggio 2012
Donne Moderne
Nella mia recente trasferta sudica mi è capitato di imbattermi sul treno in due personaggi coloriti come la ruota di un pavone con la diarrea a spruzzo. Era un po' che non incontravo qualcuno di così stupefacente e...me lo potevo mai tenere per me? Certo che sì.
Però ho deciso diversamente...
Si installano nello scompartimento coi loro corpicini minuti corazzati di foulard, cammei di corallo e ventagli merlettati freschi di appretto. Sono due donne sulla sessantina, col pedigree di un'estinta nobiltà fiorentina stampato in faccia, di quelle che si capisce che hanno almeno un casato, tre case e diversi casolari. Rotture di caso, non pervenute.
Non abituate a chiedere nulla, si annunciano con sbuffi sincronizzati e lamentele sommesse quel tanto da poter essere udite dagli astanti: "OooH! E chI ci AiuterA' ora a meTTere su quESte valIgIe coSI' PesaNTiii???".
Io, che rivedo l'immagine della mia amata nonnina in ogni persona anziana e ne sono commosso fino alle lacrime, devo alzare al massimo il volume di Talk That Talk nelle cuffiette perché Rihanna mi distragga e mi dissuada dall'alzare anche metà chiappa dal sedile.
In compenso si alza un tizio così mingherlino che manco mi ero accorto della sua presenza fino a quel momento e, con la potenza di uno sbuffo di Borotalco che le sue braccine riescono a sprigionare, mi colpisce due volte con quei cazzo di bagagli prima di riuscire a posizionarli in alto.
Liberatesi delle incombenze materiali e ripagato quel morto di fame con una Pastiglia dissetante Leone (ma esistono ancora?!?), si profondono in una serie di botta e risposta impossibili da riportare se non per sommi capi.
Zittita Rihanna (ma con gli auricolari nelle orecchie per non dare a vedere di essere in ascolto), vengo a sapere che si chiamano Teodolinda e Mariaclara, sono due dame di carità ("Ah dimmi quello che vuoi, ormai abbondano definizioni su definizioni ma io ad assistente e counselor preferisco sempre il desueto dame di carità!", subito plaudita dall'altra), ritengono non più ovviabile la creazione di una stazione dell'Alta Velocità a Tavernelle (???), fanno parte di un gruppo intitolato ad Artemisia Gentileschi che quest'anno offre loro la possibilità di andare in India nella stagione dei Monsoni ad arredare una casa-famiglia per donne abusate oppure in California (ma a fare che??? a soccorrere i surfisti più bisognosi???), conoscono solo amiche che si chiamano Flaviana, Teodora e Romilda (a parte una Giuseppina, evidentemente transfuga di Torre Annunziata), una delle due non ricava più benefici antistress dalla chakroterapia e vuole provare la cristalloterapia, riportano di una loro amica (non credo sia la Giuseppina, se vi interessa a questo punto...) che è stata convocata da un prefetto distrettuale in India per andare ad accendere un contatore e dare energia a un orfanotrofio durante una cerimonia "belllllissssssssima! Ho visto le foto...".
Dopo una pausa di pochi minuti dedicata all'abbeveraggio (si erano portate un infuso dentro un thermos di volgare metallo ma col cappuccio di ceramica che ti fa pure da tazza col bordino decorato), Teodolinda racconta che ha ben 8 parenti che compiono gli anni nel mese di Aprile, così che già da anni hanno deciso di festeggiarli tutti assieme in una Festa della Primavera durante la quale lei prepara i suoi famosi canapè...
Dopo più di un'ora di questa solfa (scendono per andare a mangiare un piatto di "pici-come-si-deve dalla Serenella"), cerco una App nell'Android Market che mi suicidi all'istante, ma pare che nessuno l'abbia ancora sviluppata. E voi amici iphonizzati, siete più fortunati?
Però ho deciso diversamente...
Si installano nello scompartimento coi loro corpicini minuti corazzati di foulard, cammei di corallo e ventagli merlettati freschi di appretto. Sono due donne sulla sessantina, col pedigree di un'estinta nobiltà fiorentina stampato in faccia, di quelle che si capisce che hanno almeno un casato, tre case e diversi casolari. Rotture di caso, non pervenute.
Non abituate a chiedere nulla, si annunciano con sbuffi sincronizzati e lamentele sommesse quel tanto da poter essere udite dagli astanti: "OooH! E chI ci AiuterA' ora a meTTere su quESte valIgIe coSI' PesaNTiii???".
Io, che rivedo l'immagine della mia amata nonnina in ogni persona anziana e ne sono commosso fino alle lacrime, devo alzare al massimo il volume di Talk That Talk nelle cuffiette perché Rihanna mi distragga e mi dissuada dall'alzare anche metà chiappa dal sedile.
In compenso si alza un tizio così mingherlino che manco mi ero accorto della sua presenza fino a quel momento e, con la potenza di uno sbuffo di Borotalco che le sue braccine riescono a sprigionare, mi colpisce due volte con quei cazzo di bagagli prima di riuscire a posizionarli in alto.
Liberatesi delle incombenze materiali e ripagato quel morto di fame con una Pastiglia dissetante Leone (ma esistono ancora?!?), si profondono in una serie di botta e risposta impossibili da riportare se non per sommi capi.
Zittita Rihanna (ma con gli auricolari nelle orecchie per non dare a vedere di essere in ascolto), vengo a sapere che si chiamano Teodolinda e Mariaclara, sono due dame di carità ("Ah dimmi quello che vuoi, ormai abbondano definizioni su definizioni ma io ad assistente e counselor preferisco sempre il desueto dame di carità!", subito plaudita dall'altra), ritengono non più ovviabile la creazione di una stazione dell'Alta Velocità a Tavernelle (???), fanno parte di un gruppo intitolato ad Artemisia Gentileschi che quest'anno offre loro la possibilità di andare in India nella stagione dei Monsoni ad arredare una casa-famiglia per donne abusate oppure in California (ma a fare che??? a soccorrere i surfisti più bisognosi???), conoscono solo amiche che si chiamano Flaviana, Teodora e Romilda (a parte una Giuseppina, evidentemente transfuga di Torre Annunziata), una delle due non ricava più benefici antistress dalla chakroterapia e vuole provare la cristalloterapia, riportano di una loro amica (non credo sia la Giuseppina, se vi interessa a questo punto...) che è stata convocata da un prefetto distrettuale in India per andare ad accendere un contatore e dare energia a un orfanotrofio durante una cerimonia "belllllissssssssima! Ho visto le foto...".
Dopo una pausa di pochi minuti dedicata all'abbeveraggio (si erano portate un infuso dentro un thermos di volgare metallo ma col cappuccio di ceramica che ti fa pure da tazza col bordino decorato), Teodolinda racconta che ha ben 8 parenti che compiono gli anni nel mese di Aprile, così che già da anni hanno deciso di festeggiarli tutti assieme in una Festa della Primavera durante la quale lei prepara i suoi famosi canapè...
Dopo più di un'ora di questa solfa (scendono per andare a mangiare un piatto di "pici-come-si-deve dalla Serenella"), cerco una App nell'Android Market che mi suicidi all'istante, ma pare che nessuno l'abbia ancora sviluppata. E voi amici iphonizzati, siete più fortunati?
martedì 17 aprile 2012
Parassiti di stagione
Io una roba proprio non la capisco.
Riguarda tutta 'sta storia sui soldi pubblici ai partiti e che sta venendo fuori adesso che qualche tesoriere li ha scambiati per i risparmi sotto al materasso di sua nonna.
In pratica e per sommi capi: una volta c'era il finanziamento pubblico nudo e crudo.
Poi vennero i Radicali che, con l'intenzione di un salvifico repulisti dal cancro di Tangentopoli, indissero un referendum abrogativo e un casino di italiani si espressero per la sua abolizione.
La norma uscita così dalla finestra rientrò dal portone con una susseguente legge sui cosiddetti rimborsi elettorali che ha via via fatto aumentare, negli anni, i fiumi di denaro pubblico che arrivano nelle casse dei partiti.
Ora che il re è nudo grazie a un paio di tesorieri malandrini, i segretari dei maggiori partiti fanno una cosa straordinaria: ci parlano.
Ecco il punto: solo a me la ripugnanza delle parole di Bersani, Casini & Co. arriva dritta in faccia come un pugno a ogni ora di cena?
Cioè, questi spudoratissimi signori, solo adesso che sentono di essere messi alle strette, comunicano con gli elettori e scoprono parzialmente le loro carte dicendoci che NO, non si può eliminare il finanziamento pubblico ai partiti politici perché sennò in Parlamento finirebbero solo lobbistiche associazioni di super-ricchi.
Non contesto la possibilità che ciò sia vero, mi fermo a un gradino immediatamente prima: quindi ci stanno dicendo che ci sono decisioni che NON possiamo prendere? Stanno ammettendo che nel '94 ce l'hanno buttato spudoratamente al culo? Stanno sostenendo la legittimità di una loro avocazione sulle nostre idee e coscienze?
Ciò che vedo io in queste sere è proprio questo: un manipolo di zecche istituzionali (che nessuno ha mai eletto davvero, in una straordinaria sospensione della Democrazia nella quale da anni viviamo) che ci dicono che loro sanno meglio di quanto noi potremo mai capire, quanto è buono e dovuto il nostro sangue e che se tu scegli di non avercele sulla giugulare, per loro va bene... Tanto s'attaccano alle palpebre o nelle ascelle o fra le dita dei piedi.
Un sistema che non prevede la possibilità di prendere a schiacciante maggioranza certe decisioni e una casta che taccia ripetutamente con "populista", "giustizialista" e "antipolitica" ogni aspirazione democratica mi dà semplicemente il vomito ed è giusto che l'uno e l'altra siano abbattuti coi mezzi e la determinazione che ogni tempo mette a disposizione.
¡HASTA LA DIGNIDAD, SIEMPRE!
Riguarda tutta 'sta storia sui soldi pubblici ai partiti e che sta venendo fuori adesso che qualche tesoriere li ha scambiati per i risparmi sotto al materasso di sua nonna.
In pratica e per sommi capi: una volta c'era il finanziamento pubblico nudo e crudo.
Poi vennero i Radicali che, con l'intenzione di un salvifico repulisti dal cancro di Tangentopoli, indissero un referendum abrogativo e un casino di italiani si espressero per la sua abolizione.
La norma uscita così dalla finestra rientrò dal portone con una susseguente legge sui cosiddetti rimborsi elettorali che ha via via fatto aumentare, negli anni, i fiumi di denaro pubblico che arrivano nelle casse dei partiti.
Ora che il re è nudo grazie a un paio di tesorieri malandrini, i segretari dei maggiori partiti fanno una cosa straordinaria: ci parlano.
Ecco il punto: solo a me la ripugnanza delle parole di Bersani, Casini & Co. arriva dritta in faccia come un pugno a ogni ora di cena?
Cioè, questi spudoratissimi signori, solo adesso che sentono di essere messi alle strette, comunicano con gli elettori e scoprono parzialmente le loro carte dicendoci che NO, non si può eliminare il finanziamento pubblico ai partiti politici perché sennò in Parlamento finirebbero solo lobbistiche associazioni di super-ricchi.
Non contesto la possibilità che ciò sia vero, mi fermo a un gradino immediatamente prima: quindi ci stanno dicendo che ci sono decisioni che NON possiamo prendere? Stanno ammettendo che nel '94 ce l'hanno buttato spudoratamente al culo? Stanno sostenendo la legittimità di una loro avocazione sulle nostre idee e coscienze?
Ciò che vedo io in queste sere è proprio questo: un manipolo di zecche istituzionali (che nessuno ha mai eletto davvero, in una straordinaria sospensione della Democrazia nella quale da anni viviamo) che ci dicono che loro sanno meglio di quanto noi potremo mai capire, quanto è buono e dovuto il nostro sangue e che se tu scegli di non avercele sulla giugulare, per loro va bene... Tanto s'attaccano alle palpebre o nelle ascelle o fra le dita dei piedi.
Un sistema che non prevede la possibilità di prendere a schiacciante maggioranza certe decisioni e una casta che taccia ripetutamente con "populista", "giustizialista" e "antipolitica" ogni aspirazione democratica mi dà semplicemente il vomito ed è giusto che l'uno e l'altra siano abbattuti coi mezzi e la determinazione che ogni tempo mette a disposizione.
¡HASTA LA DIGNIDAD, SIEMPRE!
mercoledì 21 marzo 2012
Perle ai porci n° 7
Porco sconosciuto in chat: "Pensavo che avresti potuto cenare con me stasera...così ci conosciamo. Che ne dici?"
Io: "Beh direi che si può fare...Ristorante o pizzeria?"
Porco in chat: "Veramente pensavo a una cena più intima a casa tua..."
Io: "Mi spiace ma al primo incontro non ospito. E non cucino per gente che non conosco."
Sempre più Porco in chat: "Guarda che sei fuori strada. Sto parlando di un ingoio!"
"Cenare con me..."
Ora l'ho capita!
Nella foto: ...almeno il vagabondo se lo faceva succhiare da Lilli DOPO una cena a lume di candela...che fine ha fatto il romanticismo?
Io: "Beh direi che si può fare...Ristorante o pizzeria?"
Porco in chat: "Veramente pensavo a una cena più intima a casa tua..."
Io: "Mi spiace ma al primo incontro non ospito. E non cucino per gente che non conosco."
Sempre più Porco in chat: "Guarda che sei fuori strada. Sto parlando di un ingoio!"
"Cenare con me..."
Ora l'ho capita!
Nella foto: ...almeno il vagabondo se lo faceva succhiare da Lilli DOPO una cena a lume di candela...che fine ha fatto il romanticismo?
giovedì 15 marzo 2012
'A cultura non è mai troppo...
La divulgazione scientifica è sempre stata un mio pallino.
Fin da piccolo, quando in tv davano i cartoni su un canale e un documentario sull'altro, mi sentivo talmente contrastato nella difficile scelta che finivo per aggiornarmi sulle abitudini di caccia dei crotali canadesi provando per tutto il tempo a trasformarmi da solo in Daitarn III.
O Creamy, visto che son sempre stato da uova e da latte...
E' per questo che oggi ho deciso di rispolverare la Vulvia di Rieduchescional Ciannel che alberga in me per introdurre, chi ancora non ne avesse sentito parlare, nel dorato mondo dei Diapers.
Un buon divulgatore scientifico sa che deve accendere l'interesse del suo interlocutore con una efficace definizione. Come posso etichettare allora i Diapers se non dei simpatici pisciasotto? Proprio così...
I Diapers sono persone che hanno deciso di eleggere a hobby una vergogna e di sbandierarla con fierezza, pur nell'ambito di speciali consessi nei quali si ritrovano tutti assieme.
La comunità diaperiana è particolarmente attiva ed organizzata e solo per il solito ritardo culturale che ci contraddistingue in ogni cosa, ancora in Italia non ci sono grandi eventi da allagare con la propria presenza.
Nei loro speciali party privati il dresscode è obbligatorio: pannolone e basta.
Nella versione con cravatta per gli chiccosi impenitenti.
Non è che si faccia niente di particolare, se non conversare, mangiare e, ovviamente, immettere tanti liquidi da rilasciare poi spruzzo a spruzzo.
Ovviamente ognuno poi nel chiuso di casa sua fa quello che gli pare e declina il proprio essere paladino dell'incontinenza in vario modo: ci sono quelli che poi se la mostrano l'un l'altro, quelli feticisti che si scambiano il Tena Lady usato, quelli che non disdegnano di farci la popò, ecc.ecc.
In conclusione, non so se fra i gay i Diapers saranno la comunità più presente tanto da diventare i nuovi Bears da qui a un decennio, e credo che, se piscio deve essere, si preferirà servirsi alla spina ancora per un bel po'.
Sta di fatto che, dato che le mode vengono sempre da Milano, se cominciano a diffondersi pannoloni Louis Vuitton o Prada, siamo nella merda.
E non è una metafora...
Fin da piccolo, quando in tv davano i cartoni su un canale e un documentario sull'altro, mi sentivo talmente contrastato nella difficile scelta che finivo per aggiornarmi sulle abitudini di caccia dei crotali canadesi provando per tutto il tempo a trasformarmi da solo in Daitarn III.
O Creamy, visto che son sempre stato da uova e da latte...
E' per questo che oggi ho deciso di rispolverare la Vulvia di Rieduchescional Ciannel che alberga in me per introdurre, chi ancora non ne avesse sentito parlare, nel dorato mondo dei Diapers.
Un buon divulgatore scientifico sa che deve accendere l'interesse del suo interlocutore con una efficace definizione. Come posso etichettare allora i Diapers se non dei simpatici pisciasotto? Proprio così...
I Diapers sono persone che hanno deciso di eleggere a hobby una vergogna e di sbandierarla con fierezza, pur nell'ambito di speciali consessi nei quali si ritrovano tutti assieme.
La comunità diaperiana è particolarmente attiva ed organizzata e solo per il solito ritardo culturale che ci contraddistingue in ogni cosa, ancora in Italia non ci sono grandi eventi da allagare con la propria presenza.
Nei loro speciali party privati il dresscode è obbligatorio: pannolone e basta.
Nella versione con cravatta per gli chiccosi impenitenti.
Non è che si faccia niente di particolare, se non conversare, mangiare e, ovviamente, immettere tanti liquidi da rilasciare poi spruzzo a spruzzo.
Ovviamente ognuno poi nel chiuso di casa sua fa quello che gli pare e declina il proprio essere paladino dell'incontinenza in vario modo: ci sono quelli che poi se la mostrano l'un l'altro, quelli feticisti che si scambiano il Tena Lady usato, quelli che non disdegnano di farci la popò, ecc.ecc.
In conclusione, non so se fra i gay i Diapers saranno la comunità più presente tanto da diventare i nuovi Bears da qui a un decennio, e credo che, se piscio deve essere, si preferirà servirsi alla spina ancora per un bel po'.
Sta di fatto che, dato che le mode vengono sempre da Milano, se cominciano a diffondersi pannoloni Louis Vuitton o Prada, siamo nella merda.
E non è una metafora...
martedì 6 marzo 2012
Perle ai porci n° 6
La vita mi mette davanti a continue verità assolute.
La lezione che ho imparato ieri, e che vi lascio a vostro buon uso e consumo, è:
MAI FARSI IL BIDE' CON SU UN BRACCIALE NOMINATION!
Zioporco, che male la ceretta alla palle!
La lezione che ho imparato ieri, e che vi lascio a vostro buon uso e consumo, è:
MAI FARSI IL BIDE' CON SU UN BRACCIALE NOMINATION!
Zioporco, che male la ceretta alla palle!
mercoledì 29 febbraio 2012
Mercoledì 29 febbraio
Mercoledì 29 febbraio.
Oggi è mercoledì 29 febbraio.
2012, se proprio vogliamo fa' i precisini...
Basta così, punto.
Non è che devo avere altro da dire per scrivere un post di quelli ce n'è uno ogni 4 anni...
P.S. Per chi fosse rimasto sconvolto dal calendario di apertura post, rimedierò dicendo che, per fortuna, nella smorfia napoletana il 29 è ben altro e lo vediamo più spesso!
Oggi è mercoledì 29 febbraio.
2012, se proprio vogliamo fa' i precisini...
Basta così, punto.
Non è che devo avere altro da dire per scrivere un post di quelli ce n'è uno ogni 4 anni...
P.S. Per chi fosse rimasto sconvolto dal calendario di apertura post, rimedierò dicendo che, per fortuna, nella smorfia napoletana il 29 è ben altro e lo vediamo più spesso!
lunedì 20 febbraio 2012
Doccie va senza la "i", come orgie
Discettavo poco fa con un losco figuro di Grindr sulla correttezza lemmatica di taluni vocaboli (bisogna sempre essere originali e portare cultura lì dove abbondano...altre robette, suvvia!) e il problema di "docce VS doccie" mi ha suggerito un tema che mi mette spesso in grande imbarazzo.
A tutti voi sarà capitato di ritrovarvi in doccia (tié! al singolare non mi frega!) con degli sconosciuti almeno una quindicina di volte nella vita, senza dovervi per questo chiamare Edwige Fenech e aver contribuito, a suon di insaponate, all'impoverimento ecosistemico e culturale del paese con filmacci deprecabili tra anni '70 e '80.
Sicuramente avrete avuto l'opportunità di ritrovarvi coi compagni di gioco nel dopopartita a calcetto (tsè...vabbè...), avrete condiviso gli spazi dediti all'autolavaggio di una caserma (mej cojoni...oggi non mi viene un esempio verosimile manco a pagarmelo...) o vi sarete ritrovati ricoperti di doccia-schiuma assieme al vostro partner di pissing preferito dopo quell'altra, di doccia (chissà perché questa mi pare la più probabile).
A me, più semplicemente, capita ogni volta che finisco l'allenamento in palestra e vado a darmi una ripulita prima di tornare a casa.
E' allora, quando trovo qualcun'altro intento a fare lo stesso, che il dubbio mi assale: MA QUANTO CAZZO DEVE DURARE UNA DOCCIA???
Se vi fermate a riflettere un attimo, non è questione di poco conto. Bisogna lavarsi per bene l'essudato dalla pelle, bisogna dedicare qualche minuto al vizio di se stessi, bisogna corroborare l'anima e, dato che si è in pubblico, non dare l'idea agli altri che si è persone superficiali o, quasi peggio, accozzate.
D'altra parte se si sta troppo sotto la doccia gli altri potrebbero pensare che non ci si lavi di sovente e si aspetti di andare in palestra per approfittarne, che si è dei mostri indifferenti al tema dello sciupio delle risorse idriche, che si è una persona ignobile e parassita della società come un evasore o Massimo Giletti.
Un bagno caldo al contrario non presenta di queste problematiche perché ci si può raggrinzire dentro quanto ci pare e farci solo la figura della Joan Collins che se la sta spassando di brutto.
Per questo vi chiedo...qual è la ragionevole durata di una doccia, secondo voi?
A tutti voi sarà capitato di ritrovarvi in doccia (tié! al singolare non mi frega!) con degli sconosciuti almeno una quindicina di volte nella vita, senza dovervi per questo chiamare Edwige Fenech e aver contribuito, a suon di insaponate, all'impoverimento ecosistemico e culturale del paese con filmacci deprecabili tra anni '70 e '80.
Sicuramente avrete avuto l'opportunità di ritrovarvi coi compagni di gioco nel dopopartita a calcetto (tsè...vabbè...), avrete condiviso gli spazi dediti all'autolavaggio di una caserma (mej cojoni...oggi non mi viene un esempio verosimile manco a pagarmelo...) o vi sarete ritrovati ricoperti di doccia-schiuma assieme al vostro partner di pissing preferito dopo quell'altra, di doccia (chissà perché questa mi pare la più probabile).
A me, più semplicemente, capita ogni volta che finisco l'allenamento in palestra e vado a darmi una ripulita prima di tornare a casa.
E' allora, quando trovo qualcun'altro intento a fare lo stesso, che il dubbio mi assale: MA QUANTO CAZZO DEVE DURARE UNA DOCCIA???
Se vi fermate a riflettere un attimo, non è questione di poco conto. Bisogna lavarsi per bene l'essudato dalla pelle, bisogna dedicare qualche minuto al vizio di se stessi, bisogna corroborare l'anima e, dato che si è in pubblico, non dare l'idea agli altri che si è persone superficiali o, quasi peggio, accozzate.
D'altra parte se si sta troppo sotto la doccia gli altri potrebbero pensare che non ci si lavi di sovente e si aspetti di andare in palestra per approfittarne, che si è dei mostri indifferenti al tema dello sciupio delle risorse idriche, che si è una persona ignobile e parassita della società come un evasore o Massimo Giletti.
Un bagno caldo al contrario non presenta di queste problematiche perché ci si può raggrinzire dentro quanto ci pare e farci solo la figura della Joan Collins che se la sta spassando di brutto.
Per questo vi chiedo...qual è la ragionevole durata di una doccia, secondo voi?
martedì 14 febbraio 2012
Bologna Pride 2012
Per chi non lo sapesse, il 9 giugno prossimo per indossare quegli short coi sbrilluccichi che tenete a prendere polvere nel cassetto da 12 mesi, vi toccherà venire a casa mia.
Non nella mia cucina, ché lì i pantaloncini attillati a filo chiappa sono tenuta d'ordinanza ogni dì, ma nella mia Bologna.
Ieri, chi ci sta dietro (oddio, ma chi ci sta dietro?!?), se n'è uscito col logo ufficiale dell'evento che potete rimirare in principio di post.
Vi chiedo che ne pensate, se vi pare efficace, bello e ficcante.
Io lo boccio e non vi dico i motivi per non influenzarvi.
Anzi, ma chi se ne frega, è periodo di influenza, una più una meno...
Mi fa schifo perché non c'è neanche un richiamo a quei simboli semiotici che, come sosterrebbe il mio amico Oscar, fanno di noi un "popolo": niente parola GAY, niente bandiera arcobaleno, niente riferimento al Grande Giorno della Parata, nessuna volontà di appassionare e rendere il Pride una cosa viva e presente (la volta scorsa, come ricordano le foto in fondo, tutto ciò fu mirabilmente perseguito con cartelloni ad hoc che tappezzarono la città intera e facevano capire a tutti quanto sfaccettatta e multicolore fosse una certa realtà).
Questo pare il simbolo di una porno-app per smartphone e sono convinto che l'iphonemania abbia influenzato non poco i grafici che l'hanno realizzata: quella essenzialità stilistica deve essere colpa della Apple!
Io mi aspetto che da un momento all'altro la P ruoti di 90° gradi in senso orario diventando un pene che va inchiappettarsi quel culo rosa e pulsante.
No, ditemelo se sono io...
Non nella mia cucina, ché lì i pantaloncini attillati a filo chiappa sono tenuta d'ordinanza ogni dì, ma nella mia Bologna.
Ieri, chi ci sta dietro (oddio, ma chi ci sta dietro?!?), se n'è uscito col logo ufficiale dell'evento che potete rimirare in principio di post.
Vi chiedo che ne pensate, se vi pare efficace, bello e ficcante.
Io lo boccio e non vi dico i motivi per non influenzarvi.
Anzi, ma chi se ne frega, è periodo di influenza, una più una meno...
Mi fa schifo perché non c'è neanche un richiamo a quei simboli semiotici che, come sosterrebbe il mio amico Oscar, fanno di noi un "popolo": niente parola GAY, niente bandiera arcobaleno, niente riferimento al Grande Giorno della Parata, nessuna volontà di appassionare e rendere il Pride una cosa viva e presente (la volta scorsa, come ricordano le foto in fondo, tutto ciò fu mirabilmente perseguito con cartelloni ad hoc che tappezzarono la città intera e facevano capire a tutti quanto sfaccettatta e multicolore fosse una certa realtà).
Questo pare il simbolo di una porno-app per smartphone e sono convinto che l'iphonemania abbia influenzato non poco i grafici che l'hanno realizzata: quella essenzialità stilistica deve essere colpa della Apple!
Io mi aspetto che da un momento all'altro la P ruoti di 90° gradi in senso orario diventando un pene che va inchiappettarsi quel culo rosa e pulsante.
No, ditemelo se sono io...
lunedì 23 gennaio 2012
Ma perchè???
Doni, per aver combinato tutte quelle schifezze con le partite di calcio, si becca gli arresti domiciliari a Torre Boldone, dolci prealpi...
Schettino, per un parcheggio venuto male e quasi senza vittime (che Zeus lo strafulmini nei secoli dei secoli!), se ne sta rinchiuso nella dimora di Meta di Sorrento...
Io, che non ho mai fatto nulla di male a nessuno, a meno che l'ingoio non passi dal pene al penale, ho una condanna a millenni di ufficio coatto.
Se questa è giustizia...
Schettino, per un parcheggio venuto male e quasi senza vittime (che Zeus lo strafulmini nei secoli dei secoli!), se ne sta rinchiuso nella dimora di Meta di Sorrento...
Io, che non ho mai fatto nulla di male a nessuno, a meno che l'ingoio non passi dal pene al penale, ho una condanna a millenni di ufficio coatto.
Se questa è giustizia...
giovedì 19 gennaio 2012
Perle ai porci n° 5
Ieri mi contatta un catalano tramite Grindr (un gps che intercetta culi caldi e bozzi gonfi attorno a voi per provare a fare un Tetris seduta stante).
LUI: "Ciao, sono appena arrivato e cerco belle amicizie in città. Se poi ci viene anche del sesso, non dico di no..."
IO: "Ok...Fino a quando resti a Bologna?"
LUI: "Ho il volo del ritorno domani..."
IO: "...non ti sembra un po' troppo poco tempo per iniziare una amicizia?!?"
LUI: "...ma il volo è nel pomeriggio!"
APPLAUSI!
E OLE'!!!
LUI: "Ciao, sono appena arrivato e cerco belle amicizie in città. Se poi ci viene anche del sesso, non dico di no..."
IO: "Ok...Fino a quando resti a Bologna?"
LUI: "Ho il volo del ritorno domani..."
IO: "...non ti sembra un po' troppo poco tempo per iniziare una amicizia?!?"
LUI: "...ma il volo è nel pomeriggio!"
APPLAUSI!
E OLE'!!!
lunedì 16 gennaio 2012
La journée du voyeur
Pure quest'anno, post dedicato a tutti quelli che passano di qua e che sbirciano, sbuffano, si smucinano nelle mutande e passano oltre.
Spero di riuscire a convincerne almeno due o tre a farsi vivi con un salutino rapido rapido a me e tutti gli altri amiconi più turbolenti che commentano di solito...
Questa è la vostra occasione, cari amici frettolosi, disinteressati, schifati, spioni o timidi che voi siate.
Tutti i lurkers che di solito leggono il blog senza lasciare un cazzo di commento, manco in senso letterale facendosi un autoscatto della minchia nel trombiblog più in basso, possono ora farsi vivi mettendo un dito qui!
Ouch!!! Ma prima umettatelo bene con la saliva però!!! Cazzo, che male...
Spero di riuscire a convincerne almeno due o tre a farsi vivi con un salutino rapido rapido a me e tutti gli altri amiconi più turbolenti che commentano di solito...
Questa è la vostra occasione, cari amici frettolosi, disinteressati, schifati, spioni o timidi che voi siate.
Tutti i lurkers che di solito leggono il blog senza lasciare un cazzo di commento, manco in senso letterale facendosi un autoscatto della minchia nel trombiblog più in basso, possono ora farsi vivi mettendo un dito qui!
Ouch!!! Ma prima umettatelo bene con la saliva però!!! Cazzo, che male...
martedì 10 gennaio 2012
Tu
Tu che ti sei smarrito per le tue strade da viandante, hai perlustrato i bassi e la bassezza di Napoli e mi hai amato nella pioggia.
Tu che sai di acqua, sai di luce e poco di poesia. Tu che me la ispiri.
Tu che mi hai insegnato la paura della perdita e il timore della troppa contentezza, la sapienza sulle cose e la stagionalità degli eventi.
Tu che assorbivi il mio corpo e stabilivi che una carnalità era sufficiente. Tu che mi sopporti quando aggiungo le risa ai riverberi.
Tu che, se ti avessi incontrato come sei, ti avrei riscelto daccapo.
Perché tu sei tu, lo sei sempre stato.
E io senza te non mi ricordo più.
M
Tu che sai di acqua, sai di luce e poco di poesia. Tu che me la ispiri.
Tu che mi hai insegnato la paura della perdita e il timore della troppa contentezza, la sapienza sulle cose e la stagionalità degli eventi.
Tu che assorbivi il mio corpo e stabilivi che una carnalità era sufficiente. Tu che mi sopporti quando aggiungo le risa ai riverberi.
Tu che, se ti avessi incontrato come sei, ti avrei riscelto daccapo.
Perché tu sei tu, lo sei sempre stato.
E io senza te non mi ricordo più.
M
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